Cole Palmer, talento cristallino del Chelsea e dell’Inghilterra, ha una storia intrecciata tra Manchester e l’isola di St Kitts e Nevis: un inno al talento e all’orgoglio delle proprie origini
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Nato il 6 maggio 2002 a Wythenshawe, sobborgo operaio di Manchester, Cole Jermaine Palmer è oggi uno dei gioielli, forse il più prezioso, del calcio inglese. Cresciuto in una famiglia semplice – il padre Jermaine odontotecnico, la madre Marie specialista in disturbi dell’apprendimento – Cole ha coltivato il sogno di diventare calciatore sin da bambino. Tifoso del Manchester United e ammiratore di Wayne Rooney, a soli 8 anni entra nell’academy del Manchester City, dove si distingue per tecnica, visione di gioco e freddezza nei momenti decisivi. Nel 2023, il trasferimento al Chelsea per 47 milioni di euro segna l’inizio della sua consacrazione: con dribbling raffinati e gol pesanti, diventa il faro dei Blues.
Ma la sua storia non si limita ai campi inglesi. Le sue radici affondano a St Kitts e Nevis, piccolo stato caraibico di 47.775 abitanti, al 144° posto nel ranking FIFA. Suo nonno, Sterry Cole, nacque nel 1953 a Basseterre, in una modesta casa di Dorset Village, oggi in rovina. Questo legame con l’isola è il cuore pulsante della narrazione di Palmer.
Palmer porta con sé l’eredità di St Kitts ovunque giochi: sui sui scarpini spicca la bandiera della nazione caraibica, un tributo al padre Jermaine e alla famiglia. “Mio padre ha sempre sfidato il freddo inglese per allenarmi, anche sotto la pioggia,” ha raccontato Cole in un’intervista al Guardian. “La bandiera è il mio modo di ringraziarlo.” Questo gesto ha fatto breccia nel cuore degli abitanti di St Kitts, che lo vedono come un simbolo di riscatto per un’isola spesso dimenticata.
A Old Road Town, i bambini della Tyrrell-Williams Primary School sventolano cartelli con il suo volto, gridando che è “meglio di Messi”. La sua esultanza iconica – le mani sulle braccia, come se rabbrividisse – è diventata un simbolo, imitata dai giovani dell’isola. Per loro, Palmer non è solo un calciatore, ma un esempio vivente di come i sogni possano prendere il volo, anche da un angolo remoto dei Caraibi.
Cole Palmer visited St. Kitts and Nevis, where his grandfather was born and raised before migrating to England 🇰🇳
— Premier League (@premierleague) July 16, 2025
He was presented with a national jersey and indigenous Caribbean art, celebrating his heritage and the islands' pride in his achievements ❤️
📸 @TerranceDrewSKN pic.twitter.com/1Xp1LhjO87
Samal Duggins, ministro dello sport di St Kitts e Nevis, ha definito Palmer “un riflesso della nostra identità multiculturale”. La sua storia è quella di una famiglia che, dalla migrazione verso il Regno Unito, ha trovato nel calcio una via per il successo. “È un racconto che scalda il cuore, impossibile da inventare,” ha detto Duggins. Anche il primo ministro Terrance Drew ha lodato Cole, sottolineando come il suo orgoglio per le origini ispiri i giovani a credere in sé stessi.
Sull’isola, Palmer è una celebrità. Leslie “Sugar Bowl” Morton, voce di Freedom FM, lo descrive come “l’uomo con St Kitts nel sangue”. Le sue imprese con il Chelsea sono argomento di dibattito quotidiano, trasmesse con entusiasmo dalle radio locali. La sua popolarità ha persino spinto il governo a promuovere iniziative sportive, con l’obiettivo di scoprire nuovi talenti ispirati da lui.
Prima di consacrarsi con l’Inghilterra, con cui ha segnato nella finale di Euro 2024 persa contro la Spagna, Palmer è stato corteggiato dalla federazione di St Kitts e Nevis. Atiba Harris, presidente della federazione e cugino dell’ex difensore Micah Richards, ha rivelato al Daily Mail: “Cinque anni fa abbiamo provato a contattarlo, ma non sappiamo se i nostri messaggi siano mai arrivati.” I “Sugar Boyz”, la nazionale locale composta da giocatori di campionati minori e giovani promesse come Kyle Kelly del Liverpool U21, avrebbero accolto Palmer come un eroe. Harris, però, non ha rimpianti: “Gioca per l’Inghilterra, ma porta St Kitts nel cuore. Per noi è già un trionfo.”
🏴 Cole Palmer was given a hero's welcome in Saint Kitts and Nevis, his grandfather's birth place. 🇰🇳❤️ pic.twitter.com/SO1WhvmA8L
— Football Tweet ⚽ (@Football__Tweet) July 15, 2025
Sul campo, Palmer è una forza della natura. La stagione 2023-2024 lo ha consacrato come stella del Chelsea. In Premier League, ha disputato 34 partite, segnando 22 gol e fornendo 11 assist, per un totale di 33 contributi diretti, il migliore della lega. Tra i momenti salienti, una tripletta contro il Manchester United il 4 aprile 2024, con due gol oltre il 100° minuto, e un poker contro l’Everton il 15 aprile, il più veloce nella storia del Chelsea. Ha chiuso la stagione con 27 gol e 15 assist in tutte le competizioni, vincendo il Premier League Player of the Month ad aprile e il Chelsea Player of the Season.
Nella stagione 2024-2025, Palmer ha continuato a brillare. In Premier League, fino al 30 maggio 2025, ha giocato 37 partite, segnando 15 gol e fornendo 8 assist, con una media di 0,65 contributi a partita. In UEFA Conference League, escluso inizialmente da Enzo Maresca per il fitto calendario, è stato reintegrato per la finale, dove ha fornito due assist contro il Real Betis, guadagnandosi il titolo di uomo partita e contribuendo alla vittoria che ha reso il Chelsea il primo club a vincere tutte e quattro le competizioni UEFA. Nel recente Mondiale per Club, ha segnato due gol e fornito un assist nella finale vinta 3-0 contro il PSG il 13 luglio 2025, vincendo il Golden Ball come miglior giocatore del torneo.
Palmer detiene anche il record di 18 rigori segnati su 19 in carriera (94,74% di conversione), superando Yaya Touré per il maggior numero di rigori realizzati senza errori in Premier League . Nel 2024, ha battuto anche il record di Jimmy Floyd Hasselbaink per il maggior numero di contributi (gol+assist) in un anno solare con il Chelsea in Premier League.
It's what he does. pic.twitter.com/zsLhcDAG3S
— Chelsea FC (@ChelseaFC) July 14, 2025
Eppure, fuori dal campo, Cole rimane il ragazzo semplice di Wythenshawe. “Non mi interessa la fama, voglio solo giocare,” ha detto al Times. Le sue interviste, spesso brevi e arricchite da espressioni come “chippy chips” per indicare il suo amore per il fish and chips post-partita, lo rendono un personaggio autentico. Quando non gioca, torna a Manchester per stare con i genitori e la sorella Hallie, mantenendo salde le sue radici.
La storia di Cole Palmer è più di una favola calcistica: è il racconto di un ragazzo che unisce Manchester e St Kitts, l’Inghilterra e i Caraibi, dimostrando che il talento può superare ogni confine. Con la bandiera di St Kitts e Nevis sulle sue scarpette e l’orgoglio di una nazione nel cuore, Palmer non è solo una stella del calcio, ma un simbolo di speranza e identità per un popolo.