FIFA World Cup, il Comitato Supremo del Qatar risponde a Hummel

A meno di 50 giorni dall’inizio del Mondiale, non si placano le polemiche intorno ad una competizione che sta facendo davvero discutere.

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La FIFA World Cup Qatar 2022 è destinata ad entrare indelebilmente nella storia del calcio, essendo una delle edizioni più discusse di sempre.

L’organizzazione del torneo è infatti accompagnata, dal giorno 0, da un tornado di critiche vertenti su più questioni contemporaneamente.

Da un lato la lesa maestà della sacralità della Coppa del Mondo in estate, spostata a novembre per permettere ad una Nazione, mai particolarmente incline al gioco del calcio, di ospitarla in casa propria.

Dall’altro lato, questione ben più grave, la violazione di diritti umani nel progettare e gestire questi Mondiali.

Una situazione quindi davvero molto delicata, tale da portare leggende di questo sport come Éric Cantona a dichiarare ufficialmente la propria volontà di non seguire il torneo.

E lo sponsor tecnico della Danimarca, Hummel, a presentare kit gara ufficiali monocromatici, non mettendo in risalto il marchio e l'emblema della Federcalcio danese in segno di protesta.

Dopo questa ennesima, asprissima, critica, il Comitato supremo del Qatar ha deciso di rispondere agli attacchi del brand di sportswear, rilasciando una dichiarazione riguardante i diritti umani, la loro presunta violazione e la mancanza di rispetto per i lavoratori migranti coinvolti nel preparare al meglio questa edizione.

Queste le dichiarazioni ufficiali:

“Da quando ha ottenuto il diritto di ospitare la Coppa del Mondo FIFA, il Comitato ha lavorato diligentemente a fianco del governo del Qatar per garantire che il torneo offrisse un'eredità sociale duratura.

Il nostro impegno in questo senso ha contribuito a riformare il sistema del lavoro, promulgando leggi che tutelino i diritti dei lavoratori e assicurando loro migliori condizioni di vita.

Attraverso la collaborazione con il Gruppo di lavoro UEFA e varie altre piattaforme guidate dalla FIFA e da altri gruppi indipendenti, abbiamo avviato un dialogo solido e trasparente con la DBU. Questo dialogo ha portato a una migliore comprensione dei progressi compiuti, delle sfide da affrontare e dell'eredità che offriremo dopo il 2022.

Per questo motivo, contestiamo l'affermazione di Hummel secondo cui questo torneo è costato la vita a migliaia di persone. Inoltre, rifiutiamo con tutto il cuore la banalizzazione del nostro autentico impegno a proteggere la salute e la sicurezza dei 30.000 lavoratori che hanno costruito gli stadi della Coppa del Mondo FIFA e altri progetti del torneo. Lo stesso impegno si estende ora a 150.000 lavoratori nei vari servizi del torneo e a 40.000 lavoratori nel settore dell'ospitalità.



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L'onere di fare di più per proteggere i diritti dei popoli in tutto il mondo, anche in Danimarca, spetta sempre ai Paesi. Il lavoro del Comitato di vigilanza è riconosciuto da numerosi enti della comunità internazionale dei diritti umani come un modello che ha accelerato il progresso e migliorato le vite. Le riforme del Qatar sono riconosciute dall'OIL e dalla ITUC come un punto di riferimento nella regione. Come ogni paese, il progresso su questi temi è un viaggio senza traguardo, e il Qatar è impegnato in questo viaggio.

Esortiamo la DBU a comunicare con precisione i risultati della sua ampia comunicazione e del suo lavoro con il Comitato di vigilanza, e a garantire che ciò venga comunicato con precisione ai suoi partner di Hummel.”



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