C'era una volta il talento: la storia di Vincenzo Sarno

Oggi calca i campi dilettantistici della Campania. Tempo fa venne scovato e prelevato addirittura dal Torino. Una vicenda romantica da rispolverare

Photo by Marco Luzzani/Getty Images

“Il treno dei bambini” è un toccante film proposto da Netflix nel 2024 con protagonisti Serena Rossi e Stefano Accorsi. La pellicola narra di una madre meridionale costretta a spedire il figlio al nord nell'immediato secondo dopoguerra in cerca di un futuro degno. Il senso di nostalgia verso la propria terra d'origine domina in gran parte contagiando pure lo spettatore. Bene, la vicenda di Vincenzo Sarno con le dovute proporzioni possiamo collegarla a quella del lungometraggio.

Da Secondigliano a Torino

L'11 marzo 1993 a Secondigliano nasce un predestinato. La Campania da sempre è una fucina di talenti del calcio. La natura ha costantemente donato ai bambini di quella porzione dello stivale doti tecniche fuori dal comune. Nella maggior parte dei casi il talento all'alba dell'esistenza viene coltivato per strada, non certo in lussuosi centri dotati di erba sintetica ed ogni comfort immaginabile. Sognando Del Piero, parafrasando un'altra pellicola cinematografica cult che chiamava in causa David Beckham, il piccolo Vincenzo immagina le luci della ribalta con un pallone tra i piedi dal giorno alla notte, senza sosta.

Classe pura

La Gaetano Scirea Secondigliano è la scuola calcio che in principio offre l'opportunità a Sarno di crescere in un ambiente sano con quell'aspirazione costante di sbarcare il lunario nel gotha del professionismo. Passa il tempo e man mano inizia a girare voce di un funambolo ancora ragazzino che nei pressi di Napoli con la sfera tra i piedi fa cose impressionanti. Osservatori da tutto il Belpaese sgomitano per visionare il gioiellino. Gli emissari più scaltri, però, sono quelli del Torino. Il club granata sbaraglia la concorrenza e preleva Vincenzo per la modica cifra di 120.000.000 di lire. Una spesa monstre per un ragazzino.

Le luci della ribalta

Il caso Sarno-Torino strappa le prime pagine della cronaca a livello nazionale. Vincenzo viene perfino invitato a partecipare a note trasmissioni televisive con ospiti d'eccezione come Roberto Mancini e, in collegamento, proprio Alex Del Piero. Tutto fantastico, fantasmagorico, palpitante. Poi c'è la dura realtà. “Sarà la nostalgia”, cantava il compianto Sandro Giacobbe. Ecco, l'enfant prodige in Piemonte non riesce ad ambientarsi. L'aria partenopea chiama a gran voce e lui ad un certo punto decide di salutare la compagnia granata.

La seconda vita calcistica

Nel 2004 torna alla carica ed entra di diritto nel florido vivaio della Roma. A Trigoria l'idillio dura appena un'annata trascorsa alla corte della selezione Under 17. Da quel preciso momento in avanti Sarno intraprende un lungo viaggio tra Serie C e cadetteria. Sangiovannese, Giulianova, Brescia, Potenza, Pro Patria, Reggina, Virtus Lanciano e Virtus Entella. La seconda svolta della carriera giunge in quel di Foggia. Nell'estate del 2014 da quelle parti sbarca un rampante allenatore: Roberto De Zerbi. Il neo mister rossonero vede in Vincenzo tante peculiarità che aveva da giocatore. Il mancino vellutato di Sarno diventa un appuntamento da sballo per i caldi tifosi dello Zaccheria. In Puglia Vincenzo ci resta fino al 2018, sfoderando prestazioni da applausi pure con mister Stroppa. Padova, Catania e Triestina saranno le fermate successive nel cammino del campano tra i professionisti. Il talento mai sbocciato definitivamente torna alle origini e nel 2023 firma per il Casalnuovo. Una fugace parentesi al Pompei e, infine, l'approdo al Portici. A 37 anni Vincenzo Sarno ha vissuto tante vite sportive. La sua storia doveva essere raccontata. Oltre 50 reti messe a segno sui campi dello stivale meritano tanta ammirazione.

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