Il calcio è cambiato. Cadono tanti miti e spariscono icone indelebili. La figura dell'attaccante di razza ideale per le piccole squadre ormai è un bene obsoleto
Da Pasquale Luiso a Stefan Schwuoch passando per Tovalieri, Hubner, Caracciolo e tanti altri. Nomi cult del pallone italico anni '80, '90 e primi 2000. Nostalgia allo stato puro ormai non più replicabile. Oggi le società prediligono piste esotiche, a volte onestamente scadenti, per rinforzare i rispettivi settori d'attacco. Il numero 9 vecchio stampo, idolo delle curve dello stivale, è sparito.
L'esempio del Toro di Sora, Pasquale Luiso appunto, è probabilmente il più calzante. Campano d'origine, classe 1969, nella città natale di Vittorio De Sica ha scritto le prime iconiche pagine della sua carriera da bomber a tinte popolari. In maglia bianconera, con mister Di Pucchio in panchina, ha trascinato i compagni al doppio salto dalla Serie D alla C1 in breve tempo tra il 1992 e il 1994. Poi il grande salto al Torino per assaporare il gotha del calcio del Belpaese. Bagagli sempre pronti per nuove avventure tra Pescara e Chievo Verona. Nel 1996 l'approdo a Piacenza. Al Garilli fu subito amore con la tifoseria locale. La rovesciata strabiliante nel match contro il Milan e il gol salvezza nello spareggio del San Paolo ai danni del Cagliari hanno lanciato Pasquale nella hall of fame dei biancorossi emiliani.
Dal Garilli al Menti di Vicenza il passo fu breve e si concretizzò nel 1997. Alle dipendenze di mister Guidolin, con il fantasista Zauli al fianco, Luiso fece impallidire per un attimo lo Stamford Bridge in una indimenticabile sfida di Coppa delle Coppe con il Chelsea di Zola. Un vero bomber di provincia, appunto, il Toro di Sora.
Oggi cosa bolle in pentola? Poco o nulla. L'attuale classifica cannonieri del campionato di Serie A, dopo sette turni disputati, conferma il declino lamentato in apertura. L'unica nota positiva riguarda Riccardo Orsolini, autore di 5 marcature col Bologna (che però non possiamo considerare una piccola) e al momento in testa. Per il resto i colori italiani mettono in mostra Pinamonti, Belotti e Bonazzoli a quota 2 gol, con Cancellieri che si eleva a 3 reti. Poi il vuoto con un esercito di pedine estere a dettar legge.
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