Derby di Atene: la madre di tutte le battaglie

Classe operaia contro Borghesia, titoli nazionali contro record europeo. Il derby tra Olympiacos e Panathinaikos è il più iconico di tutto il calcio greco e tra i più sentiti a livello europeo.

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“Durante le partite sembra di essere in zona di guerra: ero sempre scortato sia fuori che dentro il campo. I tifosi del volley sono gli stessi del calcio e, se sono caldissimi dentro uno stadio, si può immaginare cosa possano fare dentro un palazzetto”.

Queste le parole di Gian Paolo Montali, Coach italiano che negli anni Novanta ha guidato la formazione di pallavolo dell’Olympiacos. Parole emblematiche, espresse da un addetto ai lavori non appartenente al mondo del calcio.

Abbiamo sfruttato questo assist per evidenziare in un solo virgolettato la tensione che si vive ad Atene quando s’incontrano, appunto, Olympiacos e Panathinaikos.

Non è solo una questione calcistica, le due realtà sono enormi polisportive che ad ogni derby non perdono occasione per cercare di “affossare” il nemico: dal calcio alla pallavolo, dalla pallamano al basket. È una questione di identità, di principi e valori che si contrappongono a prescindere dal contesto, dal campo o dal palazzetto, con l’obiettivo di primeggiare nella capitale.

Il derby Olympiacos – Panathinaikos è noto come la madre di tutte le battaglie. In alternativa, il derby degli eterni nemici.

Un titolo epico che mette di fronte le due Società, come detto, le due Polisportive nazionali più titolate. Storia e bacheche così ricche di trofei che quasi oscurano la presenza di un altro storico club della capitale come l’AEK Atene. Esistono le rivalità e poi esiste Olympiacos – Panathinaikos.

Da un lato i biancorossi del Pireo, la zona portuale della città, fondati nel Marzo del 1925 che prendono il nome dagli antichi giochi olimpici, insieme con l’emblema del club, l’atleta coronato di alloro vincitore delle prime Olimpiadi e rappresentante di valori quali la competizione, la forza, l’onore e la sportività.

Il club più titolato di Grecia, sempre presente nella massima serie e detentore del primato assoluto di 7 campionati vinti consecutivamente.

Dall’altro lato il Pana, nato il 3 Febbraio 1908, che acquisì il caratteristico colore verde e quadrifoglio nello stemma solo undici anni dopo. 20 Campionati conquistati, più 18 Coppe nazionali oltre che il miglior piazzamento internazionale di un club greco con la finale di Coppa dei Campioni del 1970 – 1971 persa contro l’Ajax, una delle migliori formazioni della storia del calcio.

Secondo i sondaggi di vari media sportivi l’Olympiacos è il club più popolare, più conosciuto in tutto il territorio ellenico: intorno al 35% tra i tifosi e 30% tra la popolazione. Il club più tifato ad Atene, il più popolare nella Grecia centrale. Oltre alla zona roccaforte del Pireo, il numero di tifosi dei biancorossi crebbe a livello nazionale a partire dalla metà degli Anni Cinquanta con le prime vittorie a suon di record. 

L’Olympiacos ha numeri pazzeschi, il Panathinaikos compensa con passione e cuore.

I tifosi del Pana non sono da meno dei rivali anche se questo derby spesso è sfociato in violenza e sangue.

La dimensione della madre di tutte le battaglie, come già detto, non è solo calcistica. Il fatto più grave, infatti, avvenne il 29 Marzo 2007, quando nei pressi della cittadina di Paiania, in vista del derby di pallavolo tra le regine di Atene valido per la Coppa di Grecia, il ventiduenne Mihalis Filopouls, sostenitore del Pana, venne accoltellato a morte da un gruppo di tifosi dell’Olympiacos.

A prescindere dal match da giocare e dallo sport di riferimento la tensione è sempre stata massima.

Pensate solo che il primo scontro tra le due “tifoserie” avvenne nel 1930 quando i tifosi dell’Olympiacos, già certi della vittoria, si presentarono allo stadio con delle bare di colore verde per “celebrare” la sconfitta dei rivali. Il match, però, venne vinto dal Panathinaikos e gli scontri dopo il triplice fischio finale furono davvero tremendi.

Storicamente, sui quotidiani greci, si è sempre accostato il termine violenza con il derby. Nel 1964, dopo una gigantesca rissa in campo e fuori, la Federazione decise di dare la sconfitta a tavolino ad entrambe le formazioni ed addirittura negli anni Ottanta, il Governo fermò a più riprese i campionati a seguito dei continui scontri tra le fazioni dell’Olympiacos e del Panathinaikos.

Oggi la situazione è ben diversa, ma il duello in campo continua ad esistere anche sugli spalti con il derby tra il Gate 13, il gruppo di tifo organizzato più caldo del Pana, ed il Gate 7, nome e vessillo degli ultras dell’Olympiacos, che prende il nome da una tragedia avvenuta allo Stadio Olimpico di Atene nel 1981 dove persero la vita ben 21 supporter.

Per questo si parla di battaglia. Per questi motivi utilizziamo il termine nemici.

Una rivalità antica, storica, inizialmente segnata dalle differenze culturali tra il baluardo della classe operaia rappresentato dall’Olympiacos e il club elitario del Panathinaikos, squadra del cuore della borghesia ateniese. Ovviamente, come in ogni città, come in tutto il mondo, il tempo, dal secondo dopoguerra in poi, ha modificato tutto, appianato queste specifiche differenze socio – culturali lasciando spazio semplicemente alla passione. Dalla Dittatura dei Colonnelli sino all’ultimo default l’attenzione e la tensione per il derby di Atene è andata sempre oltre la vita quotidiana, i problemi veri.

Oggi, è anche un derby social

Molto simile è lo stile comunicativo. La passione è sempre al centro dei contenuti come della caption di ogni post. Entrambe hanno i canali ufficiali dedicati ovviamente al calcio, ma non disdegnano la condivisione dei successi sui propri account dei trionfi di altre sezioni della polisportiva. È pur sempre un’occasione per primeggiare sui rivali di sempre.

La fanbase e gli strumenti a disposizione dell’Olympiacos sono maggiori, situazione figlia anche della presenza costante dei biancorossi nelle massime competizioni europee. L’Olympiacos, più che il Panathinaikos, oggi è un brand riconosciuto a livello europeo, anche internazionale.

Analizzando i numeri social, è evidente il successo della fanbase biancorossa: 923.957 follower della fanpage Facebook, 141.542 su Twitter, 513.000 su Instagram al quale è necessario sommare oltre 200.000 utenti tra Youtube e TikTok.

Il Panathinaikos è costretto ad inseguire con i suoi 309.271 follower che seguono le vicende “verdi” su Facebook, 38.867 su Twitter, oltre 210.000 su Instagram e 53.700 iscritti sul canale ufficiale Youtube.

Anche questo è il derby di Atene, anche questi numeri sono parte di una rivalità che negli ultimi anni ha trovato terreno di confronto anche sui social. Non ci resta che aspettare la prossima battaglia!

Copertina credit @Footbola.com



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