Perché il Chelsea non ha ancora il front jersey sponsor?
Se in Italia sono Roma e Lazio le uniche squadre ad aver iniziato il campionato senza un accordo per il front jersey sponsor, in Inghilterra è il Chelsea ad aver debuttato in Premier League col petto sgombro da partner commerciali.
Una situazione atipica per un club che gioca un torneo così appetibile come quello d’oltremanica, ma che ha una precisa motivazione dietro l’attuale situazione.
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Riavvolgiamo il nastro. Qualche settimana fa era filtrata la notizia dell'accordio raggiunto fra il Chelsea e Infinite Athlete per una cifra di 51 milioni di dollari a stagione. La FA, che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il conseguente addio di Roman Abramovich sta monitorando attentamente i Blues, ha però bloccato momentaneamente il deal, spiegando di dover esaminare attentamente la situazione.
A non convincere i vertici della federazione inglese ci sono diversi aspetti. In primis la società Infinite Athlete, attiva nel settore dell’innovazione sportiva, è stata formalmente fondata solamente una settimana prima dell’accordo col Chelsea. Il suo fatturato ammonta a 12 milioni di euro, ben 39 in meno rispetto all’importo dovuto ai Blues per la sponsorizzazione.
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La Premier League non è convinta che l’operazione economica sia cristallina, anche perché in Inghilterra la federcalcio è severa nel preservare e far rispettare l’equa competizione. Inoltre, a preoccupare i vertici del calcio inglese ci sono i legami fra Infinite e Fanatics, una delle società che hanno investito per la creazione dell’azienda.
Uno degli investitori principali di Fanatics, infatti, sarebbe proprio Clearlake Capital, fra i fondi d’investimento che hanno aiutato Todd Boehly a divenire proprietario dei londinesi. Questo, dunque, frena il club sia dall’annunciare l’accordo, sia dall’apporre il marchio sulle proprie maglie da gioco.
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