Conosciuto come il Derby della Madonnina, la sfida tra Casciavit e Bauscia, tra Rossoneri e Nerazzurri è intrisa di leggende, dalle origini internazionali a sabotaggi con gli agrumi
Beppe e Franco Baresi (Foto Zeta Vision)
Finalmente ci siamo, oggi è il giorno. Il giorno del derby dei derby, almeno alle nostre latitudini. Il Derby di Milano tra Inter e Milan. Un match che non è solo una partita di calcio ma è un patrimonio di aneddoti, rivalità e storie bizzarre che vanno oltre il campo da gioco.
Conosciuto come il Derby della Madonnina, in omaggio alla statua della Vergine Maria (la Madonnina appunta), posta in cima al Duomo di Milano, simbolo della città, la sfida tra Casciavit e Bauscia, tra Rossoneri e Nerazzurri è intrisa di leggende, dalle origini internazionali a sabotaggi con gli agrumi.
Per questo motivo noi della Redazione di Social Media Soccer siamo andati a cercare le cinque curiosità più particolari e incredibili che rendono questa stracittadina unica al mondo.
Il più famoso tentativo di sabotaggio nel derby risale al 1957. L'attaccante interista Benito "Veleno" Lorenzi, un maestro delle provocazioni, approfittò della confusione per depositare un limone sul dischetto del rigore prima che il rossonero Carletto Galli si preparasse a calciare.
Il portiere nerazzurro Ghezzi era stato avvisato e, sebbene l'arbitro avesse rimosso il frutto, la mossa destabilizzò Galli, che sbagliò calciando alto.
Quasi mezzo secolo dopo, nel 2001, ci fu il bis con un altro agrume. Durante un derby, i tifosi lanciarono diverse arance in campo.
L'interista Luigi Di Biagio approfittò del momento in cui il portiere milanista Abbiati e la barriera si chinavano per raccogliere i frutti: tirò immediatamente la punizione da lontano, cogliendo tutti di sorpresa e segnando un gol convalidato. La Madonnina è decisamente agrumata
Il motivo per cui il Derby esiste è una questione di pura diplomazia calcistica (o la sua assenza). Nel 1908, alcuni soci del Milan Cricket and Football Club si scontrarono con la dirigenza rossonera a causa della volontà di limitare il tesseramento di giocatori stranieri.
Il gruppo dissidente si riunì e fondò una nuova società con un nome eloquente e programmatico: Football Club Internazionale Milano.
La sua missione? Essere aperto a talenti di qualsiasi nazionalità. La rivalità tra "casciavit" (i milanisti, operai) e "bauscia" (gli interisti, borghesi) affonda le radici in questa scissione, che diede origine a una delle sfide più cosmopolite del calcio.
E nonostante la profonda milanesità della sfida, il primo derby della storia si giocò in realtà in Svizzera, a Chiasso, il 18 ottobre 1908, subito dopo la fondazione dell'Inter. Lo vinse il Milan per 2-1 grazie alla doppietta di Pierino Lana, per l'Inter segna Henri-Georges Fantani anche se alcune fonti indicano Bernard Schuler.
Mentre quello di Chiasso fu il primo in assoluto, il primo derby di campionato ufficiale, valido per la Prima Categoria (l'equivalente dell'attuale Serie A), si giocò qualche mese dopo, il 10 gennaio 1909. Vince ancora il Milan grazie alla doppietta di Attilio Trerè e al gol, ancora, di Pietro Lana. Inutili per l'Inter i gol di Achille Gama e Bernard Schuler.
Nota a margine. Lana passa alla Storia anche per essere il primo calciatore della Storia a segnare un gol della Nazionale italiana. Accade il 15 maggio 1910 quando all'Arena Civica di Milano l'Italia di Umberto Meazza batte la Francia 6-2.
Una delle immagini più iconiche e al tempo stesso potenti e simboliche della rivalità tra Milan e Inter è quella che vede due fratelli, cresciuti nella stessa città, guidare da Capitano le rispettive squadre. Parliamo, ovviamente, di Franco Baresi (classe 1960) per il Milan e Giuseppe “Beppe” Baresi (classe 1958) per l'Inter.
I cosiddetti "Baresi Boys" sono un caso unico nella storia della stracittadina di Milano in cui due fratelli hanno indossato la fascia di Capitano, nello stesso periodo storico, per Milan e Inter.
Giuseppe, l'interista, arrivò prima in Serie A, nel 1976 e fino al 1992 ha giocato 392 partite in Nerazzurro (più 18 in Nazionale), ma Franco, il milanista, è un'icona planetaria con all'attivo 6 Scudetti, tre Coppa dei Campioni (l'attuale Champions League), due Coppa Intercontinentale (ora Mondiale per Club) e il titolo di Campione del Mondo a Spagna 1982.
Un legame familiare diviso solo dai colori sociali.
Nonostante il ricordo più diffuso sia quello delle goleade storiche, vedi il 6-0 del Milan del 2001 oppure il 6-5 dell'Inter nel 1949, il Derby di Milano è molto spesso una partita bloccata e tesa. Basta leggere i numeri per averne contezza.
Nei 244 derby giocati fino al 23 novembre 2025, 91 vinti dell'Inter, 82 dal Milan e 71 pareggiati il numero di gol è di 341 a 322. Segno certo di equilibrio costante.
Tanto è vero che il risultato più frequente nella storia della Serie A è il pareggio per 1-1. Un punteggio che nella Storia del Derby della Madonnina si è verificato 25 volte.
La dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, che quando il Milan incontra l'Inter, la posta in gioco è talmente alta da rendere ogni azione e ogni gol una “Fatica di Ercole”
Segnare una doppietta in un derby di Milano è faccenda da eroe. Segnarne tre è da leggenda. Ma andare a segno quattro volte in una singola partita è un'impresa che nella Storia porta la firma di un solo calciatore.
Parliamo di José João Altafini per tutti José Altafini. Detto anche Mazola, in omaggio al Papà di Sandro, Valentino il campione del Grande Torino scomparso a Superga nel 1949. Classe 1938 una leggenda vivente del Derby di Milano.
Nel lontano 27 marzo 1960, l'attaccante brasiliano, da due anni al Milan, realizza una storica quaterna, firmando tutti e quattro i gol rossoneri nella vittoria per 5-3 contro i cugini nerazzurri.
Un record di prolificità che, ad oggi, rimane ineguagliato.