[ESCLUSIVA] Massimo Caputi: "L'AI rivoluzionerà la riabilitazione. Troppe partite? Così viene meno la spettacolarità

Il celebre giornalista sportivo ha affrontato alcune delle tematiche più calde del momento in ambito agonistico e comunicazionale. Dalla riabilitazione al problema dei tanti infortuni nel calcio fino alle innovazioni della realtà virtuale e dell'AI nell'ambito dei mass media

Il 19 novembre scorso nell'ambito del SFS24 lo stadio Olimpico di Roma ha ospitato un interessante panel dal titolo "Sport & Tecnologia: il digitale a servizio di una nuova Teleriabilitazione" con interventi a cura di specialisti e addetti del settore.

Moderatore del dibattito, come detto, Massimo Caputi. Storico telecronista di Telemontecarlo e Stream in coppia con Giacomo Bulgarelli, conduttore della Domenica Sportiva, attualmente speaker e radiocronista per RTL 102.5. "Amo trasmettere i valori dello sport", sottolinea presentando i suoi profili social.

Ciao Massimo, intanto grazie per la disponibilità.

Il tema della riabilitazione nello sport è stato affrontato nel panel da te condotto nel corso del SFS24 a Roma. Hai toccato per la prima volta l'argomento, oppure hai avuto già precedenti esperienze?

"Ho avuto già l'occasione di occuparmi di riabilitazione, e non a caso sono stato individuato per moderare il panel perché da un anno e mezzo mi sto occupando del tema dello human functioning che riguarda non solo gli sportivi ma tutti quanti noi. C'è una crescente attenzione sul benessere individuale, relativo non solo ai soldi ma riguardante la condizione fisica della persona. Ho il piacere di conoscere il Professor Molteni e l'istituto di ricerca in ambito riabilitativo Villa Beretta e man mano mi sono appassionato all'argomento. Tra l'altro abbiamo costituito una start-up PMI chiamata "AI for sport" indirizzata a usare le tecnologie e soprattutto l'Intelligenza Artificiale per raccogliere tutti i dati che possono essere messi al servizio del paziente".

 

Il panel poneva l'attenzione sul rapporto tra riabilitazione e strumenti digitali. La tecnologia rivoluzionerà questo settore?

"Assolutamente sì. Proprio attraverso Villa Beretta ho toccato con mano la capacità dei supporti tecnologici di aiutare i medici in casi riabilitativi molto gravi. Si comprende quindi come la sperimentazione nel concreto di tecnologie nell'ambito di grandi stroke permetta di avere tutta una serie di conoscenze utili anche per coloro che non hanno problemi gravi. L'innovazione è fondamentale. Poter avere oggi una banca dati e poter elaborare le informazioni diventa davvero essenziale".

Su SMS il Presidente AIC Calcagno ha parlato della delicata situazione relativa agli infortuni nel calcio europeo e alla moltiplicazione di partite nell'arco di una stagione agonistica con le inevitabili conseguenze sul piano fisico e mentale per i calciatori stessi. Dal punto di vista giornalistico come possiamo interpretare questo particolare momento?

"Ci sono due aspetti legati al fatto che si gioca tanto, anzi troppo. Da un lato c'è l'aspetto della salute e di conseguenza del rendimento dei calciatori sottoposti a stress fisici e psicologici notevoli. D'altro canto si tocca il tema della spettacolarità delle gare. La quantità di partite disputate nell'arco di una stagione credo sia eccessiva, di conseguenza il gioco diventa meno affascinante rispetto al passato. In tal modo il pubblico rischia di andare addirittura in overdose da calcio. Lo spettatore deve avere voglia di vedere un match, tutto ciò non deve trasformarsi quasi in una imposizione. Alla lunga tale situazione si potrà pagare. Occorre dire però che oggi esistono tecnologie in grado di analizzare attentamente la condizione atletica dei singoli giocatori. In questo modo tecnici e preparatori potranno valutare se impiegare o meno quel determinato calciatore".

Un breve accenno all'episodio che ha coinvolto il centrocampista della Fiorentina Bove nel match con l'Inter. La tempestività e l'efficienza dei soccorsi ha consentito di salvaguardare la vita stessa dell'atleta, confermi?

"Certamente. C'è stata la dimostrazione di una efficacia e di una tempestività determinanti. Di questo possiamo essere soddisfatti e felici. L'esigenza ora è mantenere o ancor di più migliorare quel livello di attenzione. Chiaramente con il passare dei giorni riusciamo ad avere qualche informazione in più su quello che può aver causato il malore al giocatore. L'unica cosa che possiamo fare adesso è mandare a Bove un grande in bocca al lupo e sperare con ottimismo su un suo eventuale ritorno in campo".

Realtà virtuale e Intelligenza Artificiale sono questioni sempre più incombenti nel panorama sportivo e dei mass media. Come sta evolvendo la comunicazione e, nello specifico, il ruolo del giornalista?

"La professione giornalistica è cambiata profondamente in questi anni e rischia di cambiare in maniera ancor più rapida in relazione alle nuove tecnologie e soprattutto ai dati. Credo che i dati siano indispensabili e ciò che fa la differenza è la qualità degli stessi e la capacità di interpretarli. Ad esempio abbiamo scoperto che l'informazione sulla percentuale di possesso palla di una squadra rispetto all'avversaria non è indicatore certo di supremazia di una compagine sulla concorrente. I dati, dunque, devono essere interpretati nella maniera migliore anche dal punto di vista comunicazionale. Il discorso ovviamente è molto ampio. Il mestiere del giornalista, se confrontato con l'epoca dei miei esordi, è mutato radicalmente. Basti pensare all'avvento del web, poi dei social media ed ora l'AI".

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