Hervé Renard, l’allenatore che in camicia D&G ha conquistato l’Africa

La storia in panchina del tecnico francese è incentrata nel continente africano. Renard è l’unico ad aver vinto la Coppa d’Africa con due nazionali diverse. Dal Cambridge United alla FIFA World Cup in camicia bianca.

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In molti lo reputano il re delle panchine esotiche, avendo incentrato la sua carriera prevalentemente nel calcio con le nazionali africane. Di sicuro Hervé Renard non ha avuto la stessa gloria da calciatore rispetto a quella guadagnata sul campo dirigendo i calciatori dalla panchina.

La sua carriera da difensore l’ha giocata nel Cannes, una presenza nell’allora D1 88/89 (l’attuale Ligue 1), e tante apparizioni nelle serie minori, chiudendo definitivamente con il calcio giocato nello Sporting Club de Draguignan in Provenza dove ha anche iniziato ad allenare e vincere a soli 29 anni, porta il club in quarta divisione nazionale la National 2 svolgendo due lavori, visto che su suggerimento di un amico aveva accettato il lavoro in un’impresa di pulizie locale, visti i miseri guadagni al Draguignan.

Lo stesso amico che gli presento quello che sarebbe diventato il suo mentore Claude LeRoy.

Renard, prima di iniziare a lavorare con le nazionali come commissario tecnico, ha accompagnato LeRoy in vari club, Cina, Vietnam e Inghilterra i paesi in cui ha allenato da assistente, oltre che nelle nazionali africane che lo scelsero come CT tra il 1998 e il 2008.

Il mentore LeRoy e lo storico trionfo con lo Zambia

Renard, come molti sottolineano, si è sempre distinto per la sua idea di calcio che premia il lavoro di squadra più del singolo, in cui l’aiuto reciproco è fondamentale per ottenere i risultati sul campo.

Sempre in linea con le sue idee solidali e pacate, il tecnico francese ha basato la comunicazione personale senza essere una “prima donna” ma lodando, sia nelle vittorie che nelle sconfitte, il gruppo. Approccio preso dal suo mentore LeRoy che più volte ha sottolineato l’importanza del calcio come traino per lo sviluppo dei paesi africani afflitti da malattie, guerre e malnutrizione.



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LeRoy si era costruito una solida reputazione dopo aver allenato diverse nazionali africane, tra cui il Camerun che portò sul trono d’Africa nel 1988, e aver collaborato come scout per il continente africano con grandi club europei come Milan e PSG. I successi in tutto il continente sono stati ricordati anni dopo nel 2018 quando LeRoy, insieme ad Arsene Wenger, è stato insignito del riconoscimento di Comandante dell'Ordine della Redenzione Africana dal presidente della Liberia George Weah per il suo "ruolo positivo" nella carriera di "molti calciatori africani".

Renard inizia la sua carriera di CT dopo alcune collaborazioni come assistente di LeRoy nel 2008, quando diventa allenatore dello Zambia che porta ai quarti di finale della Coppa d’Africa per la prima volta in 14 anni. Nel 2010 accetta l’offerta dell’Angola e, dopo una breve parentesi nell’USM Algeri, torna sulla panchina dei Chipolopolo (I Proiettili di rame) che guida nello storico trionfo della Coppa d’Africa 2012 battendo in finale, ai rigori, la più quotata Costa d'Avorio.

Il titolo fu dedicato ai 18 giocatori zambiani morti in un incidente aereo nell'aprile 1993, l'aereo sul quale viaggiavano precipitò a pochi chilometri da dove si giocava la finale in Gabon del 2012. Non appena il francese ha ricevuto la medaglia d'oro, la tolse dal collo per porla a Kalusha Bwalya, presidente della Federcalcio dello Zambia scampato alla tragedia.

La vittoria con la Costa d’Avorio in camicia D&G

Dopo un breve passaggio in Francia nel Sochaux, al termine della Ligue1 2013/14 torna in Africa per allenare la nazionale della Costa d’Avorio, delusa per il pessimo mondiale giocato in Brasile.

Ad appena un anno dalla sua nomina sulla panchina della nazionale degli Elefanti, vince la Coppa d’Africa 2015, ma a differenza dello Zambia quella era una nazionale piena di talento che poteva contare su calciatori affermati nel calcio europeo come fratelli Touré, Gervinho, Aurier e Kalou.

Il tecnico francese ha ricostruito la struttura di una squadra che aveva una generazione di grandi giocatori ma che non riusciva ad emergere. Grazie al successo è tutt’ora l'unico allenatore nella storia che è riuscito a vincere due competizioni continentali africane con due nazionali diverse.

Subito dopo la seconda vittoria in Coppa d’Africa in molti, viste le tendenze scaramantiche dei popoli africani, hanno iniziato a parlare dell'amuleto che Renard non aveva mai “dichiarato” ufficialmente, la camicia bianca.

In tutte le gare ufficiali il tecnico si è seduto in panchina con l’immancabile camicia bianca: "Questa camicia mi ha sempre portato fortuna, quindi l'unica cosa che mi preoccupa davvero, prima di ogni gara è che questa camicia sia pulita per poterlo indossare. Non bisogna correre rischi inutili”, ha sottolineato in un’intervista ufficiale il tecnico francese, incalzando dalla domanda.

Nel 2015, anno in cui vince il premio allenatore dell’anno della CAF Confederation of African Football, diventa il CT del Marocco.

Porta la nazionale marocchina ai quarti di finali della Coppa d’Africa 2017 e si qualifica al Mondiale 2018. Il quotidiano jeuneafrique svelò anche i dettagli dell’accordo economico del CT, che percepiva circa 46 mila euro al mese in Marocco, il che lo faceva uno degli allenaotri più pagati tra le nazionali africane.

Proprio i festeggiamenti per la qualificazione del Marocco a Russia 2018 hanno svelato dei dettagli sul suo amuleto.

Durante il programma MOMO Morning Show il presentatore di una radio marocchina, HitRadio, intervistando il tecnico subito dopo la qualificazione ha svelato brand e modello, camicia Dolce&Gabbana Gold.

Il tutto era riconducibile ad una scommessa tra il tecnico e il presentatore, che riguardava la qualificazione del Marocco ai Mondiali, annunciata qualche mese prima.

Vista la popolarità della camicia del tecnico soprattutto tra le donne marocchine, nel caso in cui la nazionale si fosse qualificata ai mondiali vent’anni dopo l’ultima apparizione, la radio avrebbe svelato di più sulla camicia del tecnico e indotto un concorso di bellezza per eleggere “Miss e Mister camicia bianca Hervé Renard”.

Dopo questo exploit televisivo, su alcuni forum web marocchini sono comparsi numerosi messaggi che chiedevano informazioni su dove era possibile acquistare stesso modello di camicia del tecnico, conseguenza di come la comunicazione e la gestione dell'immagine del tecnico francese nei paesi in cui opera è molto apprezzata dal pubblico.

Arabia Saudita

L’Arabia Saudita è una delle nazioni arabe che sta puntando molto sullo sport, ritenendolo uno strumento di sviluppo extra territoriale.

Renard si è unito ai Falchi Verdi nel 2019 e dalla sua nomina come CT la nazionale è passata dal 70° al 51° posto nel ranking FIFA qualificandosi ai prossimi Mondiali in Qatar.

Qualificazione che gli è valsa il prolungamento di contratto fino al 2027 da parte della Federcalcio dell'Arabia Saudita (SAFF). il presidente della Federcalcio Yasser Al Misehal ha dichiarato: "Renard ha dimostrato grandi qualità come tattico nel costruire una chiara identità e uno stile di gioco per la squadra, ottenendo ottimi risultati. Questo rinnovo fornirà stabilità tecnica e contribuirà a creare un ambiente di fiducia attorno al team per essere pronto per le sfide a venire”.

Sul suo nuovo contratto, Renard ha dichiarato: “Dal momento in cui sono arrivato qui mi sono sentito come a casa, ho sentito la passione per il calcio, il desiderio di successo e crescita delle persone e l'aspirazione del Paese a progredire e svilupparsi. Ho visto un paese pieno di giovani talenti. Abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo, lavoreremo tutti insieme per il futuro”.

In un’intervista rilasciata a FIFA+, rispondendo alle ambizioni della sua nazionale Renard ha affermato: “Non ci sono limiti nel calcio. Devi fare la tua fortuna, lasciare tutto in campo, prepararti al meglio delle tue capacità e sradicare gli errori. Se fai tutto questo, allora perché non sognare? O come si dice in Arabia Saudita: Se Dio vuole".

Brand ambassador oltre che CT

L’allenatore nella nazionale saudita è anche volto di alcuni brand che utilizzano la sua immagine per promuovere prodotti.

Uno dei primi brand che ha collaborato con Renard è legato ad un aneddoto sulla camicia amuleto risalente al periodo in cui allenava lo Zambia.

In un’intervista alla BBC l’allenatore rispose scherzosamente al telecronista, che chiedeva come mai la camicia profumasse moltissimo e fosse bianchissima nonostante l’utilizzo, il tecnico rispose che obbligatoriamente la camicia veniva lavata dopo ogni gara. Quella risposta gli valse un contratto come brand ambassador per l’azienda di detersivi BOOM, con tanto di campagna pubblicitaria.

Oggi Renard, eletto allenatore più bello di Russia 2018 da numerose riviste femminili, è molto attivo nel campo della moda.

Brand ambassador di una maison attiva nel paese saudita e volto della campagna mondiale di Hublot, “Hublot Loves Football” insieme a Mbappe, Pelè e Mourinho tra gli altri, dell'azienda Svizzera produttrice di orologi di lusso.

Presente su Twitter (@Herve_Renard_HR), con oltre 210 mila follower, e su Instagram (@herve.rebard.hr), con oltre 415 mila follower, il CT ama postare scatti della sua vita giornaliera, comprese le sessioni di allenamento in palestra, che ha riportato all’interno della presentazione dei convocati dell’Arabia Saudita per il Mondiale in Qatar, di cui è il protagonista principale.

Il CT è molto attento alla sua comunicazione che cura dettagliatamente in ogni suo post o intervista.

In molti vedono in Renard il simbolo di una strategia comunicativa vincente che fa della calma il suo punto di forza anche nei momenti di crisi, come in occasione dei rigori durante le due finali di Coppa d’Africa vinte con Zambia e Costa d’Avorio.



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