Il faro non illuminerà più la zona nevralgica del rettangolo verde. Il mediano spagnolo appende gli scarpini al chiodo dopo gioie e trionfi
Photo by Alex Caparros/Getty Images
Sergio Busquets è stato l'ago della bilancia di un Barcellona perfetto, stellare, sensuale palla al piede, un giocattolo che mai più si vedrà. Per mister Guardiola era la bussola di un centrocampo sensazionale con Xavi e Iniesta maestri di quel tiki-taka inconfondibile capace di ipnotizzare avversari e tifosi.
Oggi Busquets ha detto basta al calcio giocato e alle fatiche degli allenamenti. Tanto Barcellona sì, ma anche svariate presenze con la Nazionale spagnola e la consacrazione del Mondiale vinto in Sud Africa nel 2010 nella finalissima contro l'Olanda. Centrocampista dotato di tecnica più che discreta e, soprattutto, di una furbizia estremamente elevata. Molti ricorderanno la scena di Sergio steso a terra dolorante, forse, che con la coda dell'occhio guarda cosa succede intorno a lui con particolare attenzione al comportamento dell'arbitro di Barcellona-Inter. Al triplice fischio di quella semifinale di Champions League, però, ad esultare furono i ragazzi dello Special One Mourinho. Il resto è storia nota.
Al culmine del lungo periodo al Barcellona Busquets ha deciso di completare la carriera negli Stati Uniti in compagnia degli amici fraterni Messi, Jordi Alba e Suarez. Tutti insieme appassionatamente nel roster dell'Inter Miami. Un bel viatico agonistico, dunque, per il mediano iberico. Ora che si fa? Allenatore, dirigente o commentatore televisivo? Ai posteri l'ardua sentenza. Complessivamente per Sergio 579 presenze con 14 reti all'attivo.
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