Serie C, Gravina rilancia la grande riforma: i costi e i benefici economici

Gravina:"Le criticità economico-finanziarie che riguardano tutto il calcio si acuiscono in modo particolare in Lega Pro, imponendo una riflessione seria. La situazione è diventata insostenibile"

Marani, Gravina e la Riforma della Serie C

Marani, Gravina e la Riforma della Serie C

La sostenibilità è uno dei problemi chiave del sistema calcio in Italia e in queste ore sono emerse nuove criticità circa il rispetto delle scadenze da parte di alcune società di serie C, con Taranto e Turris in particolare che sono a rischio di penalizzazione o anche di esclusione dal campionato, tanto da indurre il presidente della Figc, Gabriele Gravina, rieletto due settimane fa, a sottolineare la gravità della situazione, rimettendo sul tavolo il tema delle riforme.

"Le criticità economico-finanziarie che riguardano tutto il calcio si acuiscono in modo particolare in Lega Pro, imponendo una riflessione seria - ha detto il n.1 del calcio italiano all'ANSA -. La situazione è diventata insostenibile".

 

La posizione di Marani

Un allarme-appello che viene accolto dal presidente di Lega Pro, Matteo Marani, il quale sottolinea che la serie C ha dato la disponibilità "a rendere ancor più severi e stringenti i criteri di iscrizione", anche se "la Serie C concorre solo in minima parte" alle perdite annuali del calcio italiano, che ammontano a circa 700 milioni.

L'intervento di Gravina non coinvolge solo la terza Lega professionistica, perchè il presidente Figc si appella "al senso di responsabilità delle componenti federali affinché tutti facciano la propria parte".

"Bisogna tornare a discutere di una riforma che abbia l'obiettivo di rendere finalmente sostenibile il calcio italiano - afferma Gravina -, magari partendo dalla bozza che ho proposto un anno fa. L'importante - sottolinea - è non arroccarsi dietro il cosiddetto 'diritto d'intesa'.

La riforma

Il 'piano strategico' proposto da Gravina propone, prima di andare ad un eventuale revisione dei format (taglio del numero delle squadre da 60 a 36, due gironi da 18), di mettere in sicurezza i costi, con un inasprimento delle norme, una gestione più oculata dei club , sottoposti a maggiori controlli.

Secondo Marani, le criticità economico-finanziarie del calcio italiano sono "un tema di vecchia data, almeno ventennale: alcune cose sono state riformate ma ne servono altre di tipo strutturale".

Oltre a stringere le redini sulle iscrizioni, il n.1 della Lega Pro sostiene che "l'altra esigenza è creare un sistema di selezione sulle nuove proprietà, garantendo anche con l'aiuto del governo una trasparenza maggiore al sistema".

"Con lo spirito costruttivo che a Lega Pro ha dimostrato negli ultimi due anni. Il cambiamento è un tema culturale ed educativo che ci ha spinto verso la riforma Zola per i giovani ed a introdurre, in via sperimentale dal prossimo anno, il salary cap per i nostri club - conclude Marani -. Noi comunque confidiamo che il calcio italiano, tutto unito, possa migliorare la propria salute".

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

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