Come Joseph Blatter è arrivato ai vertici della FIFA

La controversa figura dell’ex Presidente della massima organizzazione mondiale del calcio e la sua scalata verso il potere nascondono retroscena, curiosità e fatti di corruzione accertati solo recentemente.

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A due settimane dall’inizio della Coppa del Mondo in Qatar l’ex presidente della Fifa, Sepp Blatter, non ha usato mezze misure per commentare la scelta del paese ospitante.

La scelta fatta nel 2010 è stata definita “un errore”, affermando che “È un paese troppo piccolo. Il calcio e la Coppa del Mondo sono troppo grandi per il Qatar. Per me è chiaro: la scelta del Qatar è un errore”.

Quando nel 2010 il Comitato esecutivo della FIFA scelse il Qatar come Paese ospitante della massima competizione per Nazionali, continua, Blatter, “avevamo effettivamente concordato che la Russia avrebbe dovuto ottenere la Coppa del Mondo del 2018 e gli Stati Uniti quella del 2022. Sarebbe stato un gesto di pace se i due avversari politici di lunga data avessero ospitato la Coppa del Mondo uno dopo l’altro”.

Una decisione, poi ricaduta a sorpresa sul Qatar, cui ha fatto seguito nel 2015 lo scandalo che, dopo un’inchiesta della FBI, ha portato a galla pesanti accuse di corruzione nei confronti dello stesso Blatter e di tanti esponenti del comitato esecutivo FIFA.

47 capi d’accua tra cui associazione a delinquere, frode telematica e riciclaggio di denaro: atti perpetuati per circa due decenni secondo le inchieste svolte.

Per l’attuale Presidente, Gianni Infantino, “la FIFA era diventata tossica, un ente criminale”, quando in realtà dovrebbe preservare, difendere e divulgare a livello internazionale i valori dello sport.

Proprio con questo intento nel 1904 era stata fondata la FIFA.

Come racconta il documentario di NetflixFIFA Uncovered”, che ripercorre la storia della nascita dell’organo di governo e delle accuse di corruzione che lo hanno riguardato negli ultimi anni, la FIFA nasce nel 1904 come un’organizzazione che raccoglieva 7 associazioni calcistiche europee dilettantistiche e senza scopo di lucro.

L’ente nasce con una concezione idealistica e per preservare e divulgare i valori di aggregazione e passione tipici del calcio. L'organismo aveva sede in un ufficio di un palazzo di Zurigo dove ancora oggi è presente l’headquarter della FIFA.

L’inizio dell’era Havelange

La prima grande svolta politica si ebbe nel 1974. Fino a quella data, infatti, la FIFA riuscì a preservare i suoi ideali.

Durante il Congresso del 1974 la sfida per la Presidenza si giocava fra l'allora presidente Rous e Havelange, imprenditore brasiliano ed ex nuotatore.

Secondo Ernesto Rodrigues, biografo proprio di Havelange, il brasiliano si rese conto che la conoscenza e le relazioni potessero diventare sinonimo di potere e fu il primo a politicizzare un ente nato con scopi idealistici.

L'errore in campagna elettorale di Rous fu quello di tollerare l'apartheid ancora presente in Sudafrica, mentre Havelange si schierò apertamente contro l'apartheid e lo stesso Sudafrica promettendo di estrometterlo dalle competizioni fino a quando non fossero stati riconosciuti diritti umani e civili fino ad allora negati nel paese.

Havelange, quindi, rese la sua campagna una vera e propria campagna politica fino al Congresso FIFA dell’11 giugno 1974 durante il quale fu eletto presidente con 68 voti contro i 52 ottenuti da Rous.

Questa data viene definita spartiacque per il cambio di ideale con cui era nata la FIFA, e dagli storici viene identificata come il momento in cui il capitalismo entrò nel massimo organismo del calcio mondiale rendendo la FIFA un vero e proprio business.

La campagna di Havelange si basava anche sullo sviluppo di due principali progetti riguardanti i giovani e i paesi del terzo mondo ma il nuovo Presidente doveva fare i conti con l'assenza di risorse economiche.

L’avvento di Blatter al fianco di Havelange

È proprio in questo contesto che si inserisce e nasce la figura di Joseph Blatter che nell'ottobre del 1974 viene chiamato da Havelange per ricoprire un ruolo di responsabilità per lo sviluppo dei progetti preannunciati.

Il primo passo di Blatter per reperire risorse economiche fu quello di contattare Coca Cola per rendere il marchio di lattine un partner della FIFA e così, nel 1976, nasce il programma FIFA Coca-Cola per lo sviluppo dei giovani e l'istituzione di tornei giovanili.

Dopo Coca-Cola, Blatter fu capace di avvicinare altri brand al calcio. Il secondo marchio con cui accordò una partnership fu adidas per la fornitura di attrezzature sportive e, a seguire, anche KLM, Phillips, Canon, Cafes do Brasil e Gillette si affiancarono alla FIFA nel periodo tra il 1974 e il 1976.



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Gli stessi brand diventarono sponsor del mondiale del 1978 giocato in Argentina e quando il calcio diventa prodotto poi arriva la politica.

Il controverso Mondiale del ‘78

La prima vera commistione tra calcio e politica si ebbe proprio con la Coppa del mondo del ’78 giocate in un'Argentina comandata dalla dittatura del generale Videla e conosciuta agli occhi del mondo per la mattanza dei “Desaparecidos”, dissidenti del regime che venivano fatti scomparire nel Rio del La Plata.

Una decisione, quella di far giocare il Mondiale in Argentina, che in quel periodo smosse l'opinione pubblica la quale richiedeva il boicottaggio della competizione da parte degli altri paesi considerata la privazione di qualsiasi libertà e dei diritti umani essenziali da parte del regime di Videla.

La FIFA non prese posizione in merito e venne meno a quello che doveva essere un suo ideale.

Lo sport è uno strumento nelle mani di regimi che non rispettano i diritti umani e raramente prende posizione contro di essi. Secondo gli storici e gli autori che si sono interessati della tematica, l'Argentina ha scritto il manuale su come fare ciò.

Una pratica che oggi verrebbe definita “sport washing” e che tanto somigliava a quanto accadde per le Olimpiadi del 1936 svolte in Germania durante il regime nazista con a capo Hitler.

La figura di Adolf Dassler

Una delle figure più importanti in questo contesto fu quella dell'imprenditore tedesco e fondatore della casa d'abbigliamento sportivo adidas, vale a dire Adolf Dassler.

Dassler, dopo aver chiuso accorti con Blatter, si rese conto di quanto il calcio stava diventando importante a livello sociale e la crescita economica che poteva vivere negli anni a seguire.

Così, nel 1982, decise di accordarsi con Havelange per acquistare i diritti relativi al marketing, alla pubblicità e a tutto ciò che competeva l'area commerciale della FIFA.

Fondò dunque la ISL (International Sport and Leisure), società svizzera di sports marketing strettamente collegata alla stessa FIFA da cui aveva acquistato i diritti di cui sopra garantendosi un assoluto monopolio.

Da un punto di partenza che vedeva la FIFA in difficoltà per il reperimento delle risorse economiche si arrivò ad un momento in cui tutto il denaro che la FIFA incassava proveniva dalla ISL.

Un punto fondamentale di questa vicenda riguarda le tangenti che Dassler pagava ad Havelange per garantirsi questo monopolio. Ed è proprio sulle tangenti che si giocò il futuro di Blatter come Presidente della FIFA dopo esserne diventata segretario generale nel 1981.

La tangente arrivata sul conto sbagliato

Dopo essere diventato segretario generale la figura di Joseph Blatter stava acquistando sempre più importanza all'interno dei meccanismi del massimo organismo del calcio mondiale, considerando anche che Havelange si trovava spesso in Brasile ed era poco presente negli uffici di Zurigo.

Questo permetteva a Blatter di consolidare la sua posizione e presidiare tante delle attività svolte.

Come detto, è sulla storia delle tangenti che si gioca il futuro da Presidente dello svizzero voluto proprio da Havelange.

Una delle tangenti che Dassler pagava ad Havelange fu recapita per errore sul conto della FIFA e in questo modo Blatter aveva la prova che il brasiliano era corrotto per i suoi rapporti con il fondatore dell'adidas relativamente agli accordi tra la FIFA e la ISL.

Quella che poi venne definita una “storia di tradimento” portò ad un accordo fra Blatter e lo stesso Havelange secondo cui il brasiliano sarebbe rimasto in carica come Presidente fino al 1998 per poi passare il testimone al suo segretario generale.

La nomina di Blatter e il ruolo dell’Africa

La storia e il ruolo di Joseph Blatter cambiano dunque nel 1998 durante il 51° congresso della FIFA dell’8 giugno 1998, poco prima dell'inizio dei mondiali di Francia.

Fatto salvo l'accordo tra Blatter e Havelange, quest'ultimo annuncia la fine del suo ruolo da Presidente FIFA, carica che aveva ricoperto per 24 anni consecutivi dal 1974 cambiando il ruolo di potere dell'organizzazione come già spiegato in precedenza.

Il principale antagonista di Blatter all’elezione del ’98 era Johansson, allora Presidente UEFA e candidato esponente della federazione europea di cui aveva il pieno supporto.

Per capire le dinamiche delle lezioni è necessario sapere come funziona l’elezione del Presidente della FIFA.



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Gli aventi diritti al voto vengono distribuiti per continente e, come tali, divisi in Confederazioni. Quelle ufficialmente riconosciute sono:

  • Confederaciòn Sudamericana de fùtbol (CONMEBOL);
  • Asian Football Confederation (AFC);
  • Union des Associations Européennes de Football (UEFA);
  • Confédération Africaine de Football (CAF);
  • Confederation of North, Central American and Carribean Association Football (CONCACAF);
  • Oceania Football Confederation (OFC).

Pertanto, per avere una maggioranza di almeno 2/3 necessaria ad ottenere il ruolo di Presidente bisogna convincere e portare dalla propria parte un cospicuo numero di federazioni votanti.

In questo contesto, è importante sottolineare come la CONMEBOL, la federazione del calcio sudamericano che racchiude al suo interno nazioni storicamente importanti per il calcio come Argentina e Brasile, abbia un peso sull'elezione del Presidente pari a soli 10 voti.

Dall'altro lato, la CONCACAF (confederazione del Nord-Centro America e delle Isole caraibiche) determinava per un totale di 30 voti considerando le frazionate e numerose isole centro-americane.

Secondo i pool pre-elezioni di Reuters, qualche mese prima del Congresso, Johansson era in vantaggio su Blatter con una percentuale del 63% contro il 23% dello svizzero.



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Come fu per Havelange quando venne eletto nel 1974 anche Blatter fece diventare la sua campagna una questione politica.

Dapprima convinse Jack Warner, eletto Presidente della CONCACAF nel 1990, a supportarlo insieme ai rappresentanti della sua Federazione in termini di voti e poi affiancò a sé Michel Platini per essere benvoluto dai rappresentanti delle federazioni europee.

La promessa del mondiale africano

In Asia i voti erano spaccati, con alcune associazioni schierate con Johansson e altre con Blatter, mentre in Africa si pensava che i legami del continente con l’Europa fossero così forti che le federazioni avrebbero supportato l’allora Presidente UEFA.

La vera mossa astuta di Blatter riguardava però il continente africano. Lo svizzero incaricò ad aprile il suo rappresentante per l’Africa, Emmanuel Maradas, di trovare un modo per raccogliere voti a suo favore dalle federazioni africane.

Maradas organizzò un incontro con Molefi Oliphant, Presidente della Federazione calcistica del Sudafrica, facendo presente che se avessero supportato Blatter al congresso avrebbero potuto ospitare la Coppa del Mondo.

Un’occasione unica per Oliphant e tutto il continente, con la possibilità, per la prima volta nella storia, di vedere organizzato un Mondiale in uno degli stati dell’Africa (nella fattispecie il Sudafrica).

Una promessa e una prospettiva che rappresentava per tutto il continente una grande opportunità di sviluppo del calcio e del business collegato, sapendo quanto il Mondiale sia una manifestazione che porta con sé enormi benefici a livello economico e di sviluppo.



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In sintesi, promettere la Coppa del Mondo equivale a promettere soldi.

Oliphant, sulla base dell’accordo con Maradas, promise di portare dalla parte di Blatter tutti i voti della COSAFA, organizzazione calcistica che riunisce le nazioni dell'Africa meridionale.

In questo modo, tra promesse e storie di corruzione che poi convolsero anche Modammed Bin Hammam (responsabile della campagna elettorale dello stesso Blatter), l’8 giugno 1998 si arrivò al 51° congresso della FIFA durante il quale si sarebbero svolte le elezioni per scegliere il Presidente tra Johansson e Blatter.

I voti necessari per essere eletti erano 128, equivalenti ai 2/3 delle federazioni aventi diritto di voto.

Al primo turno Blatter raccolse 111 voti contro gli 80 di Johansson. Non ci fu bisogno di un altro turno in quanto quest’ultimo ammise la sconfitta e Blatter fu nominato Presidente della FIFA.

Tra dubbi, incertezze, scandali poi venuti alla luce, promesse (che portarono il Sudafrica ad organizzare il Mondiale 2010), tangenti e la fredda opposizione della UEFA (di cui Johansson era Presidente) che lo accolse con un comunicato che recitava “Blatter ha vinto una volta, ma non sarà mai più Presidente”, lo svizzero aveva raggiunto il suo obiettivo di diventare Presidente della FIFA.

Quella di Sepp Blatter, dunque, è una storia di visione, tradimenti, corruzione politica. Il tutto mischiato nelle più alte cariche del massimo organismo del calcio mondiale.



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