Calciatori e Leghe europee verso lo sciopero contro la Fifa

Il mondiale per club, l'armonizzazione dei calendari e la sentenza Diarra i motivi dello scontro

Gianni Infantino Presidente della FIFA

Gianni Infantino Presidente della FIFA

Dai musi lunghi alle mancate strette di mano, dalle contestazioni via social alle vie legali. Giocatori, tecnici e addetti ai lavori, da tempo, protestano contro le troppe partite e i calendari sempre più intasati. Una protesta che ora è stata messa nero su bianco.

La European Leagues, l'associazione delle Leghe europee, quella che riunisce 33 Paesi del continente e la Fifpro Europe, la federazione internazionale dei calciatori professionisti, il sindacato di categoria, hanno presentato reclamo alla Commissione Ue contro la Fifa per abuso di posizione dominante nell'imposizione del calendario delle partite internazionali 2025-2026.

Con particolare riferimento al Mondiale per club 2025 e al Mondiale 2026.

La vicenda, in sé, potrebbe strettamente burocratica, ma in realtà sottende molto altro e chiama in causa la gestione dei calendari, gli effetti pratici della sentenza Diarra, per molti la nuova Bosman, e, non da ultimo, gli strascichi della vicenda Superlega. Vediamo i dettagli.

La protesta sui calendari

Partiamo dai calendari il motivo tecnico con cui Leghe e calciatori hanno aperto il fronte, minacciando lo sciopero, contro la Fifa. Di recente la Fifa ha varato un Mondiale per club a 32 squadre, di cui 12 dall'Europa, che si svolgerà negli Stati Uniti i prossimi giugno e luglio, mentre il Mondiale del 2026, ospitato sempre in Nord America, avrà 48 squadre invece di 32 e durerà una settimana in più.

"Il calendario internazionale di calcio - denunciano European Leagues e Fifpro - eccessivamente saturato, mette a rischio la sicurezza e la salute dei giocatori, e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali apprezzate per generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo"

Il reclamo presentato alla Commissione punta il dito sulla Fifa, che gestisce il calendario delle finestre per gli impegni delle nazionali, e non cita la Uefa, che in questa stagione ha varato nuovi format per la Champions, l’Europa e Conference League. Anche la Nations League ha introdotto un nuovo sistema di playoff.

Il reclamo delle leghe verso la Fifa riguarda il fatto di non essere stati pienamente consultate durante le discussioni per concordare l'ultimo rinnovo del calendario fino al 2030 per le partite delle nazionali.

La saturazione

Il gruppo, che include la Premier League inglese e LaLiga spagnola, i due tornei oggettivamente più solidi tramite la sua appartenenza al collettivo European Leagues, sostiene infatti che l'organismo di governo mondiale del calcio ha abusato di una posizione dominante ai sensi della legge europea sulla concorrenza. 

Altra accusa, molto circostanziata è che la Fifa non ha consultato adeguatamente il nuovo calendario prima che fosse annunciato a marzo dell'anno scorso e che di conseguenza il programma è andato "oltre la saturazione".

In quel contesto l’introduzione di una Coppa del mondo per club da 32 squadre ogni quattro anni è stata vista come il punto di svolta, ma il problema più grande, è la condotta generale della Fifa su questo tema, sostenendo che ha favorito i propri interessi commerciali che a loro volta hanno "danneggiato gli interessi economici delle leghe nazionali e il benessere dei giocatori". 

Fonti delle leghe indicano la recente richiesta del Manchester City di posticipare le partite nazionali all'inizio della prossima stagione per consentire più tempo di recupero dopo la Coppa del mondo per club come un ottimo esempio di come questa nuova competizione avrà un impatto sul programma e sulla qualità della propria.

La Premier League può indicare il fatto che è una competizione da 20 squadre da quasi 30 anni e che la congestione delle partite nel gioco del club è il risultato dell'espansione a livello internazionale da parte della Uefa e ora della Fifa che insiste sul fatto che il calendario annunciato al suo Congresso del 2023 in Ruanda è stato il risultato di un'ampia consultazione e che è pienamente nel suo diritto stabilire i parametri delle proprie competizioni come la Coppa del mondo per club a condizione che rientrino nel quadro del calendario concordato.

Anche la FIFPRO Europe, il ramo continentale del sindacato mondiale dei giocatori FIFPRO, fa parte dell'azione. Ci sono già stati diversi casi in cui i giocatori hanno parlato apertamente delle richieste del calendario, con il centrocampista del Manchester City Rodri che ha detto che i giocatori erano "vicini" allo sciopero per la questione, poco prima di subire un infortunio che ha messo fine alla stagione.

Calcio "protagonista" in sede legale

Ma ormai il dado è tratto e la presentazione del reclamo legale segna la terza settimana consecutiva in cui un caso di diritto della concorrenza ha fatto notizia nel calcio. 

Il 4 ottobre la Corte di giustizia europea ha stabilito che alcune delle regole di trasferimento della Fifa violavano la legge sulla concorrenza e la libertà di movimento nel caso dell'ex centrocampista di Arsenal, Chelsea e Portsmouth, Lassana Diarra. 

Lunedì scorso le regole sulle transazioni tra parti associate (APT) della Premier League sono state ritenute illegittime sotto certi aspetti da un collegio arbitrale dopo che il Manchester City ha presentato un ricorso.

E attenzione a cosa si muovo nel mondo della Superlega che proprio in questi giorni è tornata al centro dell'attenzione con le dichiarazioni del CEO della A22, Reichart che fissa al settembre del 2025 l'avvio della competizione.

La posizione della FIFA

La Fifa, dal canto suo, non solo non è stata in silenzio ma ha accusato di "ipocrisia" le leghe mettendo nero su bianco che: "preferiscono un calendario pieno di amichevoli e tour estivi" come la Summer Series della Premier League. Ma non solo La Fifa ha affermato che le sue offerte di colloqui di quest'anno non sono state accettate.

Ma al bastone è immediatamente seguita la classica carota. Sempre la Fifa ha fatto sapere di essere pronta ad  avviare un dialogo globale sul sistema dei trasferimenti, al quale saranno invitate le principali parti interessate al fine di allineare l'articolo 17 del Regolamento Fifa sullo status e il trasferimento dei giocatori (RSTP).

Questo annuncio fa seguito alla recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea nel caso Diarra ed è in linea con l'obiettivo strategico della Fifa di migliorare il sistema dei trasferimenti, dove sono stati compiuti notevoli progressi dal 2016. 

Nei prossimi giorni, la Fifa inviterà formalmente le varie parti interessate a presentare idee in relazione all'articolo 17 dell'RSTP (Conseguenze della risoluzione dei contratti senza giusta causa) e a discuterle, al fine di formulare proposte consolidate e definire i prossimi passi.

Ma la tensione è comunque destinata a salire, a salire talmente tanto da mettere in conto un possibile sciopero di Leghe e Calciatori contro la FIFA. Un fatto senza precedenti

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