[ESCLUSIVA] Andrea Bini: “Operazione Nostalgia una community virtuale che è diventata un valore reale”

Alla vigilia dell’apertura del Festival della Serie A Social Media Soccer ha intervistato il fondatore della popolare Pagina Facebook

Intervista Andrea Bini Serie A Operazione Nostalgia

Francesco Totti, Andrea Bini e Roberto Baggio (Foto Serie A - Operazione Nostalgia)

Il 27 agosto 1999 la Lazio di Sven Goran Eriksson batteva a Montecarlo per 1-0 il Manchester United di Sir Alex Ferguson e conquistava la sua prima Supercoppa Uefa.

Tre mesi prima, la stessa Lazio e il Parma di Alberto Malesani avevano battuto rispettivamente il Mallorca di Hector Cuper e il Marsiglia di Rolland Courbis conquistando una la Coppa delle Coppe, il trofeo riservato ai vincitori delle coppe nazionali e la Coppa UEFA (l’antenata dell’Europa League).

L'Anno di Grazia 1999, oltre che del decennio, rappresenta lo zenit del calcio italiano delle stagioni sportive che vanno dal 1989-1990 al 1998-1999, decennio in cui il pallone nazionale ha conquistato 17 dei 40 trofei messi in palio dalla Uefa.

Nel dettaglio 3 Coppa dei Campioni/Champions League (Milan 1990 e 1994, Juventus 1996), 3 Coppa delle Coppe (Sampdoria 1990, Parma 1993 e la Lazio), 6 Coppa Uefa/Europa Leauge (Juventus 1990, Inter 1991, Juventus 1993, Inter 1994, Parma 1995, Inter 1998) e 5 Supercoppa (Milan 1990, Parma 1993, Milan 1994, Juventus 1996 e Lazio 1999). 

Ma non solo.

Negli Anni 90 la finale di Coppa Uefa è stata per quattro volte tutta italiana, Juventus-Fiorentina 1990, Inter-Roma 1991, Parma-Juventus 1995 e Inter-Lazio 1998. Così come è stata tutta italiana la finale di Supercoppa nel 1990 (Milan-Sampdoria), nel 1993 (Parma-Milan).

Per non tacere delle sfortunate sconfitte in finale. Della Sampdoria 1992 e due volte Milan (1993-1995) e Juventus (1997-1998) in Coppa dei Campioni/Champions League, del Parma nel 1994 in Coppa delle Coppe e del Torino nel 1992 in Coppa Uefa.

Serie A - Operazione Nostalgia

Spesso chi guarda al Calcio italiano del passato con celeste nostalgia sottolinea il bello espresso nei “Favolosi Anni 60” o il fatto che negli Anni 80 la Serie A era il “Campionato più bello del Mondo”.

Ma, dati alla mano, l’età dell’oro del calcio italiano è senza se e senza ma il decennio degli Anni 90. Un decennio che peraltro passa anche per una finale Mondiale persa ai rigori, per un Campionato Europeo perso al Golden Gol e per ben tre trionfi Europei con l'Under 21 1992, 1994 e 1996.

Questa lunga premessa per sottolineare un concetto, ovvero che guardare alla Serie A degli Anni 90 con Nostalgia è quasi un obbligo, un dovere morale.

Un concetto al quale si è ispirato Andrea Bini fondatore della popolare pagina Facebook (ma ormai attivissima su tutti i social) Serie A – Operazione Nostalgia.

Una community capace di uscire dal web e di diventare passione in carne ed ossa come testimoniano i frequentati raduni che durante il corso dell’anno solare riempiono gli stadi italiani quanto, e più, di un match di cartello in Campionato.

Per questo motivo, alla vigilia dell’apertura del Festival della Serie A, in programma dal 6 all’8 giugno a Parma noi di Social Media Soccer abbiamo intervistato in esclusiva proprio Andrea Bini. Ecco cosa ci ha raccontato. 

Ciao Andrea e grazie della disponibilità. Partiamo subito veloci e con una domanda quasi banale, Come nasce il progetto operazione nostalgia?

“Banale no, direi di no, perché la partenza è il tutto. Operazione Nostalgia nasce dalla passione mia nel ricordare, un Calcio legato agli Anni 90 e ai primi anni 2000. Un altro tipo di calcio, un po’ più tecnico, forse un calcio che faceva sognare un po’ di più a livello di giocate, quantomeno al sottoscritto. 

Abbiamo iniziato a postare ricordi e poi ho notato che all'inizio prendevi due like, poi 20, poi 200, poi 2.000 poi 20.000 fino a arrivare a numeri incredibili.  Allora mi sono iniziato a chiedere se veramente c’era questa domanda. 

E mi sono reso conto che c’erano centinaia e centinaia di fratelli in giro per l'Italia che parlavano la mia stessa lingua e che avevano la stessa nostalgia. Siamo cresciuti insieme. E da lì sono arrivate una serie di considerazioni. Ritroviamoci dal vivo, oltre le interazioni, facciamo dei raduni, conosciamoci, parliamo di calcio. Nasce tutto così in maniera tutto spontanea”

Qual è oggi la dimensione del progetto, sia in termini di follower che proprio a livello organizzativo?

“Il livello di follower lascia un po’ il tempo che trova. Nel senso che il posizionamento di Operazione Nostalgia in questi anni è un po’ cambiato, nel senso che noi siamo cresciuti e siamo diventati, tra virgolette conosciuti in Italia come una community

Però poi Operazione di Nostalgia nel corso di questi 10 anni è diventato un brand, capace di organizzare degli eventi di successo. Un brand capace di creare delle linee del merchandising molto richieste. Una naturale conseguenza.

Sui numeri diciamo che su Facebook siamo oltre un milione, e rimane comunque la fanbase storica, ma la cosa interessante è che abbiamo comunque oltre 400.000 utenti come database

Questa è la cosa interessante, è un numero fantasmagorico perché i biglietti oltre che sui social li vendiamo tramite DEM (direct e-mail marketing) e comunicazioni dirette. Ed è una cosa che ci fa veramente dormire sonni tranquilli sulla tenuta del progetto”. 

A proposito di questa fanbase. Che strategie di marketing e di comunicazione utilizzate con loro?

“Non abbiamo una vera e propria strategia, però cerchiamo sempre di offrire delle esperienze durante tutto l'anno. Soprattutto per chi ci segue da qualche anno, perché il concetto è quello di premiare le persone che ci seguono da svariati anni, rispetto magari a chi ha messo il like l'anno scorso. 

È sicuramente una cosa che mi piace molto come concetto

Di conseguenza poi facciamo delle attivazioni durante l'anno delle promozioni proprio in questo senso e di conseguenza riusciamo anche a gestire dei meeting e degli eventi con situazioni di questo genere”. 

Ormai siete una realtà che crea valore, come vi siete strutturati a livello organizzativo?

“Ti dico solo che da qualche anno, forse più di 10 anni, lavoriamo con e solo per Operazione Nostalgia, già questo è per noi una soddisfazione enorme. E in questi anni  abbiamo creato valore per le persone.

Certo Operazione Nostalgia è un business particolare da gestire. Noi in questo momento siamo più soci e poi ci sono collaboratori fissi durante l'anno e tanti altri consulenti che io li chiamo “stagionali” perché li attiviamo per la stagione, cioè giugno, luglio e gli eventi. Anche se poi durante l'anno non collaborano in maniera diciamo continuativa per Operazione Nostalgia. 

Eventi che ricordiamo per il 2025 sono 3, Domenica 8 giugno al Tardini di Parma, a Vicenza il 28 giugno al Romeo Menti e poi il 6 settembre a Reggio Calabria”.
 

Ritorno sui numeri. Che numeri vi aspettate dal Festival della serie A?

“Sul Tardini, quando abbiamo fatto l'incontro con i vertici della Lega Serie A, abbiamo trovato subito la quadra. Loro ci hanno detto “ok, noi facciamo il Festival e voi l'otto giugno a chiusura organizzate il vostro format che ormai è un qualcosa di molto seguito”.  

E noi stiamo rispettando gli accordi con i numeri delle persone soddisfatti. Quindi vorremmo riempire tutta la tribuna e gran parte della Tribuna Est del Tardini, quindi dalle 8.000 alle 10.000 mila persone”. 
 

Esistono progetti simili in giro, secondo te? In giro intendo in Europa, nel Mondo?

“In Europa? No penso di no, nel senso che siamo unici. Sai cosa manca a queste iniziative? Ed è un concetto che amo ripetere. Di partite tra ex calciatori ce ne sono tante. Alla fine della Fiera io non ho inventato nulla. Ma Operazione Nostalgia ha la particolarità che la gente viene lì perché si sente parte di un qualcosa. 

Ecco, lì forse non abbiamo competitor, perché non c'è una storia che parte da una community e ti senti parte di un contenitore. Poi c'è la partita.

Siamo tutti contenti e felici di esserci. Basta vedere cosa accade ai Fan Village che già alle 10 del mattino sono strapieni di migliaia di persone che vengono lì e si sentono parte di un qualcosa. 

Persone che vogliono la partita come se fosse un concerto.

In questo senso in giro per l'Europa non esiste nulla di simile. Ed è anche il motivo per il quale ci stanno richiedendo questo evento anche all'estero. Solo che vogliamo i passi giusti e con calma e consapevolezza. Non vogliamo iniziare a pensare solo ai numeri e perdere la passione per quello che stiamo facendo”. 
 

In chiusura. Mi incuriosisce molto il Fan Village, come funziona?

“Ti faccio l’esempio di questo panel del Festival della Serie A. Al Fan Village di Parma che sarà in piazza Ghiaia, un posto vicino allo stadio ma non vicinissimo. 

Ci aspettiamo il passaggio di 5-6.000 persone e ci serve tanto spazio questa volta. Non è semplice creare un Fan Village vicino allo stadio in questo caso siamo a 15 minuti dal Tadini. Ma noi abbiamo organizzato in modo che tutte le persone che verranno agli eventi andranno a riversarsi in questo Fan Village, perché ogni ora passeranno dei giocatori. 

Quindi al Fan Village è capace che trovi, Stoichkov, Zanetti, Bojinov, Dino Baggio e la gente impazzisce. 

In quel contesto c’è una dozzina di partner commerciali che vengono con il loro stand e cercano di ingaggiare per tot ore le persone e stimolarle in un acquisto o in un divertimento

In sostanza al Fan Village ti devi divertire, non devi venire perché devi comprare anche la maglietta. 

Magari poi la compri ma perché sei in un meccanismo di festa e quindi alla fine la compri. Noi siamo partiti dalla parte opposta, cioè stiamo facendo, diciamo tra virgolette del business, partendo sempre dalle persone. Facendole divertire”.

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