Come sarà il Mondiale 2026: tutte le novità

L’organizzazione della prossima FIFA World Cup è già stata assegnata a Stati Uniti, Canada e Messico e promette grandi sorprese. Dalla prima organizzazione multipla dopo l’edizione del 2002 alle modifiche del format del torneo.

I Mondiali 2026 avranno un gusto particolare per gli appassionati di calcio italiani. Non perché si dia per certa la presenza degli Azzurri, questa è la cosa sui cui abbiamo imparato ad essere più diffidenti, ma perché sarà colorata da più sfumature capaci di indurre ricordi agrodolci.

Da un lato la location del torneo, gli Stati Uniti che, insieme ai vicini canadesi e messicani, non potranno non farci pensare all’ultima Coppa del Mondo a stelle e strisce, nel 1994, con il rigore sbagliato da Baggio e la vittoria del Brasile.

Dall’altro, invece, sarà il ventennale della vittoria del 2006 e della fotografia immortale di Fabio Cannavaro che alza il trofeo nel cielo di Berlino.

Un mix completamente storico che, tuttavia, segnerà anche dei cambiamenti totali rispetto al passato segnando una nuova epoca della Coppa del Mondo.



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La volontà è infatti quella di stravolgerne completamente il format e restituire ad una competizione di questa caratura e impatto un hype completamente positivo e dinamico, in contrasto con quanto non sia accaduto con l’accompagnamento all’edizione qatariota.

Un torneo che, quindi, profuma di storia, ma che si plasma totalmente all’attualità con un occhio al futuro. È infatti palpabile la necessità di doversi reiventare introducendo qualcosa di innovativo, nel tentativo di attribuire alla Coppa del Mondo sempre una nuance di fascino e mai di desueto.

L’organizzazione multipla

La prima novità rispetto alle ultime 4 edizioni è, a dire il vero, un ritorno al passato. Per la prima volta dal Mondiale di Corea e Giappone del 2002, infatti, i Paesi ospitanti saranno plurimi: USA, Canada e Messico.



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Fattore fortemente impattante dal punto di vista commerciale con oltre 11 miliardi di dollari di infrastrutture e stadi all’avanguardia per un territorio che per cultura, il Messico, ed ambizione, gli USA e il Canada, può essere a tutti gli effetti considerato come il bacino perfetto per organizzare un Mondiale.

L’aumento delle squadre partecipanti

Questa è senza ombra di dubbio la modifica più interessante e capace di rendere ancor più di ampia portata un torneo già capace di vantare un’egemonia dello share internazionale per quanto concerne gli eventi sportivi. Nonché di implementare un punto di forza della competizione, ovvero la sua portata globale.

Come riportato dal Bid Evaluation Report 2026 Fifa World Cup della FIFA, infatti, il numero delle Nazionali partecipanti al torneo sarà sensibilmente aumentato, passando da 32 a 48. Una decisione avente un fine molto chiaro e riportato dalla stessa Federazione sul report ufficiale:

“La FIFA ha annunciato che la Coppa del Mondo FIFA 2026™ avrà un formato ampliato, con 48 squadre che disputeranno un totale di 80 partite (rispetto alle 32 squadre e alle 64 partite della Coppa del Mondo FIFA 2022).

La FIFA è convinta che più grande debba anche significare migliore, ed è per questo che l'organizzazione ha insistito per un processo di selezione impeccabile per scegliere il Paese o i Paesi che ospiteranno il nuovo torneo aggiornato”.

Una decisione che affonda le proprie ragioni non solo su valutazioni di carattere sportivo, ma anche prettamente venali. Un aumento così importante delle partite non può infatti che portare a cifre economiche sempre più ricche. Nelle tasche della Federazione, capace di aumentare un torneo vitale per le proprie finanze, ma anche del Paese o dei Paesi ospitanti. Più squadre vuol dire più Nazioni, ergo più tifosi in arrivo dall’estero e arricchenti l’economia locale.

Senza contare l’ammontare dei nuovi, possibili, accordi riguardanti i diritti televisivi o di sponsorship.

Qualificazione più semplice per l’Italia?

Da un punto di vista prettamente sportivo, invece, la domanda che sorge spontaneo porsi è quali saranno le conseguenze a livello di format, partendo dal presupposto che sarà matematicamente impossibile continuare ad avere i classici 8 gironi da 4 squadre.

Ma soprattutto come e se cambieranno i criteri di approdo al torneo e se più squadre voglia necessariamente dire una qualificazione più semplice per l’Italia.

Al contrario di come si possa pensare, la risposta potrebbe essere negativa.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, infatti, la UEFA, l’organo di governo del calcio europeo, potrebbe decidere di non cambiare gli attuali criteri dati da 5 gironi da 6 squadre, ma di decretare il passaggio alla fase finale della Coppa del Mondo di, si ipotizza, solo di 3 squadre in più.

Passando così da 13 a 16 rappresentanti del Vecchio Continente.

La maggiore attenzione verso i diritti umani

Dal 2010 ad oggi la FIFA ha vissuto un decennio davvero turbolento.

La scelta del Qatar come Paese ospitante dell’edizione del 2022 ha infatti riscosso una reazione fortemente negativa da parte del mondo, al punto da indurre l’FBI ad indagare nei meandri delle Federazione col fine di capire e spiegare transazioni sospette dei membri apicali delle Confederazioni membre e su quali fossero le presunte ragioni economiche dietro alla scelta dello Stato del Golfo.

Da qui un effetto domino che ha determinato, tra le altre cose, la radiazione di Sepp Blatter e Michel Platini per prendere formalmente le distanze dalla precedente gestione, rea di aver attribuito l’organizzazione del torneo ad una Nazione marcatamente avversa a diritti umani inalienabili.

Per questo motivo la FIFA è corsa ai ripari prevedendo un piano dettagliato volto a scremare le possibili candidate ad ospitare i prossimi Mondiali, scegliendo il Nord e Centro America solo dopo la soddisfazione di requisiti, ora, invalicabili.

Queste, infatti, le parole delle Federazione: “La FIFA si impegna a garantire che il torneo abbia un impatto positivo e duraturo. Per questo motivo i diritti umani sono stati una considerazione fondamentale fin dall'inizio.

I nuovi requisiti della FIFA in materia di diritti umani per i tornei, sviluppati in consultazione con un'ampia gamma di parti interessate e con il supporto tecnico dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono stati implementati per la prima volta per un grande evento durante il processo di candidatura per la Coppa del Mondo del 2026.



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Nell'ambito del processo di candidatura, i Paesi e le Città ospitanti dovevano impegnarsi, tra l'altro, a rispettare gli obblighi previsti dai Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e a sviluppare le rispettive strategie.

Negli ultimi due anni, i diritti umani sono stati inseriti anche nel processo di selezione delle città ospitanti. La FIFA ha richiesto alle città ospitanti candidate di impegnarsi con gli stakeholder locali e di sviluppare piani dettagliati sui diritti umani”.

Segnale davvero inequivocabile di come si voglia passare oltre all’edizione in corso e di innescare un rinnovamento tale da voltare pagina e guardare al prossimo Mondiale con occhi diversi.



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