Lo sviluppo del movimento calcistico nel nostro Paese passa inevitabilmente attraverso il rinnovamento delle infrastrutture sportive: una necessità imprescindibile non soltanto per i singoli club, ma per l’intero sistema
Photo by Vincenzo Lombardo/Getty Images
Il calcio italiano e il futuro degli impianti rappresentano da anni un tema centrale del dibattito nazionale, coinvolgendo non solo i diretti interessati, ma anche il mondo politico e le istituzioni. Lo sviluppo del movimento calcistico nel nostro Paese passa inevitabilmente attraverso il rinnovamento delle infrastrutture sportive: una necessità imprescindibile non soltanto per i singoli club, ma per l’intero sistema. Mentre gli altri principali Paesi europei da tempo possono contare su stadi moderni, sostenibili e all’avanguardia, l’Italia continua ad inseguire e questo divario significa investire nel futuro del calcio italiano, restituendo competitività, sicurezza e qualità all’esperienza sportiva.
All’orizzonte, tra l’altro non così troppo lontano, c’è anche la volontà di rispondere positivamente all’appuntamento con Euro 2032 come sottolineato da Michele Uva. Il direttore esecutivo dell'Uefa per la sostenibilità sociale e ambientale e delegato per Euro 2032, intervenuto a Bruxelles al convegno 'Le infrastrutture sportive europee come motore di rigenerazione urbana e sociale', ha spiegato: "Euro 2032 è un'occasione che non possiamo perdere: uniamo le forze, l'Uefa sarà un facilitatore con la sua esperienza e le sue conoscenze", riporta l’Ansa.
"Gli stadi costruiti o riqualificati in Italia negli ultimi 18 anni - ha sottolineato - sono frutto di investimenti personali. Serve una politica di sistema. Euro 2032 dà la grande occasione di fare un salto di qualità, innanzitutto con un cambio di mentalità.
Da italiano - ha aggiunto Uva - l'invito per il 2032 è di metterci tutti insieme, Uefa, Comitato organizzatore, governo, amministrazioni locali e tutti gli stakeholder: così ne avranno un vantaggio lo sport europeo e quello italiano. L'Europeo è l'unico evento per nazionali che porti ricavi all'Uefa: i due miliardi di utili generati dal torneo in Germania saranno reinvestiti nel calcio giovanile e in quello femminile. Il modello è questo".
Anche il presidente della Lega Calcio Serie A è intervenuto sul tema stadi, lanciando un messaggio chiaro: “Il ritardo é ormai atavico. Dobbiamo pensare a nuovi impianti che vivano sette giorni su sette, legandoli allo sviluppo delle comunità che li ospitano. Occorre creare un sistema integrato che fa Paese. Ma purtroppo solo l'8% degli stadi è in mano a soggetti privati. Noi come Lega Serie A dobbiamo metterci nelle condizioni di essere una centrale acquisti a disposizione specie dei club più piccoli".
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