Il Matusa, vecchio stadio del Frosinone, è diventato un parco

La squadra del Presidente Stirpe si è trasferita nel nuovo e moderno impianto, lasciando la sua storica casa: lo stadio Comunale, che per molti portava ormai il nome Matusa, che oggi ha trovato una nuova vita.

A Frosinone il calcio, negli ultimi anni, è diventato una fortissima componente della cultura popolare.

L’epopea dei giallo-azzurri ha permesso alla Ciociaria di conoscere e assaporare la Serie A, sognata anche in questa stagione grazie all’ottimo avvio della squadra di Fabio Grosso in Serie B.

Una realtà resa possibile dal grande impegno della società oggi guidata da Maurizio Stirpe. Un dirigente illuminato, che non ha saziato il suo amore verso il Frosinone Calcio con i soli risultati sportivi.

Grande esperto sia di tematiche legate alla macroeconomia che di direzione strategica e gestione d’impresa, Stirpe ha subito compreso quanto fosse importante dare una prospettiva al club ciociaro, puntando fortemente sulla costruzione di un nuovo stadio a Frosinone.

Missione compiuta nel 2018, con l’inaugurazione del Benito Stirpe, oggi PSC Arena per ragioni commerciali.

«Lo stadio è stato concepito per lasciare qualcosa al territorio. È stato fatto per i tifosi, che sono poi i veri proprietari di questo impianto. Noi siamo amministratori pro tempore, i tifosi restano».

Maurizio Stirpe nel 2018 sul nuovo stadio del Frosinone

Il nuovo Parco Matusa

Il Frosinone, dunque, si è trasferito nel nuovo e moderno impianto, lasciando la sua storica casa: lo stadio Comunale, che per molti portava ormai il nome Matusa.

Dopo la sua chiusura, all’amministrazione locale rimase da decidere il destino dell’area, circondata da diverse palazzine e posta nel cuore della cittadina laziale.

In virtù del grande affetto provato dai tifosi, la scelta fu quella di valorizzare un luogo che tanto aveva dato alla Ciociaria, trasformando lo stadio in un vero e proprio parco.

Una soluzione che permetteva alla popolazione di continuare a vivere luoghi che ne avevano segnato la vita sportiva, donando a Frosinone una vasta area verde. Al termine della stagione 2016-2017, lo stadio comunale fu chiuso e progressivamente demolito, lasciando però intatta la tribuna centrale.

Il 15 giugno 2017 il Matusa è stato "salutato" ufficialmente per l'ultima volta dai suoi tifosi con una cerimonia svoltasi all'interno del rettangolo di gioco.

Oggi il Parco Matusa è una zona fruibile da tutti i cittadini, immerso nel verde e circondato da una comoda pista ciclabile. Al suo interno trova posto anche un’area giochi per bambini, molto affollata nei weekend.

L’inaugurazione del parco si è tenuta nel novembre 2018, a poco più di un anno dalla dismissione dello stadio.

Da allora il Matusa è teatro di molti eventi gestiti dalla società Iniziative Editoriali s.r.l., che vinse il bando indetto dal Comune di Frosinone.

La storia dell’impianto e il nome “Matusa”

Il Comunale di Frosinone era uno degli stadi più antichi del calcio italiano. Inaugurato nel 1932, è stato il fortino dei giallo-azzurri per ben ottantacinque anni.

Una storia lunghissima, non contraddistinta tuttavia dalle dovute e frequenti migliorie richieste dall’evoluzione costante del mondo del calcio.

Dopo la sua costruzione, infatti, completata nel 1932, il Comunale venne poi dotato di una tettoia a copertura della tribuna centrale.

Siamo all’alba degli anni 50: nei decenni successivi non furono effettuati ulteriori interventi, sicché la struttura iniziò presto a manifestare una certa obsolescenza.

Proprio per questo, all’inizio degli anni settanta, la penna illustre di Luciano Renna lo ribattezzò. Il giornalista, infatti, per indicare quanto stesse decadendo la città frusinate e con essa il suo stadio, lo soprannominò Matusa in uno dei suoi articoli.

Renna lo eresse a emblema di una realtà vetusta ma ancora in grado di resistere e andare avanti, proprio come un matusa, perché nulla di nuovo era venuto a sostituirlo.

I successivi interventi corrisposero alla risalita del Frosinone in Serie B, nel 2006. Fu aumentata la capienza, portata a sfiorare i 10mila spettatori.

Il surplus fu ricavato ampliando la tribuna centrale coperta, i distinti e le due curve. Con il salto dei ciociari in Serie A fu evidente come fosse necessario un nuovo cambiamento: il club riprese l’iter di costruzione del vecchio Casaleno, arrivando poi all’inaugurazione dello Stirpe; allo stesso tempo, però, serviva che il Matusa fosse adeguato, almeno per un anno, ad accogliere la Serie A.

La Lega concesse una deroga provvisoria, arrivata dopo alcuni adeguamenti fra cui l’aumento della capienza del settore distinti di 320 posti, l’installazione di nuove postazioni per la stampa in tribuna centrale, l’ampliamento degli spogliatoi, l’aumento dei tornelli all'ingresso di ogni settore e il potenziamento del sistema di illuminazione.

Per un anno, dunque, prima della pensione, lo storico Comunale - pardon, il Matusa - si godette il palcoscenico della Serie A.

Ispirazione londinese?

Per certi versi l’evoluzione del Matusa - da stadio di calcio a parco cittadino - ricorda quanto successo all’Highbury di Londra.

Lo storico impianto, casa dell’Arsenal dal 1913 al 2006, dopo la sua demolizione è diventato parte del tessuto urbano della capitale inglese.

Il club, proprietario del terreno, decise infatti di lasciare il campo da calcio di Highbury al centro del progetto ereditario, un complesso residenziale.

Fu mantenuta la conformazione originaria in accordo con l’English Heritage, l’organismo che si incarica della gestione del patrimonio culturale dell'Inghilterra. Non più il campo come tappeto per ospitare le partite, ma bensì come giardini condominiali.

Anche qui parte delle tribune sono rimaste  in piedi, nel segno della continuità storica e del rispetto di una tradizione quasi secolare. Una sorte quasi comune, dunque, all’insegna del verde e della conservazione di gloriosi momenti di sport.

Scheda

  • Nome stadio: Stadio Comunale (noto anche come Matusa);
  • Proprietario: Comune di Frosinone;
  • Inaugurazione: 1932;
  • Ristrutturazione/i: 2006, 2015;
  • Capienza: 10.000;
  • Beneficiari: Frosinone Calcio (1932-2017).


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