Tutte le mascotte dei Mondiali dal 1966 al 2022

A partire dal 1966 ogni Mondiale ha avuto la sua Mascotte. Una tradizione nata in Inghilterra che è divenuta un rituale della competizione fino ai giorni nostri.

Qatar 2022

I Mondiali sono l’essenza della passione calcistica, permettendo alle Federazioni di tutto il mondo di mettere in vetrina i propri talenti più cristallini, figli del proprio lavoro e della propria programmazione.

Una celebrazione dei colori nazionali e dei rispettivi sistemi, capace di delineare i diversi approcci, figli delle diverse culture. Una sorta di melting pot di tradizioni e pensieri differenti, che assume i connotati della competizione, mettendo in palio il trofeo più ambito.

Essendo un torneo così ricco di componenti, intorno ad esso ruota un simbolismo caratterizzante e che, di edizione in edizione, ne segna la storia.

In questo contesto collaterale, ma così tipico dei mondiali, meritano una menzione le mascotte.

Quest’ultime sono probabilmente la sfumatura più leggera dei Campionati del Mondo, assumendo spesso delle sembianze quasi puerili, ma sempre capaci di cavalcare i cliché legati al paese ospitante.

Ne è una dimostrazione lampante “CIAO”, l’omino stilizzato dei mondiali italiani del 1990, denominato con la parola più comune del nostro vocabolario.

Un modo sereno e leggero per presentarsi, nella forma più internazionalmente conosciuto.

Tuttavia questa non è sempre stata una tradizione del torneo. Nelle prime sette edizioni, infatti, questa consuetudine non aveva ancora preso piede.

Probabilmente perché, agli arbori, dal 1930 al 1938, un trofeo internazionale poteva solo assumere connotati politici dediti alla supremazia sugli altri, piuttosto che quelli di una svagata celebrazione dello sport, passante anche per grafiche simpatiche.

Tant’è che il battesimo si ebbe appena nel 1966 in Inghilterra. E da quel momento nessun Paese ospitante ne ha fatto a meno.

Analizziamone ora storia, sviluppi e caratteristiche, dal 1966 a Qatar 2022.

Inghilterra 1966

Mascotte - Willie

Come detto, tutto nasce in Inghilterra. La Nazione dei Tre leoni è la prima ad inaugurare la tradizione. E quale poteva essere se non, appunto, un leone?

Il nome scelto fu Willie e l’idea riscosse un grandissimo successo

Willie 1966 

Messico 1970

Mascotte - Juanito

Il mondiale messicano segue la falsariga di quello precedente. Aveva riscosso grande successo il cliché? Pensata che vince non si cambia.

La mascotte scelta fu infatti un ragazzo, con indosso il classico sombrero messicano e i colori della nazione del centroamerica.

Il suo nome è il diminutivo di "Juan", un nome comune in spagnolo.

Juanito 1970

Germania Ovest 1974

Mascotte - Tip e Tap

Due ragazzi che indossano le classiche divise bianche del Die Mannschaf.

Una maglia con le lettere WM (Weltmeisterschaft, in tedesco “Coppa del Mondo”) e l'altra con il numero 74 sul davanti.

Tip and Tap 1974

Argentina 1978

Mascotte - Gauchito

La mascotte del mondiale argentino presenta tutti i colori tipici dell’Albiceleste: un ragazzo con cappellino e completo a strisce bianco azzurre ed un fiocco giallo, in onore del Sol de Mayo.

In mano al personaggio una frusta dei gauchos, da cui il nome.

Gauchito 1978

Spagna 1982

Mascotte - Naranjito

Uno dei mondiali più amati in Italia ebbe come simbolo un frutto tipico anche del nostro Meridione, oltre che degli iberici: l’arancia.

L’agrume indossava il kit delle furie rosse, con tanto di scarpe da calcio.

Il nome deriva da naranjia, banalmente arancia in spagnolo.

Naranjito 1982

Messico 1986

Mascotte - Pique

Seguendo il tema della frutta e della verdura del torneo precedente, la mascotte di Messico 1986 fu un peperoncino jalapeño, prodotto culinario tipico messicano. Come nell’edizione del 1970, immancabile il sombrero.

Pique significa piccante in spagnolo.

Pique 1986

Italia 1990

Mascotte - Ciao

Il mitico mondiale di Italia 90 segna un po' un punto di svolta, dotandosi di una mascotte molto diversa rispetto alle precedenti.

Un giocatore stilizzato, quasi a forma di bastone con una palla da calcio come testa e il tricolore sul resto del corpo.

A distanza di 32 anni lo si può tranquillamente definire un’icona.

Ciao 1990

USA 1994

Mascotte - Striker

“Ci vuole coraggio, nel 94, ad essere Baggio”

Il simbolo, purtroppo, del mondiale americano sarà sempre il rigore sbagliato dal Divin Codino, ma la mascotte ufficiale fu un cane, animale spesso omaggiato dalla tradizione, anche cinematografica, a stelle e strisce.

Striker, questo il nome scelto, indossava i colori rossi, bianchi e blu degli Stati Uniti con la scritta "USA 94".

Striker 1994

Francia 1998

Mascotte - Footix

I Galletti presentano il mondiale a casa propria con un animale a caso: il Gallo.

Il personaggio è colorato a tinte tipicamente francesi (rosso e blu) e

il nome Footix è un mashup di "football" e la finale "-ix" dal popolare fumetto transalpino Astérix.

Un tripudio di tradizioni francesi

Footix 1998

Corea del Sud / Giappone 2002

Mascotte - Ato, Kaz e Nik

Il mondiale coreano – nipponico fu il primo ad avere più di due mascotte, rispettivamente: Ato, Kaz e Nik

Creature futuristiche arancioni, viola e blu generate dal computer.

Personaggi legati tra loro da un proprio gioco, l’Atmoball, uno sport immaginario simile al calcio,

I tre nomi furono votati online e nei locali McDonald's dei paesi ospitanti.

Ato Kaz and Nik 2002

Germania 2006

Mascotte - Goleo VI e Pille

Nel 2006 la mascotte torna ad essere un leone, l’animale sempre più inflazionato nella cultura internazionale.

Il felino, Goleo VI, indossava una maglietta bianca della Germania e con sé presentava un pallone di nome Pille.

Goleo è un mashup delle parole "goal" e "leo", la parola latina per leone, mentre "Pille" è un termine colloquiale per definire il calcio in Germania.

Goleo 2006

Sudafrica 2010

Mascotte - Zakumi

I Bafana Bafana decidono di omaggiare la propria fauna locale, optando per un leopardo di nome Zakumi.

Il colore scelto fu il verde e oro, con un chiaro rimando alla divisa di Tshabalala e compagni.

Il nome Zakumi deriva da "ZA" un acronimo per il Sudafrica e "Kumi" che si traduce come "10" in alcune lingue africane.

Zakumi 2010

Brasile 2014

Mascotte - Fuleco

Anche i brasiliani optarono per un animale. Più specificatamente per un armadillo a tre bande, in omaggio ad una specie in via d’estinzione, indigena del Brasile e nota come “tatu – bola”.

Il nome Fuleco deriva dalla combinazione delle parole portoghesi per calcio (futebol) ed ecologia.

Un forte richiamo alla natura.

Fuleco 2014

Russia 2018

Mascotte - Zabivaka

Zabivaka, il cui nome significa "colui che segna" in russo, è un animale che presenta una sorta di propria sotto-trama.

Viene descritto dagli ideatori come "affascinante, fiducioso e sociale” e indossa occhiali sportivi, gadget che crede gli diano poteri speciali sul campo.

Zabivaka 2018

 

Qatar 2022

Mascotte - La'eeb

La'eeb è una parola araba che significa giocatore super abile.

Assume le sembianze di una kefiah bianca, ma il suo aspetto è “indescrivibile”, invitando tutti a elaborare una propria opinione e a credere in sé stessi.

La'eeb 2022

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