Calciomercato: le mire espansionistiche del Galatasaray puntano ancora verso la Serie A

C'è un filo conduttore che unisce Italia e Turchia? Certo, più di uno in realtà. Da un lato le fiction prodotte a Istanbul e dintorni che tengono incollate dinanzi allo schermo milioni di donne del Belpaese, dall'altro una chilometrica lista di calciatori passati negli anni dalla Serie A alla Super Lig

Photo by Ahmad Mora/Getty Images

Victor Osimhen è solo l'ultimo nome ad aver fatto sobbalzare dalla sedia i puristi del genere che stendono un velo pietoso sulla deriva milionaria del pallone contemporaneo. Il calciomercato, d'altronde, è una delle voci più discusse dello scottante tema della football industry (che ovviamente annovera tante altri ramificazioni). Il nocciolo della questione non riguarda la quantità di denaro speso per comporre un team di livello, ma il modo in cui i soldi medesimi vengono investiti in sede di trattative. Il Galatasaray da sempre guarda alla nostra Serie A con ammirazione da un certo punto di vista, ma al contempo con una voglia sfrenata di strappare al grembo materno dello stivale i pezzi pregiati.

L'epopea di inizio secolo

Il club giallorosso è una delle due facce della medaglia di Istanbul. Il derby con i rivali acerrimi del Fenerbahce costituisce materia di studio sociologico e culturale. Il Galatasaray è un sodalizio dalla storia che sorge nella notte dei tempi. Ciononostante l'epoca più luminosa si collega ad un preciso asse temporale e a due iconici personaggi. Il riferimento non casuale è all'epopea vissuta a cavallo tra gli anni ‘90 e l’avvento del nuovo secolo. Poi ci sono gli uomini che hanno costruito il capolavoro indelebile nella mente dei tifosi: Fatih Terim e Gheorhe Hagi. Stagione 1999-2000: tre metri sopra il cielo. Il Gala arriva in finale di Coppa Uefa e piega la resistenza dell'Arsenal nella cornice del Parken Stadiun di Copenaghen. La cavalcata precedente vede cadere nell'ordine Bologna, Borussia Dortmund, Maiorca e Leeds. Rievochiamo i nomi di quella formazione: Taffarel in porta. Capone, Korkmaz, Popescu e Penbe in difesa. Umit Davala, Kaya e il già citato Hagi a centrocampo. Okan Buruk (attuale mister dei giallorossi), Erdem e Hakan Sukur in attacco. Stesi i Gunners di Wenger,  i Terim boys nel seguente mese di agosto mandano al tappeto al Louis II di Monaco pure il Real Madrid posizionando in bacheca la Supercoppa europea. Jardel e Raul impattano sull'1-1 con due rigori nei tempi regolamentari. Ai supplementari è di nuovo il bomber brasiliano, apparso anni dopo nel più totale anonimato in quel di Ancona, trova il guizzo del definitivo 2-1.

La parentesi Rijkaard

In quel preciso frangente storico il Galatasaray stacca una spina che ancora non ha riattaccato. Certo, in Turchia i giallorossi dominano sovente la scena dividendosi la fetta della torta dei campionati e delle coppe nazionali con i cugini del Fenerbahce. Di contro, però, in Europa la gloria appare ancora distante. La nostra analisi parte dalla stagione 2009-2010. I vertici del club optano per la prestigiosa chiamata dell'olandese Frank Rijkaard al timone della squadra. Elano dal Manchester City e Keita del Lione sono i nomi altisonanti prelevati sul mercato. Profili che vanno ad aggiungersi ai già presenti Milan Baros, Harry Kewell e Giovani Dos Santos. In campionato arriva un terzo posto, mentre in Europa League si materializza l'eliminazione ai sedicesimi di finale. Anonima l'annata successiva, culminata con un ottavo posto in Super Lig e un addio all'Europa League dopo gli spareggi. In panchina si cambiano ben quattro allenatori. Da Rijkaard a Gheorghe Hagi passando per Under e Terim. Gli acquisti dispendiosi di Misimovic e Insua si rivelano infruttuosi. Si volta pagina per il 2011-2012. Fatih resta alla guida del gruppo che viene arricchito dagli innesti dei vari Muslera, Ujfalusi, Eboué, Felipe Melo, Riera e Johan Elmander. La giostra gira bene e a fine corsa si aggiudica il campionato. Il Gala concede il bis nel 2012-2013 sempre in Super Lig, ma al ritorno in Champions League soccombe ai quarti di finale ai Blancos.

Il ritorno del sergente Fatih e i successi del Mancio

La stagione 2013-2014 parte con Terim in plancia di comando, ma a fine settembre la società ordina il passaggio del testimone con Roberto Mancini. La campagna trasferimenti porta in terra turca il terzino Telles, Bulut e Chedjou. Furoreggia in attacco Burak Yilmaz con 18 reti totali. Spuntano i nomi celebri di Wesley Sneijder e Didier Drogba. Il fantasista olandese, eroe del triplete interista nel 2010 con Mourinho, mette ko la Juventus di Conte nel rimanente recupero dell'ultimo match del girone di Champions League contro nel pantano della Telekom Arena. I giallorossi, però, capitolano al cospetto del Chelsea agli ottavi. In campionato Guillermo Burdisso e compagni giungono secondi. Il mister di Jesi può comunque esultare grazie ai trionfi in Coppa e Supercoppa di Turchia. Altro giro, altra corsa. Annata 2014-2015: Prandelli è il nuovo tecnico. All'altezza di novembre le cose girano male e l'ex trainer della Fiorentina viene esonerato in luogo di Hamzaoglu. Ai titoli di coda sarà scudetto con successo anche in Coppa nazionale. Dzemaili, Bruma e Pandev gli affari in entrata più sensazionali. Passano le stagioni, tra diversi titoli in ambito locale e quella scomoda costante di prestazioni continentali non sempre degne di nota.

Gli investimenti di Cengiz

Il Galatasaray imprime una marcia sostenuta nelle stanze del calciomercato soprattutto a partire dalla pre-season 2022-2023. Il Presidente Mustafa Cengiz raccoglie ingenti risorse per regalare all'allenatore Okan Buruk un roster completo in ogni reparto. Firmano in breve Torreira, Mertens, Icardi e Zaniolo. 10 milioni per il bomber argentino dal Paris Saint-Germain, 6 milioni per il centrocampista uruguaiano dall'Arsenal, 15 milioni per Nicolò dalla Roma. Il belga invece si era liberato gratuitamente dal Napoli. Approdiamo all'annata 2024-2025, quella in cui la proprietà giallorossa si scatena ulteriormente con i due ingaggi di Morata e Osimhen. Stessa formula per accogliere i due assi, cioè il prestito. Per lo spagnolo il patron Cengiz sborsa 6 milioni in favore del Milan, per il nigeriano invece il trasferimento temporaneo è gratis. In estate Victor esprime il desiderio di rimanere a Istanbul a titolo definitivo. A quel punto tra il Gala e il Napoli si scatena una telenovela bollente. De Laurentiis alza il prezzo e chiede ulteriori garanzie sulle modalità di pagamento del cartellino dell'ex Lille. La querelle va in archivio dopo settimane di dialoghi tra le parti con i turchi che versano 75 milioni sul conto in banca partenopeo, assicurando al giocatore uno stipendio di 16 milioni netti più bonus fino al 2029. Scusate se è poco.

Altri affari in Italia

Il saccheggio turco in Italia finisce qui? Neanche per idea. Il Galatasaray ha messo nel bersaglio dei prossimi obiettivi di mercato Ademola Lookman e Hakan Calhanoglu. Atalanta e Inter sono avvisate. Nei mesi scorsi l'attuale capocannoniere della Serie A aveva mostra embrionali insofferenze dalle parti della Pinetina. Si attendono sviluppi. Fabrizio Romano su Youtube ha svelato che il club giallorosso potrebbe bussare alla porta di altre compagini dello stivale per nuovi mirabolanti colpi.

Il Gala di oggi

Attualmente la rosa del Galatasaray conta 27 elementi, di cui 12 stranieri (44,4%), con un'età media pari a 27,1 anni. Questa la ripartizione per reparti: 4 portieri, 9 difensori, 7 centrocampisti, 7 attaccanti. Il valore totale della truppa giallorossa ammonta a 305,2 milioni con un saldo trasferimenti negativo di 132,3 milioni. Il cartellino più prezioso è quello appunto di Victor Osimhen con i suoi 75 milioni. Estremamente distanti gli altri, con l'ivoriano Singo che si attesta sui 28 milioni secondo in questa particolare graduatoria. La presenza in lista di Gundogan e Sané testimonia le velleità in campo internazionale del sodalizio del Bosforo.

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