Arnold e gli Scaldapanchina, il fumetto che sconfigge il bullismo con il calcio

Il calcio come condivisione e amicizia: Arnold e gli Scaldapanchine, il fumetto della Almond Entertainment, combattono il bullismo con il pallone. La storia e le iniziative legate al protagonista del storia dal racconto di Dario Gulli

Combattere il bullismo, tematica tristemente attuale e viva, attraverso la potente arma del calcio è l’obiettivo del fumetto della Almond Entertainment dal titolo Arnold e gli Scaldapanchina, creata dal fumettista di fama internazionale Philip Osbourne e illustrata da Roberta Procacci. Una storia di amore per lo sport, di valori e di uguaglianza condivisa con diverse società di calcio quali Ternana, Pisa, Südtirol e Genoa. L’antieroe Arnold è pronto a girare il mondo per raccontare la faccia più pura e bella del pallone, quella della condivisione, dell’amicizia e dei legami stratti tra il campo e gli spogliatoi. La vicenda del protagonista, dalla nascita alle iniziative correlate, c’è stata raccontata da Dario Gulli, direttore creativo della Almond Entertainment.

Dario Gulli (Almond Entertainment): "Arnold è il portavoce di chi sa perdere e di chi sa aspettare"

Chi è Arnold e come nasce?

Arnold nasce come una book series pubblicata in libreria, successivamente ristampata con alcuni quotidiani. L’autore è il fumettista best sellers Philip Osbourne, già creatore di Diario di un Nerd, una delle storie per ragazzi più famose al mondo, con le illustrazioni di Roberta Procacci, altra figura molto nota di questo panorama. Abbiamo voluto dare un valore sociale al volto di Arnold, rendendolo per tutti. In qualche modo ci siamo riusciti, anche coinvolgendo alcuni club di calcio quali Ternana, Pisa, Südtirol, Genoa e la Lega Nazionale Dilettanti. Abbiamo regalato la pubblicazione del lavoro per renderlo maggiormente fruibile e per aumentarne il valore sociale”. 

In che modo lo avete diffuso e come portate la storia di Arnold in giro per l’Italia?

“Abbiamo chiesto alle diverse società aderenti di non venderlo, ma di renderlo gratuito durante le partite, nelle scuole – grazie al contributo di diversi Uffici Scolastici Provinciali –, diffondendolo anche in alcuni store o centri commerciali. Con Pisa e Südtirol abbiamo anche creato degli e-book gratuiti. Ambiamo ad una diffusione possibile, rispettando i limiti della tiratura”.

Cosa vi ha portato a parlare di una tematica così delicata, molto attuale, come il bullismo?

“Con il Südtirol – con la collaborazione di Excelsior e il Comune di Bolzano - abbiamo voluto creare un evento per la giornata mondiale contro il bullismo nello scorso febbraio per distribuire Arnold a tutti. La tematica è viva e anche viva negli spogliatoi di numerose squadre di calcio. Successivamente, dopo averlo distribuito, abbiamo continuato creando altre tre storie inserite nel giornale ufficiale del club elargito nelle gare interne al Druso. Tutto questo è la dimostrazione di quanto Arnold sia diventato un simbolo delle attività sociali nel mondo del calcio, destinate principalmente ad un pubblico più giovane”. 

Che messaggio vuole lanciare Arnold?

“La storia si chiamata, appunto, “Arnold e gli scaldapanchine”. In virtù di questo il protagonista rappresenta la maggioranza, è un antieroe, non di certo un fenomeno. Una squadra è fatta da un solo campione, ma per la parte più abbondante è formata da scaldapanchine. Arnold è il portavoce di chi sa perdere e di chi sa aspettare”. 

Quali sono gli altri progetti in programma?

“Con Arnold stiamo cercando di realizzare una serie a cartoon con Sky Media e continueremo a collaborare con diverse squadre di calcio. Abbiamo altre società interessate, a breve usciremo con il Genoa. I diritti di Arnold sono stati venduti in circa 22 nazioni, dall’Azerbaigian al Brasile, passando per gli Stati Uniti. Porteremo avanti la trilogia e continueremo con il nostro percorso di crescita. Nel frattempo, il prossimo 10 ottobre presenteremo le iniziative legate ad Arnold, in collaborazione con Armando Curci Editore, al teatro Alessandro Manzoni di Milano”.


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