Fifa Ultimate Team ha rivoluzionato i videogiochi di calcio

EA Sports FIFA è il videogame che più di tutti ha influenzato le mode e lo stile dei giovani, anche dei calciatori stessi.

EA Sports Fifa, “il gioco che ha cambiato il gioco”, è a sua volta anche alcuni aspetti del calcio reale. Uscito per la prima volta nel 1993 oggi è il leader incontrastato dei videogiochi sul calcio dopo vari errori commessi dal rivale che in molti preferivano sulle vecchie console, Pro Evolution Soccer (PES) di Konami.  L’unico verrebbe da dire. E negli ultimi anni il successo della sua modalità online, il Fifa Ultimate Team (FUT), lo ha modificato in maniera radicale. Prendendo il predominio sul resto.

Che fai?

Gioco al FUT”.

Rispondono così gli adolescenti di oggi, quelli che si sono appassionati a Fifa quando l’Ultimate Team era già stato introdotto. Che ne sanno della carriera offline (un colpo al cuore per noi “vedove” del campionato Master di Pes) e considerano poco anche la modalità “Il Viaggio”, l’ultima introdotta. Troppo più attraente la competizione online contro giocatori di tutto il mondo, ognuno con la propria squadra.

Quando Electronic Arts ha deciso di introdurre l’Ultimate Team all’interno di Fifa in giro non c’era niente di simile, ed è stato descritto come una specie di album Panini digitale, dove ognuno mette insieme 11 figurine con cui può sfidare gli altri. Una definizione un po’ limitante, ma rende l’idea. Con una serie di fattori a cui prestare attenzione: la chimica tra i vari giocatori, la loro forma fisica, i ruoli, gli stadi, i soldi con cui acquistare le singole carte oppure i pacchetti, inizialmente di tre tipi: oro, argento e bronzo.

Il business di FUT

Negli anni, infatti, EA ha saputo creare una generazione di videogiocatori letteralmente dipendenti dalla ricerca della miglior formazione. Una sfida impossibile da vincere, che la casa madre di Fifa ha alimentato continuamente con l’uscita di carte sempre nuove. Più belle, più colorate, più forti. Più costose. E vari modi per ottenerli, “shoppare” in primis. Cioè convertire acquistare Fifa Points da spendere nel negozio online.

A chi giocava al FUT anche qualche anno fa su Playstation 3, può sembrare che le novità abbiamo tolto un po’ di fascino. Oggi basta poco per mettere insieme squadre incredibili e al tempo stesso mai forti abbastanza perché a ogni aggiornamento arriva una valanga di “figurine” mai viste e irresistibili. Questo garantisce a EA parecchi introiti, ma per qualcuno sta contaminando il gioco. A cose normali Messi (overall, cioè valutazione complessiva, 93), Lewandowski (92) e Cristiano Ronaldo (91) sarebbero i giocatori più forti di Fifa 22. Al FUT queste valutazioni può raggiungerle qualsiasi giocatore attraverso le carte speciali che escono ogni settimana.

Accade che dopo qualche prestazione sopra le righe nella realtà, l’overall di difensori mediocri venga aumentato così tanto che Ronaldo il Fenomeno sembrerà un Muriel qualunque. E per lo stesso motivo, a volte è il contrario. Affronti Muriel e ti accorgi che corre più veloce di Ronaldo. Il 4 febbraio per dire, sono state introdotte le “Future Stars”, carte FORTISSIME di POTENZIALI campioni. Un esempio? Vlahovic e Ferran Torres 92 (come Lewandowski), Elmas del Napoli 87, Tomiyasu ex Bologna oggi all’Arsenal 86. In pratica vale Paolo Maldini.

Ci sono due scuole di pensiero. Chi tornerebbe volentieri indietro e chi si trova a suo agio con questa deriva “fantasy”. Comunque sia, è difficile credere che il processo possa arrestarsi. La modalità Ultimate Team è diventata una parte fondamentale non solo in Fifa, ma in tutte le strategie di EA ed è inclusa anche in altri titoli. Nel 2021, considerando pure Madden NFL (il videogioco sul football americano) e NHL (hockey su ghiaccio) ha portato 1,6 miliardi di dollari all’azienda, circa il 29% del totale dei ricavi (5,6 miliardi di dollari). Una cifra in crescita del 2% ogni anno.

Erano stati 1,37 miliardi i proventi da Ultimate Team del 2019 e uno e mezzo nel 2020. Già, perché i videogame sono uno di quei settori che durante la pandemia hanno visto crescere i propri ricavi anziché risentirne.

In più, a differenza di titoli come Fortnite, che negli ultimi anni ha fatto grande presa sui giovani, c’è da considerare che l’online è solo una modalità di Fifa. Si può giocare anche senza connessione a internet o l’abbonamento al Playstation Plus (e omologhi sulle altre console) e ha un costo di vendita che nei primi giorni dal lancio oscilla tra i 70 e i 90 euro a seconda delle edizioni e delle offerte. Fortnite, al contrario, si scarica gratuitamente e guadagna dagli acquisti degli utenti all’interno dello shop. EA con il tempo ha saputo unire i due modelli di business.

Anno 2009, cambia tutto

La storia del Fifa Ultimate Team è breve, ma intensa. Con tante novità introdotte di anno in anno. Di certo il 2009 è una data cruciale, quando tutto incomincia. All’inizio come Dlc, cioè un contenuto scaricabile a pagamento. Entrando a far parte del gioco iniziale soltanto dal 2012.

La rivoluzione di cui abbiamo parlato inizia 12 mesi più tardi, visto che nel 2010 vengono introdotte le prime carte IF (In Form) iniziando con i TOTW, di colore nero, quelle con i migliori della settimana ai quali veniva aumentato di qualche punto l’overall. Le cose si fanno più serie nel 2012, quando ormai è chiaro che il FUT è un successone. È il momento di spingere sull’acceleratore con la produzione delle figurine digitali. Arrivano prima i TOTY, a dicembre, (Team of the year, i migliori dell’anno) e poi i TOTS, i migliori della stagione, entrambe di colore blu. Iniziano a nascere e diffondersi anche siti web specializzati sulle vicende dell’Ultimate Team e youtuber che non parlano d’altro. Sul piano del gioco l’arrivo delle cinque divisioni, invece, ha attratto anche chi fino a quel momento preferiva giocare le classiche stagioni offline. Inoltre, non va ignorata la web app, prima disponibile solo per pc e più avanti anche per smartphone, che contribuisce alla dipendenza da compravendita di giocatori.

 Il FUT di oggi, figlio di quello del 2017

Nel 2017 vengono aggiunte le modalità di gioco FUT Champions e Squad Building Challenges, che portano altre carte esclusive. La prima, invece, avvicina sempre di più il FUT agli esports, con competizioni serrate, a orari stabiliti, alle quali accedono solo i migliori o comunque chi riserva al gioco un discreto numero di ore settimanali.

Arrivano poi i POTM, il giocatore del mese, i POTY, dell’anno, e tre varianti del MOTM, carta riservata al man of the match, l’uomo partita - anche delle coppe continentali, dalla Champions alla Libertadores. E fino a tre varianti della stessa Icona, ovvero le leggende, da Maradona a Pelè fino a Ronaldo il Fenomeno, a seconda dei periodi della loro carriera. Oggi esistono pure gli Eroi, alcuni dei calciatori più rappresentativi della storia di un determinato campionato, ad esempio Milito per quanto riguarda la Serie A e l’Inter, o Totò Di Natale tanto per restare in Italia, che forse non sono al livello di Del Piero e Inzaghi (carte Icona), ma ci vanno vicini.

FIFA

Giocare non basta più

Oltre a EA, la casa madre di Fifa, e ai giocatori sempre più entusiasti e ansiosi di avere tra le mani carte più forti e più belle (sì, perché nell’esotismo delle rose anche la bellezza e la varietà delle “figurine” del FUT fa la sua figura quando si gioca online) c’è un terzo fattore che in questi anni ha contribuito ad alimentare il successo del gioco: gli streamer. Prima su YouTube, oggi su YouTube e Twitch, ma poco cambia: i gameplay di Fifa restano tra i più visti. E sono una bussola fondamentale nel bosco delle migliaia di carte esistenti per i ragazzi che si approcciano al FUT. Passano ore e ore non solo a giocare, ma a guardare gli altri giocare. Oppure giocano e guardano una live su Twitch nello stesso momento. A EA va più che bene, basta non smettere di pensare all’Ultimate Team.

Infine, ci sono i calciatori e gli accordi con le singole leghe, che hanno dato una grande mano alla popolarità di Fifa. Basta pensare che oggi il premio “Giocatore del mese” (Player of the month) della serie A è sponsorizzato da EA Sports e viene consegnata ai giocatori anche la gigantografia della loro carta Ultimate Team. Sulla scia di quanto fatto in Premier League.

Già, i giocatori. Che intanto ci giocano, ma soprattutto scherzano tra loro, o polemizzano, sulle varie valutazioni, diventando i miglior ambassador possibili per Fifa. Altre volte escono dai binari, come Ibra che aveva protestato su Twitter del presunto sfruttamento della sua immagine nel videogioco. Ma come detto prima, tutto fa. L’importante è che se ne parli.

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