Marina Granovskaia, la signora del calcio europeo

La cessione del Chelsea segna anche l’uscita di scena di Marina Granovskaia, dirigente che negli ultimi anni ha rappresentato i Blues sulla scena internazionale.

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Il Chelsea è in vendita ormai da settimane e presto sarà il momento per i Blues di salutare l’era Abramovich. Insieme all’uomo d'affari russoseguiranno i saluti di diverse sue persone di fiducia che lo hanno accompagnato in questi anni vincenti a Londra. 

Tra questi, i media inglesi e le principali testate, sportive e non, hanno già anticipato la prossima partenza di Marina Granovskaia, attuale Amministratore Delegato del club e braccio destro dell’oligarca russo. 

Una figura centrale nel processo di sviluppo del Chelsea Football Club dall’approdo di Abramovich in poi. Un personaggio che negli anni ha saputo attirare gli elogi e l’attenzione di molti addetti ai lavori.

Alla fine della trattativa per portare Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus, il direttore dell’area sportiva Paratici ringraziò pubblicamente Marina, definendola “uno dei dirigenti sportivi più competenti al mondo”. 

Chi si è imbattuto nel suo nome però, avrà notato la scarsa quantità di informazioni sul personaggio, in particolare sulla sua vita privata. Condizione che ha attorniato Marina Granovskaia di un’area misteriosa.

 

Gli inizi nel buseiness del petrolio

Un profilo che alcuni media hanno provato a delineare e che in pochi sono riusciti a definire dalle origini. 

Potremmo parlare, quindi, di un basso profilo ma la realtà dei fatti è diversa. All’interno del club è stata sempre una figura dominante, colei la quale ha gestito in prima persona ogni evento, ogni questione da risolvere, valorizzare e concludere. 

L’unica vera figura che ha sempre affiancato Abramovich anche pubblicamente, un personaggio con il quale si è confrontato nei momenti di difficoltà e con il quale ha condiviso successi e vittorie. 

Marina comincia il suo percorso con il mondo dei grandi con il diploma all’Istituto di Danza e Musica di Mosca. 

Un percorso dal quale sembra aver preso la disciplina, la perseveranza e la rigidità, la capacità di stare al centro della scena senza risultare ridondante.  

Il percorso accademico prosegue poi nella Facoltà di Lingue straniere dell’Università statale di Mosca. Studi che le hanno consentito di aprire la propria mente, conoscere nuovi idiomi e nuove culture, che le hanno aperto le porte del mondo uscendo dalla grande ma pur sempre delimitata patria Russia. 

Già nel suo primo incarico, nel 1997 con la compagnia petrolifera Sibneft, intreccia il destino e il percorso con il proprietario dell’azienda, che è proprio Roman Abramovich. 

Marina si fa notare, ha un carattere forte, lavora duramente e si fa rispettare nel mondo del petrolio, tanto machista quanto quello del calcio. 

Roman ne apprezzerà la determinazione, la perseveranza e le sue capacità. Marina continua a crescere, a studiare, a dedicarsi anima e corpo alla Sibneft, curandone la parte amministrativa e le relazioni internazionali con i vari interlocutori stranieri. 

Nel 2003 Abramovic viene attratto dal mondo del calcio e acquista il Chelsea. Entra in un mondo inesplorato fino ad allora e una delle prime cose che fa convincere Granovskaia ad affiancarlo in questo progetto altamente ambizioso.

L’approdo a Londra

Marina risponde presente. Si tratta di  una donna in carriera, in rampa di lancio e proprio nel club di Londra esce dalla bolla russa affermandosi come manager di livello mondiale. Si parla spesso della scarsa presenza delle donne in posizioni di comando della football industry, ma lei è diventata nel tempo sicuramente un riferimento assoluto. 

I dipendenti del Chelsea rimangono subito sbalorditi dalla perseveranza, dalla dedizione e dall’impegno profuso in quegli uffici. 

Viene definita una persona dedita alla sua mission, tanto da ritrovarsi a lavorare ad orari assurdi ed in momenti impensabili. Il suo essere workaholic è sicuramente un'attitudine che conquista Abramovich e che si presta bene al contesto del calcio.  

Olivier Letang, Presidente del Lille, la descrisse così: “Quando la conosci, scopri una persona simpatica, divertente e molto colta”. 

Chi l’ha vissuta ogni giorno o quasi ha preferito condividere pareri discordanti rispetto a quelli di Letang. . 

Spicca nella sua carriera una specie di “macchia” che va trovata nel rapporto davvero complicato con i procuratori, sono infatti note le tensioni con Mino Raiola

È approdata a 29 anni nel mondo del calcio all’ombra di una figura ingombrante come Abramovich e anni dopo si è imposta come uno dei dirigenti più potenti di questa industria. 

Nel 2015 la rivista Forbes ha stilato la classifica delle donne più influenti dello sport mondiale considerando i profili di età compresa tra i 24 ed i 63 anni: la Granovskaia conquistò il quinto posto. 

Un anno prima, nel 2014, dopo l’addio dell’Amministratore Delegato Ron Gourlay, Roman lo sostituisce con la fidata Marina.  

Oggi probabilmente sarebbe candidata a salire almeno sul podio. Un carattere d’acciaio, duro ma allo stesso tempo consapevole. 

I tabloid inglesi andarono a nozze con la storia del rinnovo del capitano John Terry al quale, senza troppi pensieri, la Granovskaia si rivolse testualmente in questo modo: “O accetti questa cifra per il rinnovo, oppure te ne vai a fan***o”. John Terry, ovviamente, accettò.

Altri scontri degni di nota si registrarono prima con Josè Mourinho e poi con il “nostro” infiammabile Antonio Conte. Episodi tipici del mondo del calcio che ne hanno forgiato il carattere, delineando in maniera ancora più affascinante il profilo della manager russo-canadese. 

Di recente è entrata spesso nelle questioni di calciomercato collaborando con il proprio staff. Qualche errore è stato commesso, come nel caso Courtois, dove prendendo tempo per convincere il portiere belga a rinnovare si fece scappare il brasiliano Allison, ripiegando poi su Kepa, ultimo baluardo dalle prestazioni poi alterne. 

D’altro canto però, stiamo parlando della stessa  manager che ha portato a casa negli ultimi anni gente come Kai Havertz, Hakim Ziyech e Timo Werner, oltre che lo svincolato Thiago Silva, tutti protagonisti assoluti dell’ultima clamorosa e vincente stagione dei Blues culminata con la vittoria della Champions League.

Il club prima di tutto

 

La Granovskaia è un manager aziendalista ma nell’accezione positiva del termine. 

È colei che ha fatto da filtro per Abramovich tra le questioni di affari e quelle calcistiche, aiutando il magnate a rimanere sempre connesso e a prendere le decisioni più corrette. 

Rievoca quel tipo di persona che non chiamerà mai per chiedere un aiuto ma probabilmente risolverà la questione, nel bene o nel male, in assoluta autonomia, prendendosi tutte le responsabilità. 

A differenza del passato e dagli standard di investimenti russi nel mondo del calcio, si è mossa spesso in maniera pragmatica, con equilibrio, cercando di fare attenzione alle spese ed avendo una visione a lungo termine.

Così come è stato fatto, ad esempio, nella collaborazione creata con il Vitesse (anch’essa squadra guidata sino a poco tempo fa dell'oligarca russo Valeri Ojf) dove il Chelsea ha inviato in prestito diversi giovani talenti per farsi le ossa in prima squadra. 

Interessante anche il progetto “On loan programme” fortemente voluto dalla Granovskaia nel 2012 e coordinato dall’area scouting del Chelsea che tiene sotto controllo un numero enorme di giovani calciatori e dal quale ha “pescato” gente del calibro di Mason Mount e Tammy Abraham.  

Aziendalista anche nel convincere, sin da subito, la proprietà nel far trasferire il centro di allenamento dalla zona di Harlington (Londra) a Cobham, una piccolissima cittadina nella contea del Surrey: un luogo più tranquillo e riservato dove far allenare la squadra, un fortino invalicabile secondo i media sportivi inglesi. 

Un equilibrio mostrato e contestato anche nel delicato caso di Eva Carneiro, medico sociale del club, che intentò una causa contro il Chelsea per il mobbing dovuto ad atteggiamenti sessisti di José Mourinho

Da quanto emerso dal processo la Granovskaia mostrò subito grande vicinanza alla Carneiro chiedendole però di non divulgare nessuna notizia, soprattutto sui social. Il medico sociale non obbedì ed il risultato fu il suo allontanamento immediato. 

Come era prevedibile in questo caso, la Granovskaia ricevette diverse critiche di genere che gestì e rimbalzò senza troppi patemi d’animo. 

Visione glaciale, ma necessaria quando ti occupi degli aspetti tecnici, finanziari, gestionali di una delle squadre più importanti del mondo. Atteggiamento utile se devi far riferimento a Roman Abramovich. Approccio essenziale se vuoi emergere insieme al tuo club. 

Gli avvenimenti che ne hanno tastato il carattere e hanno diffuso la sua immagine al pubblico fanno intuire una cosa: Marina Granovskaia non ha mai avuto paura di fare scelte impopolari

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