La Football Industry italiana vista a raggi x: le parole di Furlani, Valentini e Amati

In queste interviste, realizzate da Fortune Italia, è stata analizzata la situazione del calcio italiano dal punto di vista industriale, offrendo una panoramica completa

Giorgio Furlani

Giorgio Furlani, ceo del Milan, Gianfilippo Valentini, fondatore di Go Project, nonché ideatore del "Social Football Summit" e Antonio Amati, direttore  generale IT Almaviva, hanno analizzato lo stato di salute della football industry italiana, analizzandone criticità e opportunità di sviluppo. Ognuna di queste tre voci ha offerto una chiave di lettura differente. Dall'annosa questione legata alle infrastrutture fino alla pirateria, passando per la comunicazione social.

(Interviste realizzate da "Fortune Italia")

Giorgio Furlani

Il dirigente rossonero ha posto l'attenzione sul rapporto tra il calcio e le istituzioni italiane, oltre alla situazione del Milan, che punta, sempre di più a diventare un esempio virtuoso nel panorama nazionale e internazionale.

Come si fa a rendere attrattivo per calciatori e investitori un campionato che sembra non aver più appeal ed è sepolto sotto una montagna di debiti?

"Bisogna lavorare tanto e farlo tutti assieme.

Il calcio è uno strumento straordinario per attrarre capitali e per partecipare alla crescita del Pil del Paese.

Abbiamo problemi di sistema, tra cui le infrastrutture sportive che sono imbarazzanti, per usare un eufemismo. Abbiamo problemi seri di pirateria dello spettacolo sportivo. Abbiamo problemi con una serie di regole e leggi che non ci aiutano a essere competitivi a livello europeo. Per capirci: se vogliamo incorporare questa grande fetta di economia all’interno del sistema Paese dobbiamo collaborare sinergicamente".

 Ci sono molti imprenditori stranieri che vogliono investire nel calcio italiano?

"Certo, ma bisogna abbandonare l’idea che il calcio sia un gioco e nient’altro. Il calcio è un’industria. Parliamo di società che hanno centinaia di milioni di fatturato e che possono portare centinaia di milioni di investimenti nel nostro Paese."

 Com’è successo col Milan

"Dopo anni difficili, il risanamento e il rilancio di questo club che rappresenta la storia del calcio italiano nel mondo, è stato reso possibile dal Fondo Elliott che ha evitato il disastro del fallimento".

"Oggi, invece, viviamo una fase di accelerazione e crescita. Siamo in un nuovo importante capitolo di evoluzione del club, sostenuto dalla visione strategica di Gerry Cardinale, le competenze ed esperienza di RedBird nello sport business, nei media, nella capacità di sviluppare brand globali e di creare sinergie virtuose".

"Abbiamo avviato un percorso di crescita fondamentale per colmare il gap con le grandi squadre in Europa, soprattutto quelle in Premier League, che possono contare su ricavi importanti". 

 A proposito di infrastrutture. L’età media degli stadi di Serie A è 61 anni, quelli di Serie B, 67 anni.  

"Gli imprenditori stranieri sono disposti a investire per fare nuovi stadi. C’è un’impossibilità di fatto a livello burocratico e amministrativo. C’è volontà e ci sono capitali a disposizione, ma non si riesce ad investire". 

 Lo stadio di San Siro, dove giocano Milan e Inter, tra due anni compie un secolo di vita

"Bene, forse ne occorre uno nuovo?"

 Forse?

"È da più di cinque anni che lavoriamo per dare al Milan un nuovo stadio e abbiamo dimostrato che per noi è una priorità.

È fondamentale per il futuro del Club, per tornare con continuità nell’élite del calcio internazionale. Il Milan ha necessità di avere lo stadio più bello, moderno e funzionale del mondo.

Noi vogliamo essere un’icona globale, un punto di riferimento per innovazione e sostenibilità, che offra accessibilità ed esperienza senza precedenti, massima sicurezza, comfort e servizi.

Quello che è certo è che RedBird vuole offrire ai tifosi un’esperienza e una casa all’altezza dello status di questo grande Club e adatta all’era moderna. E RedBird ha esperienza nel fare proprio questo".

 Riuscirete a fare uno stadio nuovo anche a Milano, in Italia?

"Abbiamo in cantiere un nuovo grande progetto di stadio a San Donato.

Faremo ogni sforzo per arrivare al risultato, nonostante i diversi ostacoli di sistema. Siamo, come le dicevo, in una nuova fase di crescita del Milan, sotto la guida RedBird, e lo stadio rappresenta un pilastro fondamentale su cui tutto il management è focalizzato, a partire dal presidente Paolo Scaroni.

Parliamo di un manager dallo spessore unico a livello internazionale. Una leadership fondamentale in questi anni. Con grande passione ha guidato progetti strategici per il club, a partire proprio dal piano per il nuovo stadio."

 A proposito di aiuti, sono sparite le agevolazioni fiscali per il calcio.  

"Appunto.

Abbiamo parlato tanto del decreto crescita, delle norme di legge che ci davano vantaggi di natura fiscale.

Queste norme sono state abrogate. Restano tutti gli svantaggi: dalle strutture fatiscenti, ai contratti, alla possibilità di tesserare un certo numero di extracomunitari.

Senza considerare che l’industria del calcio crea introiti alle casse dello Stato a livello di scommesse, ma non vede neanche un centesimo di euro perché il decreto Dignità lo vieta".

 Che cosa c’è che non va nel rapporto tra calcio e istituzioni?

"Premesso il rispetto per le istituzioni di questo Paese, mi permetto di osservare che occorre superare un pregiudizio.

La domanda è: il calcio è un’industria?

Sì, lo è per fatturato, investimenti, numero di lavoratori, gettito fiscale, previdenza, consenso sociale e altro ancora.

Se altri pezzi di industria ricevono aiuti, agevolazioni, contributi, incentivi non si riesce a capire perché il calcio dovrebbe esserne escluso.

Occorre creare un circolo virtuoso: più l’industria del calcio è in salute, più produce reddito, profitti, lavoro e contribuisce alla spesa pubblica.

Se avessimo fatto fallire il Milan oggi saremmo qui a parlare di un disastro nazionale sotto ogni punto di vista. Invece il Milan è in salute, cresce, e vuole aiutare il calcio italiano a ripartire". 

Gianfilippo Valentini

Il fondatore di Go Project, società di comunicazione e sviluppo software, ideatore del Social Football Summit ed esperto di comunicazione digitale e sportiva, si è voluto soffermare sulla crescita della comunicazione social e sulle possibilità che le nuove tecnologie sono in grado di offrire al calcio. Ha inoltre parlato degli stadi come mezzo per il turismo calcistico.

 Gli stadi dei grandi club internazionali sono diventati meta turistica per molti appassionati, c’è un futuro per questo ‘turismo’ che è sempre meno di nicchia? E lo si può immaginare in Italia dove però gli stadi più importanti sono vetusti e spesso di proprietà pubblica?

"Questo è un punto molto interessante riguardo al turismo calcistico e all’esperienza che i tifosi cercano di vivere durante le partite. Integrare la passione per il calcio con l’esplorazione di nuove culture e destinazioni è diventato un elemento chiave per molti appassionati.

Tuttavia le infrastrutture degli stadi italiani spesso non rispondono alle esigenze dei tifosi.

L’esperienza di un appassionato non è solo legata all’aspetto sportivo della partita, ma anche alla possibilità di condividere emozioni e interagire con altri sostenitori.

Rinnovare e migliorare le infrastrutture degli stadi potrebbe anche incrementare l’attrattiva del calcio italiano per i visitatori internazionali.

L’esempio della Supercoppa italiana a Riyadh dimostra come la Lega Serie A stia cercando di espandere e innovare le proprie operazioni, con opportunità al di fuori del territorio nazionale. Questo può portare a nuovi modi di coinvolgere i tifosi globali creando esperienze uniche.

Il turismo calcistico può quindi essere un motore significativo per l’economia, e migliorare le infrastrutture degli stadi è un passo chiave per garantire che l’Italia resti un’attrazione per i tifosi di tutto il mondo.

L’innovazione nel settore, sia a livello di infrastrutture che di operazioni, può contribuire a consolidare la posizione del calcio italiano nel contesto internazionale".

 Lei è il fondatore di Go Project, società che per prima ha saputo declinare il tema dei social nell’ambito dello sport e del calcio, con un algoritmo che assegna un valore agli account social delle squadre di calcio. In cosa si può ancora innovare quando si parla di valore dell’immagine per calciatori e società sportive?

"Il settore dei social media è in continua evoluzione, con rapidi cambiamenti di paradigma. Utilizzare calciatori e squadre come ‘digital hub’ per raggiungere i fan è un approccio strategico e sensibile alle nuove tendenze.

L’espansione del calcio su scala globale - resa possibile dalla tecnologia che ha superato le barriere geografiche - apre opportunità senza precedenti per il coinvolgimento di un pubblico sempre più internazionale.

Le squadre sono affiancate da strutture che operano nel settore digitale e della comunicazione, e al contempo i calciatori stessi vengono supportati da social media manager dedicati, e questo ha contribuito a un loro efficace posizionamento nel panorama online.

Nomi come Inter, Milan, Juve e Roma sono emersi come leader in questo ambito, a volte superando club inglesi e spagnoli.

C’è anche l’iniziativa della Lega Serie A, che ha creato la radio ‘Lega Serie A con Rds’ a evidenziare un impegno concreto nell’innovazione e nella soddisfazione dei fan.

L’attenzione a tematiche cruciali come sostenibilità e inclusività può contribuire a creare connessioni ancora più profonde con il pubblico".

Innovazione e calcio, un binomio vincente. Lei ritiene che il mondo del calcio abbia già tratto il massimo valore da Nft e metaverso, o ci sono ulteriori possibilità di crescita e sviluppo in questi ambiti?

La Football Industry è interessata da un significativo percorso di innovazione, con la conseguenza di una revisione approfondita dei processi interni.

L’innovazione di processo è già una realtà nel calcio - grazie all’affermarsi di nuove competenze derivanti dalla finanza, l’entertainment e il lusso, che stanno contribuendo a ridefinire il settore.

Riguardo poi ai prodotti, stiamo assistendo all’implementazione di soluzioni innovative come l’utilizzo di fan token, asset digitali, criptovalute, Crm e piattaforme OTT.

È quindi essenziale gestire attentamente queste nuove dinamiche perché, nonostante gli sviluppi già avviati, credo che ci siano ancora ampi margini per l’innovazione del settore, che potrebbe passare attraverso la gestione equilibrata fra l’implementazione dei processi esistenti e l’introduzione di nuovi prodotti e servizi, basati su tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale.

L’AI, se gestita strategicamente, può svolgere un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione delle operazioni, nell’analisi avanzata dei dati e nello sviluppo di nuove iniziative.

Questo mix di progressi consolidati e nuovi approcci innovativi potrebbe aprire altri orizzonti per la Football Industry, preparandola per le sfide future e garantendone la crescita sostenibile". 

Antonio Amati

Il direttore generale IT di Almaviva si è focalizzato principalmente sulle opportunità che le tecnologie digitali possono offrire al mondo del pallone in chiave futura, senza perdere di vista il problema della pirateria.

Ha quindi illustrato quali sono gli strumenti per combattere questo fenomeno.

Gestione e analisi dei dati, metaverso, realtà aumentata, Nft, criptovalute. In che modo le nuove tecnologie digitali stanno entrando nel mondo del calcio?

"Le nuove tecnologie consentono di migliorare l’engagement dei tifosi, la sicurezza dei servizi e il monitoraggio delle infrastrutture legate agli eventi calcistici.

Il futuro imminente del calcio è fatto di stadi digitalizzati nel metaverso, integrazioni con realtà aumentata e virtuale per accrescere l’immersività degli eventi sportivi, strumenti di pagamento e autenticità evoluti basati su blockchain e AI per l’automazione e il miglioramento dei servizi verso tifosi e club.

Tuttavia, l’espansione nel digitale richiede un impegno costante per mantenere elevati standard di sicurezza, tutela degli utenti, privacy e rispetto delle regole settoriali.

È indispensabile adottare una strategia tecnologica basata sulla governance dei domini e dei servizi digitali, nonché sull’esperienza nell’integrazione di ecosistemi complessi, come quello calcistico. Questo è l’approccio che Almaviva adotta come partner tecnologico dei propri clienti.

L’obiettivo resta la costruzione di soluzioni che siano autentiche opportunità, rispettando al contempo le normative vigenti anche nel contesto della Football Industry."

La Lega Serie A ha messo a punto Piracy Shield, la piattaforma nazionale che punta a oscurare in automatico i siti di streaming illegali. Ci spiega il funzionamento di questa tecnologia? 

"Da quanto riportato dai canali ufficiali, la piattaforma, che per ora opera esclusivamente a livello nazionale, riceve le segnalazioni di siti e risorse internet che stanno trasmettendo contenuti senza autorizzazione".

Crede che sarà uno strumento efficace?

"Piracy Shield rappresenta un passo significativo nella lotta allo streaming illegale in Italia.

Servono però misure complementari che estendano l’efficacia delle operazioni di irraggiungibilità anche oltre il perimetro nazionale, sia con accordi specifici tra le autorità competenti di altre nazioni, sia con servizi d’intelligence e strumenti tecnologici avanzati che garantiscano l’inibizione dei contenuti trasmessi illegalmente".

"La piattaforma pone le fondamenta per un futuro ancor più sicuro in termini di protezione dei diritti digitali. Se ne sentiva il bisogno, perché ad oggi gli attuali metodi hanno dimostrato dei limiti".

I siti illegali hanno continuato a proliferare nel corso degli ultimi anni, modificando spesso i loro domini e sfruttando piattaforme come Telegram per raggiungere gli utenti. Perché è così difficile contrastarli?

"La difficoltà nel contrastare lo streaming illegale può essere meglio compresa esaminando la complessità e la natura sfuggente di questo fenomeno.

In primo luogo, la pirateria colpisce tutti i settori che distribuiscono contenuti digitali protetti da copyright, quindi un target molto ampio con grandi potenzialità finanziarie per i criminali.

I profitti dello streaming illegale sono inoltre ottenuti anche attraverso una remunerazione derivante da banner pubblicitari distribuiti prima, dopo e durante le trasmissioni dei contenuti e altre tecniche di remunerazione, tramite app, basate sull’acquisizione d’informazioni personali presenti nei device degli utilizzatori.

L’uso di piattaforme di messaggistica criptata, come Telegram, aggiunge un ulteriore livello di complessità poiché garantisce un certo grado di anonimato sia per chi gestisce le piattaforme sia per chi ne usufruisce.

A incoraggiare la proliferazione di questi siti c’è anche la forte domanda di streaming gratuito da parte degli utenti finali".

Un altro aspetto cruciale è la scelta dei criminali di operare da Paesi con leggi meno rigorose sulla proprietà intellettuale".

È possibile giocare d’anticipo, mettendo in campo azioni preventive oppure siamo destinati a rincorrere sempre i pirati dello streaming? 

"Sì, siamo in grado di affiancare e potenziare piattaforme come quella italiana con un servizio innovativo su scala globale di ricerca proattiva degli attori malevoli attraverso strategie avanzate di intelligence.

I nostri servizi, basati sulla piattaforma 'Joshua CybeRisk Vision', consentono di condurre un’analisi continua su scala globale per contenere sul nascere le infrastrutture cloud che permettono lo streaming illegale, attraverso il monitoraggio continuo e con un approccio proattivo, operativo 24 ore su 24.

Joshua consente di rilevare gli attori malevoli tramite metodologie di intelligence, analizzando tattiche, tecniche e procedure e monitorando le fasi di disattivazione delle infrastrutture cloud ospitate da ignari cloud services provider.

 

La disattivazione avviene tramite il nostro servizio di takedown, che agisce su tutte le sorgenti cloud messe in campo dagli attori malevoli. Un approccio complementare a Piracy Shield, che consente di potenziare ulteriormente la lotta allo streaming illegale di contenuti protetti da copyright".

 

 

  

 


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