Come si spiegano gli stadi mezzi vuoti in Qatar?

Nonostante la FIFA World Cup Qatar 2022 stia riscontrando dei numeri elevatissimi per quanto concerne la trasmissione delle partite, gli impianti non raggiungono quasi mai la capienza massima lasciando un alto numero di seggiolini vuoti. Scopriamo perché.

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La FIFA World Cup Qatar 2022 sta dimostrando a tutti come i Mondiali siano pur sempre i Mondiali e di quanto poco contino, dopo il primo fischio d’inizio di un torneo così, tutte le critiche mosse nei mesi ed anni precedenti.

L’atteggiamento bellicoso alimentato in tutto questo tempo dalle notizie riguardanti la politica qatariota e le scelte organizzative della FIFA hanno lasciato completamente spazio all’attrazione magnetica del calcio e alla passione quasi maniacale che ne scaturisce.

Aspetto che non ridimensiona le critiche, ma che svela come il fascino della Coppa del Mondo sia troppo intenso per poter effettivamente resistere nel proprio fare distaccato. Una sensazione assolutamente diffusa a livello globale, tale da proiettare un ipotetico 55% della popolazione del pianeta in posizione davanti al televisore a godere di questo spettacolo.



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Entusiasmo che, tuttavia, non si sta palesando in loco, in Qatar. Dove è possibile assistere, anche durante le partite di cartello, a numerosi seggiolini vuoti e quindi ad un chiaro mancato sold out dell’evento.

Ma quali possono essere le ragioni di una tale situazione e di una discrepanza così profonda con lo share televisivo?

Per rispondere a questo quesito è necessario analizzare dal principio tutti i dettagli dell’organizzazione qatarina, dal difficile accesso nel Paese al mai banale problema dei costi.

I motivi della debacle sugli spalti

Il quotidiano britannico The Guardian ha provato a trovare una risposta logica per spiegare gli stadi mezzi vuoti, sollevando anche delle curiosità piuttosto particolari circa la presentazione della capienza degli stessi.

Secondo il sito ufficiale della FIFA e dei Mondiali, infatti, gli impianti presentano le seguenti capacità:

  • Al Bayt Stadium: 60 mila posti;
  • Lusail Stadium: 80 mila posti;
  • Ahmed bin Ali Stadium: 40 mila posti;
  • Al Janoub Stadium: 40 mila posti;
  • Education City Stadium: 40 mila posti;
  • 974 Stadium: 40 mila posti;
  • Khalifa Stadium: 40 mila posti;
  • Al Thumama Stadium: 40 mila posti.

Ma queste cifre indicate ad inizio torneo, tuttavia, sono ora magicamente aumentate del 12%. Nello specifico l’Al Bayt è arrivato a 68.895 e il Lusail a 88.966.

Una scelta presa a tavolino dagli organizzatori del torneo volta a giustificare le dichiarazioni riguardanti affluenze superiori rispetto alle dichiarate potenzialità degli stadi.



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Aspetto che aveva lasciato quantomai perplessi i tifosi più attenti e che è stato argomentato spiegando come i numeri iniziali, quelli che volevano 6 stadi a quota 40mila e i restanti, rispettivamente, 60 e 80 mila avessero come scopo quello di rispettare alla lettera i requisiti della Federazione Internazionale.

Una risposta che non convince particolarmente, che lascia un fondo di sospetto e che di fatto non risponde alla domanda iniziale. Perché, indipendentemente dai numeri indicati, la mancanza di gente negli stadi è palesabile a vista d’occhio.

La mancata presenza degli acquirenti

Uno dei motivi della debacle potrebbe essere il risultato delle ridottissime dimensioni del Qatar, il Paese più piccolo di sempre ad ospitare una FIFA World Cup.

Al contrario di quanto non accadesse nelle, enormi, Nazioni precedenti, Brasile e Russia su tutte, lo Stato del Golfo sta ospitando un’affluenza di tifosi che è praticamente pari alla propria popolazione autoctona, in termini di cifre.

Aspetto che era già stato ampiamente preventivato e che potrebbe aver indotto i tifosi qatarioti, mediamente facoltosi, ad acquistare un enorme numero di biglietti, si pensa addirittura 3 milioni, per assicurarsi dei posti per un numero plurimo di partite alle quali poi, per vari motivi, non stiano riuscendo ad assistere.

Spiegazione che si allargherebbe anche a fan stranieri, poi impossibilitati a viaggiare verso il Qatar a causa di tutte le problematiche legate all’Hayya Card, alla sua ipotetica violazione della privacy degli utenti e all’obbligo di dover alloggiare in alberghi del posto, dai prezzi esorbitanti.

La scarsa chiarezza dei sistemi di vendita

Scorrendo le bacheche dei vari social network è possibile imbattersi in svariate foto di biglietti per le partite del torneo scritti e compilati a mano. Alla vecchia maniera, penna su carta. Immagini piuttosto inconsuete che celano delle lacune del sistema utilizzato per la vendita locale dei ticket.

Il tutto è infatti regolato da una stazione della metropolitana DECC, nella West Bay di Doha, la quale offre continuamente la possibilità di acquistare l’ingresso in qualsiasi match del Mondiale. Senza però indicare chiaramente quali siano tutte le partite effettivamente in vendita e addirittura sbagliando le indicazioni dei sold out.

Molti incontri sembrano infatti aver esaurito i posti, fino a quando la piattaforma digitale, in realtà, non dimostri il contrario. Ma spesso troppo tardi e dopo aver indotto i fan a puntare altre partite, lasciando mezzo vuoto lo stadio in quelle “vittime” di questo sistema.



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