La differenza tra Italia e Francia nel sostegno al calcio

Lo scorso 22 gennaio è stato approvato il decreto sostegni ter. In Italia il mondo del calcio non ha ricevuto gli aiuti richiesti da più parti, mentre la Francia ha stanziato un miliardo per sostenere il pallone.

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Appena varato il decreto sostegni ter lo scorso 22 gennaio, il mondo dello sport in generale ha tirato un sospiro di sollievo visto che sono stati stanziati 100 milioni di euro di aiuti per un settore considerato un pilastro della ripartenza post-pandemia.

Chi è rimasto scottato, anzi letteralmete fatto fuori da questi aiuti, è stato il mondo del calcio a cui non è stato "dirottato" direttamente neppure un euro nonostante le continue richieste fatte arrivare da più fronti al Governo di ampliare il plafond di investimento e centralizzarne una parte solo per questo settore.

100 milioni e molti pretendenti

Dei cento milioni stanziati c'è da dire però che più della metà appartengono al “fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano” e a cui il decreto da solo parzialmente la possibilità di utilizzo.

Gli sforzi del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali di ampliare l'investimento hanno trovato un muro da parte del Ministero dell'Economia che non ha mai dato una risposta chiara, ma soprattutto valida, al "no".

Già con la Legge di Bilancio la base del movimento sportivo ha subito un duro colpo non avendo inserito le risorse dedicate all’assunzione di docenti di scienze motorie e sportive nella scuola primaria a partire dalla quinta (2022-2023) e dalla quarta elementare (2023-24).

Le altre risorse che potrebbe intercettare il mondo sportivo sono quelle dedicate al rincaro dei prezzi dell'energia ma gli spettatori interessati sono moltissimi e, come detto, le risorse a disposizione poche.

Resta, invece, una speranza (nel breve periodo) per quanto riguarda la capienza degli impianti sportivi: ci si aspetta che si prenda come esempio il caso francese dove il Governo ha già riaperto stadi e palazzetti al 100%.

Bonus sponsorizzazioni e altri aiuti

Resta fermo il bonus sulle sponsorizzazioni: con 20 milioni il Governo ha confermato gli aiuti che comprendono il credito d’imposta derivante dalle sponsorizzazioni relativamente al periodo riguardante i primi tre mesi dell’anno.

Da evidenziare che questo provvedimento non interessa la Serie A, e soprattutto la seconda fascia del professionismo di calcio, basket e pallavolo. La norma prevedeva 180 milioni fra 2020 e 2021 ma il rifinanziamento per il 2022 era stata bloccato agli inizi della legge di Bilancio per poi essere di nuovo ammesso con una cifra molto più risicata.

Le spese sanitarie sono state inserite tra gli aiuti con altri 20 milioni. Queste risorse andranno sicuramente per i campionati di vertice delle tre discipline citate in precedenza, molto probabilmente non sufficienti per tutti gli interessati, ovvero quelli che da protocollo hanno l'obbligo di fare più tamponi. Dovrebbe essere cancellato il tetto imposto alle società più importanti da 100 milioni di “valore di produzione” che non aveva dato accesso alla prima tranche di aiuti (86 milioni per lo sport, di cui 56 per il calcio e cinque per la Serie A).

Alcune situazioni sono ancora in fase di definizione come ad esempio la possibilità di proroga del periodo di sospensione e rateizzazione dei versamenti fiscali e contributivi. In legge di Bilancio il rinvio era stato limitato ai primi quattro mesi del 2022, ma l'azione congiunta di FIGC e Ministero dell’Economia potrebbe riuscire a portare a casa una proroga che dovrebbe arrivare fino alla fine dell’anno.

Quest'ultimo potrebbe essere un provvedimento decisivo per il campionato di Serie A, che nel periodo della pandemia ha perso 1,1 miliardi di euro.

Per questo risuonano forte le parole che ieri Beppe Marotta, Amministratore Delegato dell'Inter, ha rilasciato a Il Sole 24 ore in cui ha fatto un'analisi a 360° della situazione economica del nostro calcio e un vero e proprio attacco al Governo per la gestione degli aiuti post-pandemia e della gestione della capienza negli stadi.

"É indubbio che con mascherina ffp2, super green pass e la capienza ridotta al 50% gli impianti all'aperto siano spazi sicuri. Aver dovuto ridurre gli ingressi a 5mila spettatori è stata un'ulteriore dimostrazione di serietà e un ulteriore sacrificio per la nostra società. Per questo negli ultimi provvedimenti del Governo come la legge di Bilancio e il decreto Ristori ci saremmo aspettati più considerazione", ha detto l'AD sport dell'Inter.

Per quanto riguarda San Siro e tutti gli altri stadi il dirigente nerazzurro ha aggiunto: "con le misure di contenimento che abbiamo già, se la Francia si prepara ad accogliere il 100% di tifosi, come già fatto dall'Inghilterra, che senso ha per noi restare inchiodati a cifre più basse? Il nostro mondo fa fatica a farsi riconoscere per quello che è, però come si fa a ignorare il fatto che il calcio professionistico è un comparto industriale come gli altri? Che ha un giro d'affari pre pandemia di quasi 4 miliardi e ne versa all'Erario ogni anno 1.2?".

Andando ad analizzare questi due anni di pandemia, vediamo come lo sport italiano abbia ricevuto dallo Stato quasi 2 miliardi e mezzo (8 quelli stanziati della Francia, prima in Europa per aiuti allo sport), anche se spesso senza una connessione con le reali perdite subite rispetto al 2019.

Non sono state colmate le perdita dalla biglietteria che hanno interessato tutti gli sport a tutti i livelli, soprattutto quelli di vertice. Durante questo periodo di incertezza e caos un altro tema ancora più preoccupante, mai toccato dal Governo, è stato secondo alcuni enti di promozione sportiva la ripida discesa del numero di praticanti. Una diminuzione che ha prodotto un danno sociale non indifferente per le famiglie e soprattutto per i giovani.

I cugini d'oltralpe stanziano 1 miliardo

Come detto, il Governo francesce dall'inizio della pandemia ha stanziato circa 8 miliardi di euro. Il Premier Macron fin da subito ha sottolineato l'importanza dello sport per i cittadini e la sua valenza sociale e di aggregazione in un momento in cui di aggregante non può, per forza di cose, esserci niente.

Il calcio francese non avrebbe retto senza l'aiuto dello stato. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, oltre alla pandemia c'è stato un crollo di entrate riconducibile al crollo delle vendite dei diritti tv, facendo aleggiare lo spettro del fallimento per alcuni club di Ligue 1.

Rischi annullati grazie all’intervento del Governo di Macron che ha garantito aiuti per circa un miliardo solo per il calcio professionistico, anche in vista dell’Olimpiade del 2024 che si svolgerà a Parigi e che sarà un'importante vetrina mondiale per tutto il paese.

La ministra dello Sport Maracineanu, ex campionessa di nuoto, ha ricordato che "a fronte di perdite stimate a 1,3 miliardi, i club di Ligue 1 hanno ottenuto finora 687 milioni in prestiti al tasso dell’1%, 48 milioni di contributi a fondo perduto e altri 200 milioni in tasse cancellate. Dal 2 febbraio, gli stadi torneranno ad accogliere i tifosi senza limiti. Dal 16, con possibilità di ristorazione. Ai tifosi, come agli atleti, verrà chiesto di esibire il super green pass".

Il governo, per quanto riguarda lo sport, è intervenuto senza titubanze con un sistema di ristori finalizzati a mantenere in vita il tessuto sociale e associativo, oltre che il mondo del professionismo. Per quanto riguarda gli impianti sportivi importante è stato l'aiuto per le perdite derivanti dal blocco delle presenze negli stadi o palazzetti, stanziando 107 milioni nel 2020, 110 nel 2021 e circa 100 milioni, in via di definizione, per il 2022.

Con l'arrivo della variante Omicron e l'obbligo delle tre settimane di nuove restrizioni agli impianti sportivi, il governo è corso subito in aiuto dello sport, allungando le scadenze sui prestiti agevolati e inserendo alcune esenzioni per tasse e contributi.

Il tutto in maniera tempestiva con tutti i soggetti ineteressati riuniti insieme: ministeri, federazioni, comitato olimpico nazionale, enti e associazioni, tutti verso un obiettivo comune.

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