Francia, sparisce la LFP, nuove regole per diritti tv e ingaggi: la riforma di Philippe Diallo

Il presidente della FFF ha svelato le misure per far uscire il calcio professionistico dalla crisi. Dieci squadre di Ligue 1 e Ligue 2 a rischio fallimento

Riforma Diallo Calcio Francia

Riforma Diallo Calcio Francia

Di fronte alla crisi, spazio alle grandi manovre. Parliamo di Francia e di calcio francese dove è in arrivo una riforma profonda, profondissima, del calcio.

Nell'ordine, come riporta l'edizione oggi in edicola de L'Equipe, sono previste la soppressione della LFP con passaggio ad una società commerciale della gestione. Viene rafforzato il peso della FFF (Fédération française de football) e la Direzione nazionale del controllo di gestione. Introdotta una nuova ripartizione dei diritti TV e del tetto salariale nonchè limitazione degli organici e apertura alle multiproprietà. Una rivoluzione.

Una rivoluzione che parte da un'immagine del calcio francese degradata (a dispetto della finale di Champions League del PSG), da molteplici conflitti e guerre intestine interminabili, una Ligue 1 quasi invisibile, il calo colossale dei diritti TV, l'incertezza audiovisiva che incombe sulla prossima stagione, la pirateria e ancora il deficit dei club stimato a 1,3 miliardi di euro dalla DNCG. Il precipizio non è mai stato così vicino. Alcuni club flirtano con la bancarotta. 

E in un contesto del genere che Philippe Diallo tenta cambiare il verso alla realtà e lo fa annunciando tutte queste azioni di sistema. Vediamole nel dettaglio.

Soppressione della Ligue de Football Professionnel

Partiamo dalla più eclatante, la soppressione della Lega del calcio professionistico francese, sostituita con una società commerciale dei club sullo stile della Premier League. Una decisione frutto del lavoro dei tre gruppi  su governance, regolamentazione finanziaria e lo sviluppo economico, a cui Philippe Diallo, con l'appoggio del Ministra dello Sport, Marie Barsacq, aveva demandato lo studio della riforma. 

«Non è cosmesi, è un progetto di rottura, innovativo, che mira a creare le condizioni per una futura ripresa del calcio professionistico», annuncia il presidente della FFF, rieletto lo scorso dicembre per un mandato di quattro anni (2024-2028). 

La volontà di quest'ultimo è chiara: riformare in profondità. «Non è una questione di uomini, ma di architettura», avverte, senza citare il nome di Vincent Labrune, il cui futuro sembra più che segnato se le riforme dovessero passare. 

«Propongo delle visioni, un'alternativa, e ciò che sto facendo, qui, avrebbe dovuto essere fatto dalla Lega. Essa avrebbe dovuto condurre questo dibattito per sapere come uscire dalla crisi. Mi sono reso conto che non era possibile perché c'erano troppe divisioni, quindi mi assumo le mie responsabilità. E non semplicemente per mettere delle toppe qua e là perché sono quattro o cinque anni che siamo in difficoltà e che prendiamo decisioni sbagliate». 

Le misure proposte da Diallo saranno discusse nel Senato di Francia entro il 10 giugno quando è calendarizzata la legge sulla riforma della governance dello sport professionistico. Dibattito al Senato a giugno, poi all'Assemblea nazionale e un voto «prima della fine del 2025» con un'attuazione della legge «al massimo durante la stagione 2026-2027». 

Dicevamo soppressione della LFP e passaggio a una società commerciale di club. Passare dalla attuale LFP ad una società commerciale comporta conseguenze profonde, in termini di immagine e di rifondazione. Per un totale sconvolgimento dell'architettura del calcio francese. 

Il ruolo della FFF

Con la modifica della natura della LFP cambia il peso della FFF, la Federazione, che viene fortemente rafforzato. In questo caso Diallo, ovviamente, gioca pro domo sua. Una scelta chiara ma che avrà senso solo se alle parole seguiranno atti concreti. 

Di certo c'è che se la legge verrà votata, il peso della FFF sarà rafforzato con la DNCG che passerebbe sotto la sua responsabilità e controllo. «Voglio che la FFF possa avere uno sguardo più attento sulle decisioni finali con in futuro maggiori capacità di intervento», aggiunge Diallo.

«È un cambiamento importante, ma siccome siamo in una crisi importante, penso che sia forse anche il momento giusto per prevedere qualcosa che sia in linea con i nostri tempi. Oggi, quando guardo l'Inghilterra, la Germania, l'Italia, la Spagna, i nostri vicini, penso che siano stati forse più innovativi nell'anticipare il loro modello organizzativo.» Leggi anche Concessione dello Stade de France: i retroscena delle trattative tra le federazioni di calcio e rugby e GL Events.

Diritti TV e Salary Cap

Un capitolo a parte merita il tema della ripartizione dei diritti TV, del tetto salariale, della limitazione degli organici e dell'apertura alle multiproprietà. Nella sostanza l'obiettivo è rinegoziare una migliore ripartizione dei diritti TV tra i club, l'introduzione di un tetto salariale per i club «con dettagli da definire», la limitazione del numero di giocatori per organico e ancora una riflessione sulla questione della multiproprietà.

La realtà è tale che le casse dei club, salvo rare eccezioni, sono vuote, e la prospettiva incerta dei diritti audiovisivi terrorizza buona parte dei dirigenti. Secondo L'Equipe una decina di squadre di Ligue 1 e Ligue 2 sono in preda a grandi difficoltà finanziarie al limite della bancarotta

«Se il Parlamento e i club non ne vogliono parlare, è un problema loro - conclude la presentazione della Riforma Diallo - Se nessuno vuole fare niente, se tutti considerano giusto che ci siano club che falliscono questo accadrà. Propongo delle riforme, aspetto progetti alternativi. Ma il tempo stringe ed è tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità». 

(Foto Catherine Steenkeste/Getty Images)

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