Doccia fredda, potenzialmente gelata, per alcune società del massimo campionato italiano. I dati sul parametro del costo del lavoro allargato rischia di mettere a repentaglio le strategie di mercato già a gennaio
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Ore calde a livello economico-finanziario per sei compagini della Serie A. Sul piatto dell'acceso dibattito c'è la voce dei rispettivi bilanci inerente al costo del lavoro allargato. Una questione assai complicata che, in soldoni, minaccia di bloccare il mercato in entrata e in uscita delle squadre prese in esame dalle autorità competenti in materia.
La soglia consentita, calcolata confrontando lo stesso costo del lavoro allargato e i ricavi, è stata portata al 70% rispetto al limite superiore dell'80% esistente in passato. Queste le sei squadre potenzialmente coinvolte nella criticità: Atalanta, Lazio, Napoli, Torino, Genoa e Fiorentina. Recentemente il direttore generale della Dea Umberto Marino, durante la sessione del Consiglio federale, ha rivendicato presso la Lega Calcio Serie A la necessità delle società di mantenere la soglia all'80% escludendo inoltre i calciatori Under 23 da tale calcolo.
La FIGC sembrava aver in linea di massima accolto l'istanza dei club del massimo torneo nazionale, inserendo però nell'ultima delibera una postilla che smuove non poco il castello economico-finanziario delle suddette compagini. In pratica l'organo presieduto da Gabriele Gravina ha depennato dal calcolo i giocatori Under 23, prendendo però in considerazione solo quelli convocabili dalle selezioni azzurre. Le pedine straniere, quindi, non rientrano nella particolare eccezione.
In tal modo il Napoli si troverebbe in seria difficoltà con la gestione di Rasmus Hojlund. Il centravanti danese è costato in totale ai campani 50 milioni, suddivisi tra i 6 spesi per il prestito e gli altri 44 da sborsare per l'obbligo di riscatto in favore del Manchester United. Se la modifica apportata dai vertici federali avesse compreso anche i calciatori stranieri, il bilancio partenopeo avrebbe presentato un ammortamento meno impattante. In cosa consiste allora l'ammortamento nell'ambito calcistico? Sarebbe, in parole povere, la ripartizione del costo del cartellino di un giocatore nei vari anni di durata del contratto stipulato al momento del suo acquisto. Il prezzo pagato, infatti, viene immesso a bilancio anno per anno al fine appunto di alleggerire (ammortizzare) la pesantezza dello stesso.
In vista della sessione invernale e poi di quella estiva del calciomercato 2026, a meno di sviluppi a stretto giro di posta, le sei società citate in precedenza dovranno estrarre dal cilindro operazioni lungimiranti per creare ad hoc delle plusvalenze. La Lazio del patron Lotito, ad esempio, ha già dovuto affrontare il blocco totale delle trattative a causa del famoso “indice di liquidità”. Entro il 30 novembre prossimo, ricordiamo, tutte le compagini di Serie A dovranno procedere alla presentazione dei bilanci, riferiti al periodo antecedente il 30 settembre, presso la Commissione preposta ad una accurata analisi dei documenti.