L'Inter riparte da uno degli eroi del Triplete 2010. Scopriamo, tramite l'aiuto di Kama Sport, quali sono stati i punti forza e di debolezza di Cristian Chivu nella sua ultima esperienza a Parma
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Nuovo capitolo della storia nerazzurra sotto la stella di uno dei protagonisti, a suo tempo, di una delle pagine più memorabili dei tempi recenti del club lombardo. I meneghini devono uscire, rialzando immediatamente la testa, soprattutto in virtù dell’imminente esperienza iridata, dagli incubi della triste notte di Monaco e lo faranno sotto la guida tecnica di Cristian Chivu, uno degli eroi del Triplete.
Il tecnico rumeno, che ben conosce l’ambiente avendo allenato anche le giovanili del club, ha terminato la prima avventura su una panchina di A con la salvezza a Parma, dove ha raccolto, nelle 13 partite disputate, 16 punti totali con 3 vittorie (tra cui quella casalinga contro la Juventus), 7 pareggi e 3 sconfitte - 14 gol segnati e 13 subiti. Il suo arrivo, dunque, ha cambiato rotta ad una stagione compromessa, tirando fuori dalle torbide acque della retrocessione i crociati e confermandone la permanenza nella massima serie. In questo articolo andremo ad analizzare i numeri tattici – sui dati forniti da Kama Sport – dell’esperienza parmense di Cristian Chivu.
Uno dei punti di forza del tecnico rumeno nell’esperienza emiliana è stata senza dubbio la solidità difensiva, soprattutto dal centro. Difatti, analizzando i dati degli attacchi subiti dalla fase intermedia del campo si denota una percentuale del 17,75% (6,08), ben più bassa rispetto alla media dell’intera Serie A, ferma al 22,73% (6,30). In virtù di questo, si deduce una maggiore difficoltà degli avversari di penetrare la linea difensiva parmense anche tramite manovra avvolgente, ove, anche in questa occasione, si trova un valore complessivo inferiore al medio della competizione disputata, con 5,39% su 6,37%, così come per il dato relativo agli ingressi in area da conduzione, tesi a rimarcare quanto sopra presentato, con il 28,29% su 29,22%.
La chiusura della linea di campo centrale, di concerto con l’attuazione della tattica del fuorigioco, ha permesso alla squadra di Cristian Chivu di subire poco da passaggio lungo.
Difatti, numericamente parlando, il Parma, sotto la sua gestione, ha subito il 2,44% degli attacchi da passaggio filtrante, su un valore medio di 5,59 della Serie A. Tuttavia, uno degli anelli deboli della difesa è stata sicuramente la fascia sinistra, dalla quale è sopraggiunto il 36,85% (12,62) delle controffensive avversarie, mentre da destra sono arrivate il 30,11% (10,31), poco più della media generale del 29,55% (8,20). Di conseguenza, il risultato dei valori degli ingressi in area subiti presenta una maggiore quantità da passaggio corto, con 36,59% su 33,37%, e da cross, con 17,56% su 16,01%. Da qui anche una delle debolezze, ovvero le palle inattive in favore della squadra avversaria.
Partiamo all’attacco analizzando il reparto offensivo. Una delle peculiarità dei gialloblù di Chivu è la costruzione da rimessa dal fondo, che riporta un dato complessivo di 5,23, di molto superiore rispetto al 2,64 medio della Serie A. Di conseguenza, il valore percentuale dello sviluppo offensivo partito dall’estremo difensore è del 39,74%, di cui l’11,76% con finalizzazione. Le zone predilette per la costruzione dell’azione d’attacco degli emiliani sono state il lato sinistro – con il 29,10% (6), in linea con il 29,55% (8,20) del complessivo del campionato - e la fascia centrale – con il 28,73% (5,92) rispetto al 22,73% (6,31) medio. Pertanto, la percentuale più bassa appartiene alla fascia destra, ferma al 25,37% (5,23) sul 29,08% (8,07), mentre gli attacchi a due zone (11,19%) restano in linea con la media.
La squadra del tecnico rumeno ha utilizzato molto l’affondo in verticale, come mostrano i dati sulla costruzione con verticalizzazione attestati al 21,41%, ben maggiori rispetto alla media del 13,62% - con un tempo complessivo di 15 secondi, inferiore rispetto ai 19 del medio avversario. Interessante anche il dato delle verticalizzazioni lunghe e rapide, sempre più alte rispetto al valore mediano della competizione, con, rispettivamente, 7,69 su 5,46 per il primo e 6,77 su 4,61 per il secondo.
Toccando un altro punto fondamentale, quello degli ingressi in area, si nota una maggiore percentuale sul dato sulla conduzione (29,93%), con una particolare attenzione a tre fattori caratterizzanti, ovvero i calci piazzati (13,61%, più alto della media), la rimessa laterale e il passaggio lungo. Per gli ultimi due il valore uscente mostra un maggior utilizzo rispetto al dato intermedio complessivo della Serie A. Difatti, per il primo ci si ferma sul 10,88%, larghissimo rispetto al 3,39 medio, mentre per il secondo si arriva all’8,16%, sul 5,59% del campionato. In tempi di costruzione restano in linea con le altre contendenti e si fermano ai 21 secondi, che diventano 22 con finalizzazione e 24 con sviluppo offensivo. Ulteriormente, le palle giocate in possesso sono state 383,62 di cui 231,77 dalla metà campo.