Il terzo torneo nazionale aveva bisogno del vulcanico carattere del mister campano. Un personaggio virale, unico nel suo genere, mai banale
Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images
Eziolino Capuano is back. Il Giugliano ha deciso di rivoluzionare all'improvviso il settore tecnico con l'approdo al capezzale gialloblu dell'allenatore cresciuto da infante nel piccolo centro di Pescopagano, poco più di mille anime in Basilicata. Il curriculum del trainer classe 1965 non ha bisogno di ulteriori presentazioni.
Capuano negli anni ha girato con i bagagli in mano praticamente tutto lo stivale calcistico. Salvezze miracolose, imprese entrate nella storia delle compagini guidate, avventure poco esaltanti con esiti nefasti. Insomma, un mix pirotecnico intervallato spesso da conferenze stampa leggendarie. Neologismi sfoderati a tamburo battente, feroci litigi con i cronisti in sala, lacrime versate dinanzi ai microfoni e alle telecamere.
Trapani l'ultimo lido frequentato da Eziolino. Prima della piazza siciliana tante altre compagini gestite. Dagli albori al timone dell'Ebolitana al Taranto, passando per Juve Stabia, Potenza, Sora, Fondi, Paganese, Casertana, Avellino, Modena, Sambenedettese, Messina e un tour in Belgio alla corte dell'Eupen. Una carriera vissuta sempre con il piede sull'acceleratore. Adesso il grande ritorno in panchina. Il Giugliano ha bisogno di Capuano. Via Cudini, dentro il profeta di Pescopagano.
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