Un telecronista ha espresso sostegno alla Palestina prima di Arsenal-Manchester City

Il giornalista Issam Chaouali, impiegato nella TV qatariota, si è reso protagonista di osservazioni controverse durante il racconto del big match dell’ultimo turno di Premier League

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Il conflitto fra Israele e Palestina sta sconvolgendo il quadro geopolitico mondiale. Anche lo sport sta facendo in conti con il conflitto e, in minima parte, anche un giornalista di BeIn Sports ha generato una controversia ulteriore. Issam Chaouali era il telecronista per BeinSports di Arsenal-Manchester City, big match della scorsa giornata di Premier League. Chaouali, tuttavia, non si è limitato al racconto del match fra Gunners e Citizens.



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Mentre i giocatori si inginocchiavano per sensibilizzare alla lotta contro la discriminazione all'Emirates Stadium, il commentatore della partita ha esplicitamente palesato il suo sostegno allo Stato palestinese dopo che i militanti avevano attaccato Israele e preso un gran numero di ostaggi.

Durante l’introduzione al match, che è stata trasmessa nelle nazioni di lingua araba, compresa la Palestina, ha sottolineato: "Hanno parlato di forza ed era un'illusione. Hanno parlato di tecnologia avanzata ed era un'illusione. Hanno parlato di esercito imbattuto ed era un'illusione. Hanno parlato del confine Bar-Lev (le fortificazioni del 1973 tra Egitto e Israele) ed era un'illusione. Hanno parlato di un confine che non può essere attraversato. Non avete capito? Non abbiamo capito? Sono solo un'illusione".



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BeIN ha preso le distanze dalle parole del suo giornalista, a cui è stata ricordata la sua responsabilità di aderire alla politica di neutralità dell'azienda. Inoltre ha ricordato a tutto il proprio corpo di telecronisti di astenersi completamente dal fare commenti politici e a raccontare solo lo sport, indipendentemente dalle loro opinioni personali.

"In qualità di gruppo mediatico leader a livello mondiale, condanniamo qualsiasi forma di conflitto o violenza, mentre sosteniamo e supportiamo persone, cause e interessi di ogni provenienza, lingua ed eredità culturale negli oltre 40 Paesi estremamente diversi in cui operiamo. Le nostre politiche aziendali richiedono una neutralità apolitica e una copertura radiotelevisiva incentrata sullo sport, che è richiesta a tutto il nostro personale" ha dichiarato un portavoce di beIN Media Group a The Athletic.



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