Cristiano Ronaldo a cena alla Casa Bianca con Trump, Mohammed bin Salman, Elon Musk e Infantino
The White House
In un'atmosfera di gala illuminata dai riflettori della East Room della Casa Bianca, il fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo ha condiviso una tavola prestigiosa con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (MBS), il magnate di Tesla ed Elon Musk e il presidente della FIFA Gianni Infantino. L'evento, un dinner in abito da sera in onore della visita ufficiale di MBS negli USA, ha riunito non solo leader mondiali ma anche colossi della tecnologia e dello sport, tra cui il CEO di Apple Tim Cook e il vicepresidente JD Vance, in un crocevia di diplomazia, affari e calcio globale. Durante il suo intervento, Trump ha voluto rendere un tributo personale a Ronaldo, seduto a un tavolo centrale accanto a un delegato saudita, definendolo un "onore" ospitarlo alla Casa Bianca. "È un privilegio avere qui uno dei più grandi atleti di tutti i tempi", ha dichiarato il presidente, sottolineando il legame tra il calcio e l'America in vista del Mondiale 2026 co-organizzato da USA, Canada e Messico. Trump, che custodisce nel suo Ufficio Ovale una replica dorata del trofeo FIFA prestata proprio da Infantino, ha poi aggiunto un tocco familiare: "Mio figlio Barron, che ha 19 anni, ha finalmente potuto incontrarlo. E credo che ora mi rispetti un po' di più, solo per il fatto che gliel'ho presentato". Il giovane Barron, noto per il suo interesse per lo sport, è un fan dichiarato del portoghese, e l'aneddoto ha strappato sorrisi tra gli ospiti.
Ronaldo, icona indiscussa del calcio mondiale, ricopre un ruolo di primo piano nella Saudi Pro League, di cui è il volto principale da quando, alla fine del 2022, ha firmato con l'Al Nassr un contratto biennale da circa 200 milioni di dollari annui – il più remunerativo nella storia dello sport. Quel deal, prorogato di recente fino al 2027 con ulteriori bonus che lo portano a un valore stimato di oltre 492 milioni di sterline complessive (inclusi un signing bonus da 25 milioni di sterline e una quota del 15% nel club), ha non solo rivoluzionato la lega araba ma posizionato CR7 come ambasciatore del progetto sportivo saudita.
Two GOATS.
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CR7 x 45/47@Cristiano 🔥 pic.twitter.com/QA4Dw0s1lr
L'evento alla Casa Bianca ha anche messo in luce il legame di Ronaldo con l'Arabia Saudita, che va oltre il campo da gioco. Il portoghese ha apertamente promosso la candidatura del Regno per ospitare i Mondiali del 2034, assegnati dalla FIFA in un processo accelerato due anni fa – un iter che ha escluso concorrenti rivali garantendo i diritti organizzativi all'unica offerente. "Dopo quello che vedo, sono sempre più convinto che il 2034 sarà il miglior Mondiale di sempre", ha dichiarato Ronaldo lo scorso dicembre, al momento della conferma, in un'intervista diffusa sui canali ufficiali del club e della lega saudita. Con il Portogallo fresco di qualificazione per il Mondiale 2026 – dove CR7 disputerà la sua sesta edizione, un record assoluto – Ronaldo ha espresso entusiasmo per il torneo saudita, vedendolo come culmine del suo "capitolo" nel Golfo, come ha confidato al TOURISE tourism forum di Riyadh. Non è chiaro se Ronaldo fosse parte integrante della delegazione di MBS o un ospite invitato in virtù del suo status. Il principe ereditario, figura centrale del regime saudita, è al centro di accuse di gravi violazioni dei diritti umani, culminate nell'omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, assassinato e smembrato da un commando saudita nel consolato di Istanbul il 2 ottobre 2018.
"It's a special privilege to welcome His Royal Highness to Washington this year as we mark the 80th anniversary of the first meeting between a U.S. President and a Saudi King... right now, you have the best friend you've ever had." - President Donald J. Trump pic.twitter.com/6HFCPCT8FL
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Un report declassificato dalla CIA nel 2021 ha attribuito l'approvazione dell'operazione direttamente a MBS, sebbene il principe abbia sempre negato un coinvolgimento personale, assumendosene la responsabilità ultima come leader de facto del Regno. Durante la conferenza stampa all'Oval Office lunedì mattina, Trump – rispondendo a una domanda dei media rivolta proprio a MBS su Khashoggi – ha difeso il suo ospite: "A molte persone non piaceva quel signore di cui stai parlando, che ti piaccia o no, sono cose che succedono". Parole che riecheggiano le sue dichiarazioni del 2018, quando il presidente minimizzò l'episodio per preservare gli interessi economici con Riad. MBS, dal canto suo, ha ribadito: "L'Arabia Saudita ha fatto tutto il necessario per indagare sulla morte del signor Khashoggi. È doloroso ed è un errore enorme". Il Regno ha punito 18 individui coinvolti con condanne a morte (poi commutate) e processi interni, come documentato nei rapporti ufficiali del governo saudita e nelle indagini ONU, ma le critiche internazionali persistono, con sanzioni passate come il divieto tedesco sulle esportazioni di armi. Questa cena, in un contesto di rinnovati legami USA-Arabia Saudita – segnati da investimenti per centinaia di miliardi di dollari annunciati durante la visita – simboleggia un intreccio tra sport, potere e geopolitica. Per Ronaldo, è un capitolo che unisce trionfi sul campo e echi controversi, mentre il mondo del calcio guarda al 2026 e oltre, con Infantino e Trump al timone di un'agenda sempre più intrecciata. L'attesa per il sorteggio del Mondiale a Washington il 5 dicembre, con Trump previsto tra i presenti, promette ulteriori scintille.