La panchina di Stefano Pioli traballa, è crisi Viola dopo gli ultimi risultati che hanno visto scivolare la squadra all’ultimo posto della Serie A
Stefano Pioli (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Il ritorno di Stefano Pioli a San Siro è sportivamente tragico. Per la Viola, infatti, arriva l'ennesima sconfitta e per una squadra che puntava alla qualificazione nell'Europa che conta è davvero complicato da accettare.
Se non altro perché in estate, Max Allegri aveva defilato la Fiorentina dalla corsa alla Champions League alimentando il disappunto di Pioli che dichiarò di aver scritto sulla lavagna dello spogliatoio la frase dell’allenatore del Milan.
Da quel momento, però, il bilancio è stato davvero magro, 3 punti raccolti in 7 partite frutto di 3 pareggi contro Torino, Cagliari e Pisa, ultimo posto in classifica a pari merito con Genoa e Pisa.
E dopo la sconfitta di San Siro, stadio che ha visto Pioli protagonista prima sulla panchina dell’Inter con risultati deludenti, poi al Milan dove ha vinto uno scudetto e riportato i rossoneri in Champions League dopo anni di buio, il direttore sportivo Pradè si è dichiarato responsabile del disastro Fiorentina, difendendo a spada tratta l’allenatore parmigiano.
Ma le prossime due giornate (contro Bologna e Inter) a questo punto saranno decisive per il futuro di Pioli e della Fiorentina, reduce peraltro da una stagione ottima sotto la guida di Raffaele Palladino, bravo a valorizzare i singoli come Moise Kean, vicecapocannoniere della scorsa stagione, dietro a Mateo Retegui.
Le piste più probabili (ma al momento molto fredde) sono quelle che portano ai nomi di Thiago Motta, ex allenatore della Juventus, ancora sotto contratto con i bianconeri fino al 2027, e Daniele De Rossi, reduce dall’esperienza capitolina chiusa all’inizio della scorsa stagione.
Il tecnico italo-brasiliano porterebbe tattica, gioco e valorizzazione dei singoli, riproponendo un progetto simile a quello visto a Bologna, prima del salto prematuro in una big come la Juventus, esperienza conclusa con l’esonero. A Firenze troverebbe giocatori da valorizzare, (a Bologna ha contribuito alla nascita di campioni come Calafiori, Tomiyasu, Zirkzee) primo fa tutti Moise Kean, ma anche Roberto Piccoli, Jacopo Fazzini, Robin Gosens, Rolando Mandragora.
De Rossi piace per grinta e atteggiamento, elementi mancanti in questa prima parte di stagione, dunque porterebbe a Firenze la voglia di cambiare una stagione fin qui pessima.
Pioli ha ancora due partite per salvare la panchina, dunque qualsiasi pista è ancora fredda, ma occhio alle possibili sorprese alle quali Commisso, presidente Viola dal 2019, ci ha abituato… (Articolo a cura di Domenico Casciabanco)
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