La normativa sugli sponsor sta cambiando nel calcio europeo

Molti paesi stanno cercando di regolamentare gli accordi di partnership con aziende di determinati settori. Nel calcio leghe e federazioni sono intenzionate a regolamentare le partnership che riguardano società di scommesse, cripto e fondi arabi.

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Sempre più al centro delle riforme in ambito calcistico europeo c’è il regolamento che riguarda le sponsorizzazioni.

Al di là della visibilità di alcune attività imprenditoriali, come riporta el Confidencial, in Spagna ha prosperato il divieto delle partnership con aziende del settore scommesse, mentre nel Regno Unito e in altri paesi, in un primo momento sembrava imminente un divieto simile, ma ad oggi la questione si è soffermata al solo dibattito.



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Di contro i governi e le autorità pubbliche hanno analizzato a fondo l’argomento per capire come e dove applicare le restrizioni soprattutto alle società operanti alcuni settori specifici, come quello delle criptovalute.

Il proliferare di aziende del settore cripto nel 2022 ha portato l'aumento degli investimenti in sponsorizzazioni sportive, pur non avendo una forte credibilità. Altre norme di controllo nel mondo del calcio sono state ipotizzate affinché l'acquisto di club da parte proprietà o fondi provenienti dai paesi arabi venga regolamentato soprattutto per non creare accordi artificiosi con sponsor locali che inneschino spese con quasi nessun controllo finanziario.

Le aziende betting

Il caso della regolamentazione delle sponsorizzazioni con le aziende impegnate nel settore betting è ancora un percorso ampio.

L'Italia è diventata il primo paese europeo a vietare la pubblicità da questo settore nel 2018.

Procedimento spinto dal Movimento 5 Stelle dopo alcuni dati statistici che hanno analizzato la situazione disastrosa che il gioco provocava nelle persone, soprattutto quello online, sia mentale che economica.



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La Spagna ha applicato un regolamento simile nel 2020 con il ministro Alberto Garzón che sottolineò che la norma è nata per vietare “Un'attività che porta una serie di rischi normalmente sconosciuti a chi ascolta o vede questo tipo di pubblicità e che sappiamo portare a determinate patologie che mettono a rischio la salute e le relazioni sociali e familiari delle persone”.

I bookmaker però nel mondo del calcio sono tutt’ora presenti.

Gli operatori di scommesse online hanno firmato nuovi contratti di sponsorizzazione con attivazioni regionali in paesi come la Russia o la Cina e regioni come il Medio Oriente, il Sud-est asiatico o l'Africa. Grazie alla pubblicità dinamica negli stadi e alle TV, la visibilità di queste aziende nel mondo del calcio non ha avuto un freno, soprattutto nelle competizioni nazionali.



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Negli eventi sportivi internazionali la situazione è diversa. La UEFA ad esempio non ha applicato nessuna restrizione a questo tipo di aziende, che possono tranquillamente essere veicolate nelle varie attività di marketing e comunicazione che la confederazione calcistica europea mette in atto annualmente.

Inoltre, i dati mostrano che dove questo tipo di pubblicità è stata regolamentata non c’è stato un impatto negativo sul settore delle scommesse.

Infatti i dati parlano di un volume di gioco di 8 miliardi di euro lo scorso anno, in Europa sempre più Paesi cercano di proteggersi dal gioco d'azzardo online, mentre negli Stati Uniti questa attività è stata regolamentata ed è attualmente uno dei settori in più rapida crescita nelle sponsorizzazioni sportive. Aziende come DraftKings o FanDuel si sono evolute dai giochi fantasy agli operatori di giochi online, una volta avuto l’ok dal governo USA.

Le criptovalute

L’ascesa del settore della criptovalute ha creato più di qualche problema nel mondo del calcio, e dello sport in generale.

Essendo un'industria in via di sviluppo, inizialmente vista la rabida crescita, numerose aziende operanti in questo settore hanno promesso ingenti investimenti in termini di sponsorizzazioni in cambio della visibilità che solo il calcio può dare.



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In paesi come la Spagna queste aziende sono state chiamate a colmare il vuoto lasciato dal divieto delle sponsorizzazioni con aziende di scommesse. Ciò ha costretto molte proprietà sportive a prendere decisioni rapide per evitare un grave crollo economico dopo la pandemia.

Ma il crollo che questo settore ha avuto lo scorso anno ha portato a numerosi mancati pagamenti come il caso BitCi o DigitalBits. La Federcalcio spagnola, dopo aver annunciato un accordo con Huobi, ha subito dovuto rettificare e cancellare il contratto dopo aver verificato che la società fosse nella lista nera del CNMV.

Ad oggi infatti il settore cripto è in discussione, soprattutto nel mondo del calcio europeo.

I fondi arabi

Oltre a questi settori ci sono state nell’ultimo anno numerose critiche anche a quei fondi provenienti dai Paesi del Golfo, che secondo numerosi presidenti di club europei, non essendo controllati possono agire come meglio credono nel pareggio di bilancio.

Una delle tecniche più comuni utilizzate da fondi sauditi o qatarioti sono le sponsorizzazioni.

L’acquisto di club da parte di fondi governativi del Qatar o dell’Arabia Saudita ha allarmato alcuni presidenti che il più delle volte si vedono costretti ad attingere al proprio portafoglio per ripianare i debiti societari.



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Uno dei primi blocchi è arrivato in Premier League subito dopo l’acquisto, da parte del fondo nazionale saudita PIF del Newcastle nel 2021. Da quella data ogni accordo commerciale che le proprietà straniere siglano con aziende dei rispettivi paesi di provenienza devono essere convalidati da un organismo apposito creato dalla federazione.

Il PSG, di proprietà del fondo nazionale Qatar Investment Authority, ha generato qualche malumore dopo aver ufficializzato il rinnovo della partnership come main sponsor per circa 60 milioni di euro con Qatar Airways, compagni aerea nazionale del Qatar.



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