A Parigi si tifa Red Star, molto più di un semplice club

Quando riesci a farti notare in una città come Parigi, nonostante il colosso Paris Saint Germain, significa che c’è qualcosa di speciale. Quella del Red Star è una storia da raccontare.

Troviamo la nostra forza e il nostro spirito combattivo dalla nostra Storia, dal nostro DNA, dal nostro territorio. Questa maglia risponde ad una strategia del club per continuare a valorizzare le sue radici locali e le azioni educative e sociali, con il Red Star Lab in particolare. Questa maglia è qualcosa di unico.

L’eloquenti  parole di Patrice Haddad, Presidente del Red Star FC, dopo il lancio della nuova maglia lo scorso Settembre tracciano al meglio il passato, il presente ed il futuro del Club: un prodotto davvero spettacolare, d’impatto.

La Nostra Storia, la Nostra Maglia è il concept sul quale è stato realizzato il kit gara per l’annata 2020/2021, con un pattern ispirato a simboli ed icone del club: il mercatino delle pulci (tipico della zona dove sorge la storica sede), uomini, donne, protagonisti e personaggi come Jules Rimet, uno dei due fondatori del Club, semplicemente l’uomo che ha ideato il campionato mondiale di calcio.

Ogni iniziativa del Red Star FC ha uno scopo sociale ed uno scopo commerciale. Una maglia che è stata letteralmente indossata nelle Scuole di Saint-Ouen e Saint-Denis, attraverso una campagna di sensibilizzazione sull'impatto sociale che ha avuto ed ha il Red Star FC dal primo giorno sulla propria comunità. Lillian Thuram dirà in merito: “Utilizzare una squadra di calcio, una maglia da calcio, per raccontare la storia di Parigi e della Francia è un modo incredibile per raccontare la storia ai bambini”.

Uno storytelling continuo dei risultati sportivi e dei successi registrati nei progetti sociali, costantemente comunicati sulle piattaforme Facebook, Instagram, Youtube e Twitter per alimentare la passione di una fanbase di oltre 200.000 follower sparsi tra Parigi, Francia e resto del mondo.

La strategia marketing del club parigino riesce a “mixare” al meglio gli elementi storici con l’innovazione, con il futuro, facendo leva sull'educazione dei più giovani. Come per il St. Pauli, qualcuno ha storto il naso per l’evoluzione commerciale che sta vivendo la Società. Ma, ci ripetiamo, per far sopravvivere degli ideali del passato è necessario alimentarli attraverso il marketing, il merchandising, strumenti vitali per piccoli grandi club professionisti nel calcio moderno.

La valorizzazione commerciale di un ideale

Il Red Star FC è un ideale ed è uno stile di vita, concetto spesso abusato ma in questo caso realmente applicato. La partnership con Adidas ne ha dato una grande spinta a livello globale nella creazione di tutta la linea sportiva e casual. L’ingresso del Main Sponsor Vice è stato un ulteriore impulso significativo per il brand non solo a livello economico ma in termini di riconoscibilità. Vice Media Group è una digital media company americana – canadese. Il successo del gruppo nasce dalla rivista Vice per poi svilupparsi nei media digitali con un target specifico rivolto ai giovani. Prima contenuti online, poi serie tv e a seguire l’ingresso nel mondo cinematografico e musicale. Quando gli asset principali del main sponsor sono questi, non si può che investire in comunicazione e nella valorizzazione del marchio, soprattutto se si risiede a Parigi ed esistono altri due club professionistici, di cui uno è il PSG del Presidente Nasser Al-Khelaifi.

Nella pratica, il club ha fatto di necessità virtù, senza mai dimenticare le proprie origini.

La storia del Red Star Football Club inizia nel 1897 con l’atto di fondazione sottoscritto da Jules ed Ernst Herbert Rimet: dei veri e propri pionieri. Il Red Star FC è il club più antico della capitale francese. Nel 1970 nascerà il PSG dalla fusione tra il Paris FC e lo Stade Saint – Germain.  

La leggenda narra che il nome fu ispirato dall’esclamazione spontanea della governante inglese di casa Rimet, che durante la riunione organizzata per scegliere il nome ufficiale, esclamò “Red Start!”. Parliamo di un qualcosa di assolutamente non confermato, ma che offre un velo di romanticismo sulla storia che stiamo narrando.

Il club, oggi, è conosciuto con il soprannome di Étoile Rouge. A partire dal 1909 si trasferisce a Saint-Ouen, 93° dipartimento, nella banlieue nord di Parigi. Da qui prende forma l’ideale e l’identità del club che trasloca dal centro cittadino alla periferia, divenendo simbolo e riferimento di tutti quei Comuni, di tutti quei quartieri spesso dimenticati.  

Un anima popolare d’ispirazione italiana

Quartiere operaio, anima popolare. Jules Rimet, dal giorno della fondazione, trasmette i propri valori. Il club è aperto a tutti, non esistono classi sociali, non esistono differenze. Il calcio diviene strumento di educazione, formazione e riscatto. La Tour Eiffel è lontana oltre 10 km e a Saint-Ouen c’è poco oltre il Red Star FC.

A differenza di altri club “popolari”, la squadra negli anni riesce a “riempire” la propria bacheca: due Campionati di Seconda Divisione, due Championnat National e sopratutto cinque Coppe di Francia (quattro nel periodo d’oro degli anni ’20). Il club, però, non ha saputo nell'epoca moderna ripercorrere in campo gli antichi successi, mancando dalla Ligue 1 dal 1975, e militando oggi in Terza Serie.

I fratelli Rimet, come detto, l’Helenio Herrera calciatore, Nestor Combin, sono alcuni degli idoli dei tifosi. Solo uno, però, entrerà nel mito.

Parliamo di Rino Della Negra, figlio di migranti veneziani cresciuto nella vicina Argenteuil. Giovane talento del Red Star, entrerà nel gruppo “Franchi Tiratori Partigiani”, combattendo contro l’occupazione nazista della città di Parigi. Il 21 Febbraio del 1944 venne fucilato dalle truppe tedesche, trasformando la sua storia in leggenda. Rino divenne subito una icona del club, della lotta al nazismo, di valori che ancora oggi rappresentano l’Étoile Rouge: il club è in prima linea contro qualsiasi forma di discriminazione, basandosi su principi quali la solidarietà, l’integrazione e la tolleranza. Ieri, oggi e domani, il club rimane fedele alla propria missione. La tribuna dei supporter di casa è intitolata proprio a Della Negra ed ogni match i tifosi non perdono occasione per onorare il suo sacrificio cantando: “Il n’y a che Rino” (C’è solo Rino).

Il club come laboratorio multiculturale

Allena il corpo, risveglia la mente”. Questa frase di Jules Rimet racchiude la visione del club.

Avevamo già parlato del Red Star FC come uno spazio aperto a tutti. L’obiettivo, oggi, è continuare ad essere un importante punto di riferimento per la comunità al di là dei risultati sportivi. Tutto questo è racchiuso nel progetto REDSTAR LAB, un vero e proprio laboratorio educativo, culturale e creativo per formare non solo i propri tesserati ma tutti i giovani della comunità. Il calcio diviene ponte ideale per raggiungere un obiettivo educativo molto più nobile. Una iniziativa incentrata sull'educazione inclusiva e la sperimentazione con laboratori di lingua inglese, arte, street art, danza e diverse altre attività.

Il club vuole formare ed educare, cittadini e poi sportivi.

Tra passato e futuro, la svolta decisiva per la crescita del  Red Star FC è stata ufficialmente comunicata lo scorso 8 Febbraio quando il Consiglio Comunale di Saint-Ouen, ha autorizzato il Sindaco a cedere lo storico Stadio Bauer, al gruppo Réalités, guidato proprio dal Presidente Patrice Haddad, entro la fine della stagione, dopo una “battaglia” durata ben 12 anni. Un turning point essenziale per gli obiettivi futuri della squadra che ha l’obiettivo, ambizioso ma possibile, di tornare in Ligue 1 in pochi anni.

Facendo il “verso” al blaugrana Més que un club, i tifosi del Red Star FC, spesso, per descrivere la propria squadra si aiutano con Plus que du foot, per sottolineare la funzione non solo sportiva del Club, ricordando a tutti che a Parigi non esiste solo il PSG.

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