Cosa dice il regolamento della UEFA, quali sono le pressioni politiche in atto e quali potrebbero essere le conseguenze per le qualificazioni ai Mondiali del 2026 e all'Europa Leauge 2025-2026
Il recente match tra Israele e Italia (Foto Grafica Rompipallone)
La data di martedì 23 settembre 2025 rischia di passare alla Storia del calcio europeo. In quella data, infatti, il Consiglio Esecutivo dell’Uefa è chiamato ad esprimersi su un tema delicato, delicatissimo, il più delicato in assoluto di questa fase storica: il destino sportivo di Israele.
La vicenda è, purtroppo, tristemente nota e costantemente al centro del dibattito politico e sociale. Non entrando nel merito del portato storico della questione israelo-palestinese ricordiamo brevemente i fatti più recenti.
Il 7 ottobre 2023 Hamas, con altri gruppi armati palestinesi, mette in atto l'attacco terroristico denominato “Operazione Alluvione Al-Aqsa”. L'operazione inizia con il lancio di migliaia di razzi dalla Striscia di Gaza verso diverse città israeliane, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme.
Contemporaneamente, centinaia di miliziani palestinesi attraversano il confine, infiltrandosi in comunità civili e basi militari israeliane. Le incursioni portano violenti scontri e al massacro di civili. Tra gli episodi più tragici l'attacco al festival musicale di Supernova, dove sono state uccise centinaia di persone. Il bilancio dell'attacco è di oltre 1.200 morti e 250 ostaggi rapiti.
In risposta all'atto terroristico, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dichiara lo stato di guerra e ordina all'esercito israeliano, l'IDF, di lanciare una vasta e intensa campagna militare nella Striscia di Gaza.
Quella che ad oggi, è una delle più grandi crisi umanitarie della Storia, una crisi che ha prodotto circa 60.000 morti (i dati sono forniti dal Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas ma sostanzialmente confermati dal Ministero della Difesa di Israele) e 1,9 milioni di cittadini sfollati.
Inevitabile che la vicenda dilaghi in tutti gli aspetti della Vita politica, economica e sociale. Noi di Social Media Soccer ci concentriamo sull'aspetto calcistico della vicenda. Da mesi, infatti, da più parti si solleva il tema dell'opportunità di sospendere Israele dalle competizioni internazionali.
Una richiesta che, secondo quanto riportano i media israeliani, sarebbe prossima ad essere accolta anche per via delle fortissime pressioni del Qatar. La questione è in mano al Consiglio Esecutivo dell’Uefa che deve decidere se mettere al voto la richiesta o se accogliere la contropressione del governo israeliano affinché non si arrivi al voto.
Voto che, se si svolgesse, darebbe un esito scontato: l'esclusione di Israele dalle competizioni della UEFA.
Come spiega molto bene un corsivo del Direttore di Tuttosport Giacomo Vaciago “Il perché le pressioni arrivino dal Qatar è abbastanza ovvio, considerato l’attacco di Israele a Doha. Il perché le pressioni del Qatar siano da prendere seriamente in considerazione va, invece, cercato nel fatto che si tratta di uno dei più importanti finanziatori dell’Uefa attraverso varie sponsorizzazioni e acquisizione di diritti tv".
"Tra l’altro - scrive ancora Vaciago - uno degli uomini più vicini al presidente dell’Uefa Ceferin e tra i più influenti all’interno dell’Uefa è Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint Germain e politico qatariota, nonché presidente dell’Eca (l’associazione europea dei club)”.
Messe sul tavolo le carte passiamo alle conseguenze pratiche. Se il voto per l'esclusione di Israele non si svolge la situazione resta quella attuale con match giocati in campo neutro e una pressione mediatica sempre più alta.
Se il voto si svolge e Israele viene escluso lo scenario cambia radicalmente. Ad oggi c'è una sola squadra israeliana nelle coppe, il Maccabi Tel Aviv in competizione in Europa League. Più la Nazionale che peraltro è nel girone dell'Italia.
Il Maccabi ha in calendario le sfide contro il Paok il 24 settembre, con la Dinamo Zagabria il 2 ottobre, con il Midtjylland il 23 ottobre, con l'Aston Villa il 6 novembre, con il Lione il 27 novembre, con lo Stoccarda l'11 dicembre, con il Friburgo il 22 gennaio 2026 e chiusura con il Bologna di Vincenzo Italiano il 29 gennaio. Partite dove peraltro oltre a tutte le implicazioni politiche, economiche e sociali c'è un importante problema sicurezza da gestire.
A partire proprio dalla sfida con il Bologna in programma a “Backa Topola in Serbia (sul campo della squadra che, come ha rivelato il Guardian, è finanziata dal premier ungherese Orban)”. Che succede all'Europa League se un club viene escluso? Si falsa la fase Campionato? Tutte questioni inedite e che vanno snodate al momento opportuno.
Meno complessa la questione Nazionale. Ci sarebbe la neutralizzazione dei punti e come scrive Vaciago “Non aiuterebbe, né complicherebbe più di tanto la nostra qualificazione al Mondiale”.
Da registrare infine un'ultima questione. Se la UEFA dovesse votare per l'esclusione di Israele dalle competizioni l'atto non avrebbe effetti diretti. La decisione finale, infatti, spetterebbe alla FIFA.
E considerando che ad oggi la FIFA , alla stregua del CIO, è rimasta incerta sulla posizione da prendere che cosa farebbe con una richiesta formale di esclusione da parte della UEFA? Ai posteri l'ardua sentenza.
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