La settima arte rende omaggio al calcio

Un viaggio dalle storie vere ai capolavori d'arte, con consigli per la tua estate

Fuga per la Vittoria

Foto dal sito www.mymovies.it

In questi giorni di semi-relax, in occasione del ponte del 2 giugno, ho visto la pubblicità del film Chi segna vince (2023). Incuriosita, l’ho guardato (ve lo consiglio vivamente, se non lo avete ancora visto!). È ispirato a una storia vera: quella della squadra di calcio delle Samoa Americane, diventata famosa non per i successi, bensì per la più clamorosa sconfitta della storia del calcio — 31 a 0 — durante la partita del 2001 per le qualificazioni ai Mondiali FIFA

Le arti, ognuna a modo suo e con diverse interpretazioni, hanno reso omaggio al gioco del calcio. Nella pittura, sono spesso immortalate le gesta, le imprese o i momenti salienti di questo incredibile sport. Il cinema, invece, che ha la capacità di catturare movimento e narrazione, tende a raccontarci storie di vita reale, vissute da personaggi realmente esistiti o da squadre che, a modo loro, hanno cambiato il mondo. Il cinema può rappresentare il calcio come uno spettacolo, con momenti di tensione, azione e passione. La pittura, invece, si concentra sulla bellezza estetica del gioco, sulla dinamicità dei movimenti o sulla rappresentazione della folla e dell’atmosfera. 

Ma il cinema, che è un linguaggio universale, da sempre ha corteggiato il mondo del calcio, rendendogli omaggio. Credo che tutti gli appassionati di cinema, giovani inclusi, ricordino il film Escape to Victory (Fuga per la vittoria, 1981), in cui per la prima volta Pelé interpreta un ruolo fuori dal “suo” campo, pur rimanendo comunque O Rey. Si dice che Sly (Sylvester Stallone) accettò il ruolo solo per il piacere di lavorare con Pelé. Il film, dedicato alla vera storia della “partita della morte” tra ex giocatori della Dinamo e della Lokomotiv Mosca e una rappresentativa della Luftwaffe, mostra il lato sportivo ed extra-calcistico di questo gioco, evidenziando quanto il cinema lo abbia spesso utilizzato come scenario per raccontare storie umane, mettendo in luce difficoltà, lotte e vittorie (anche politiche) di individui e squadre.

Più recente è il film dedicato proprio a O Rey, uscito nel 2016 e riproposto qualche giorno fa su Canale 5. Racconta la biografia di uno dei più grandi (forse il più grande) calciatori della storia, ma anche la storia di «un ragazzo che non aveva niente, ma che è riuscito a cambiare tutto».

Nella pittura, gli artisti possono concentrarsi sulla bellezza del gioco, sulla dinamicità dei movimenti dei giocatori, sulla forma del pallone e sui colori del campo, reinterpretandoli attraverso diversi stili artistici. La pittura riesce a rappresentare l’atmosfera frenetica dello stadio, la folla in festa e la passione degli spettatori. Il cinema, grazie al movimento, trasforma il calcio in uno spettacolo visivo fatto di azione, goal memorabili ed emozioni forti. La pittura, invece, utilizza tecniche come la sfumatura o la distorsione per suggerire il dinamismo. 

Prima di Fuga per la vittoria, molti altri film erano già stati dedicati al mondo del calcio, spesso usato come metafora della vita, con i giocatori a rappresentare ruoli sociali e le squadre come simbolo di comunità diverse. Ammetto che, cercando un po’, ho scoperto anche il primo film — ormai dimenticato — dedicato al calcio: Cinque a zero (1932), diretto da Mario Bonnard. Un film che meriterebbe di essere riportato alla ribalta: mette in luce un momento storico della società italiana dell’epoca e contiene la prima vera rappresentazione del calcio come elemento fondante della cultura popolare. Inoltre, celebra una delle rare occasioni in cui la Roma batte 5 a 0 la Juventus

Diciamo che, dal 1932 in poi, il cinema non ha mai abbandonato il calcio e i suoi protagonisti. Cito alcuni film che, confesso, non ho ancora visto, ma che forse qualcuno di voi conosce: 

  • 11 uomini e un pallone (1948, Giorgio Simonelli)
  • L'inafferrabile 12 (1950, Mario Mattoli)
  • La domenica della buona gente (1953, Anton Giulio Majano) 

Il cinema è una forma d’arte narrativa, un po’ come la scrittura, che racconta storie complesse anche attraverso lo sport. La pittura, invece, può concentrarsi su un momento specifico, senza una trama, ma con grande potenza evocativa. Gli artisti possono focalizzarsi sui ritratti dei giocatori, sulla loro individualità e forza, mentre il cinema riesce a mostrare il calcio da molteplici angolazioni: lo spettacolo e l’umanità. 

Ora, con i mesi estivi alle porte e un po’ di tempo libero a disposizione, se amate il calcio e avete voglia di rilassarvi, ecco alcuni suggerimenti personali tra film e serie TV, partendo dai più “vecchi”:

  • Sognando Beckham
  • Hooligans
  • Offside (una perla…)
  • In campo per la vittoria
  • Goal! (una saga arrivata a tre film)
  • The Beautiful Game
  • The English Game
  • Il grande gioco
  • David Beckham: Squadre da salvare
  • Dream Team
  • Speravo de morì prima 

Buona visione e, poi… fatemi sapere quale vi è piaciuto di più!

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