In Inghilterra ScoutGPT sta funzionando alla grande: club e tifosi entusiasti

Brighton e Brentford stanno sperimentando il connubio fra l’intelligenza artificiale e i dati calcistici: i risultati sono straordinari. E presto potrebbero essere imitati in tutto il mondo

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L’Intelligenza Artificiale sta facendo breccia nel mondo del calcio. Non si tratta più di una remota ipotesi, bensì di una realtà concreta, che ha toccato la Premier League, ad oggi il campionato domestico numero uno al mondo.

In particolare l’IA si sta dimostrando un aiuto fondamentale per lo scouting, notoriamente uno dei binomi più dibattuti dagli appassionati, per il quale esistono diverse scuole di pensiero.



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Da un lato vi sono soprattutto i puristi, coloro secondo i quali il talento non si esprime in cifra su un computer ma esclusivamente sul prato verde. Una visione romantica, che certamente è rispettabile e sacrosanta. Dall’altro lato, però, non si può evidenziare come l’uso dei dati mixati con l’Intelligenza Artificiale possa portare a dei risultati decisamente straordinari

In Inghilterra i due club più innovativi in materia sono il Brentford e il Brighton di Roberto De Zerbi. In questi due club, protagonisti di ottime stagioni in Premier League, i numeri raccolti ed elaborati dall’IA vengono utilizzati per massimizzare il lavoro sul calciomercato.

"Negli ultimi anni ci sono stati ottimi esempi di club di Premier League che hanno prodotto nuove metriche e nuovi modi di analizzare i dati. Spesso, però, si guarda a come un giocatore si sta comportando ora, con i suoi attuali compagni di squadra" ha spiegato a The Athletic il dottor Ryan Beal, amministratore delegato e cofondatore di SentientSports, una delle società leader nel settore dei data sports.

Non si tratta di abbandonare la tradizionale e intramontabile esplorazione sul campo, bensì di abbinarla all’analisi delle cifre e agire di conseguenza.

A far tutto questo ci sta pensando ScoutGPT. Si tratta di un adattamento calcistico di ChatGPT, un applicazione che utilizza dati in tempo reale per consentire a qualsiasi utente di porre una domanda su un giocatore o una squadra e ricevere una risposta, supportata da analisi complesse, in un semplice linguaggio calcistico. Una tecnologia la cui realizzazione ha coinvolto e riunito alcune menti di spicco del settore, tra cui l'ex vicepresidente esecutivo del Manchester United Ed Woodward e il professor Gopal Ramchurn, amministratore delegato di Responsible AI UK, il programma di AI di punta dell'UKRI.

Brentford e Brighton ne stanno ricavando benefici evidenti e, anzi, non sono sazie di quanto fatto in questi anni, al punto che gli investimenti in data scientist stanno diventando importanti quasi quanto l’acquisto dei giocatori stessi. La controprova?

Nell’ultima stagione di Premier League la formazione allenata da De Zerbi ha raggiunto il sesto posto, guadagnandosi la prima qualificazione alle coppe europee della propria storia. In più, il club ha incassato nell’ultimo triennio oltre 450 milioni di euro dalle cessioni, a fronte di 200 spesi.



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Gli eccezionali risultati (sportivi ed economici) raggiunti da Brighton e Brentford stanno avvicinando anche altri club all’IA: su tutti il Tottenham, reduce da un paio di annate opache e notoriamente conosciuto come una delle squadre più attente in materia di innovazione.

Anche i tifosi si stanno approcciando con entusiasmo alla novità: i fan possono chiedere a ScoutGPT se il calciatore che la loro squadra ha appena acquistato può essere funzionale, ricevendo una risposta basata su dati pressochè incontrovertibili.

I tradizionalisti, insomma, dovranno farsene una ragione: l’Intelligenza Artificiale nel mondo del calcio sta funzionando alla grande e potrebbe essere una via percorsa da sempre più società nel prossimo futuro.



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