Lazio-Roma, cinque curiosità davvero poco conosciute sul Derby della Capitale

Una Storia lunga quasi cento anni tra nobiltà, miserie, trionfi ed una Passione sconfinata che si vive 365 giorni all'anno

Curiosità Lazio-Roma

Mattia Zaccagni e Matias Soule (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

“Lazio-Roma”, “Roma-Lazio”, “er derby”, “il Derby della Capitale”, “er derby der Cuppolone”, “Aquile contro Lupi”, “biancocelesti contro giallorossi”, "Roma Nord e regione contro il resto della Città Eterna". Tutti concetti, spesso luoghi comuni, che da soli non bastano a descrivere il combinato disposto di emozioni, passioni, amore, rivalità che contorna la stracittadina per eccellenza della Serie A. 

Stracittadina che domenica 21 settembre, primo giorno d’autunno, alle 12.30 vedrà di fronte le squadre di Maurizio Sarri, un veterano del derby di Roma e Gian Piero Gasperini, al suo esordio assoluto.

Quello valido per la quarta giornata della Serie A 2025-2026 è il derby numero 186. Roma avanti nelle vittorie, 69 contro 51, 63 i pareggi. Di questi 186, 162, sono stati giocati in Campionato. Da registrare che la Roma non vince in casa della Lazio dal 2016.

Ma cosa si può raccontare del Derby della Capitale che non sia già stato scritto, sviscerato e cristallizzato della memoria? Noi della Redazione di Social Media Soccer abbiamo fatto un gioco collettivo cercando di individuare le cinque curiosità poco conosciute che hanno attraversato la Storia di Lazio-Roma. Eccole in sequenza.

Perché nasce il Derby tra Lazio e Roma

Partiamo dal presupposto, dal perché e come nasce il Derby della Capitale. Il derby emette il suo primo vagito nella stagione 1929-1930, l'8 dicembre 29 per la precisione, quando a due anni dalla fusione di Alba, Fortitudo e Roman nasce l’AS Roma. Pochi sanno che la fusione doveva comprendere anche la Lazio. Ma l’accordo a 4 salta a pochi passi dalla firma per volontà del Generale della milizia del Partito Nazionale Fascista, dirigente della Lazio Giorgio Vaccaro

Vaccaro riteneva che l'unione avrebbe dissolto l'identità, la storia e i colori sociali della Lazio e si oppose con fermezza al progetto, sfruttando anche la sua influenza politica. Le cronache però raccontano anche di dissensi sul nome, l’ipotesi era che fosse Lazio Fortitudo, sui colori sociali e verosimilmente sulla quantità di debiti pregressi da inglobare nella nuova compagine.

Quindi salta la fusione ampia e nasce la rivalità tra la Lazio (nata nel 1900 come Società Sportiva e nel 1910 come sezione calcio) e la Roma.

Dino Da Costa e Bob Lovati

Il derby di Roma diventa subito una classica ma resta sostanzialmente confinato tra le Mura Aureliane finché tra i giallorossi non sbarca un certo Dino Da Costa, attaccante, classe 1931 proveniente dal Botafogo. Da Costa diventa famoso per una caratteristica che non sarà mai battuta, solo eguagliata da Francesco Totti e sfiorata da Marco Del Vecchio, quella di segnare sempre nei Derby. 

Tra il 1955 e il 1961 lo farà 13 volte, 11 gol in Serie A, 1 gol in Coppa Italia, 1 gol nella Coppa Zenobi (torneo amichevole) più un gol (deviato fortuitamente in rete da Janich) che con le regole di oggi sarebbe il gol numero 14. 

La sua vittima predestinata era il portiere della Lazio Roberto “Bob” Lovati, successivamente grande dirigente e allenatore dei biancocelesti. Ma la curiosità è che in un Roma-Lazio tra vecchie glorie giocato a metà anni ’60 dopo pochi minuti di gioco Da Costa timbra ancora il cartellino e segna di nuovo a Lovati. 

Lovati fintamente stizzito si toglie i guanti e scherzosamente lo rincorre per tutto il rettangolo di gioco. Uno spettacolo per chi c'era.  

La Roma regala lo Scudetto alla Lazio

Bob Lovati che, circa dieci anni, dopo sarà protagonista di un divertente siparietto televisivo con l’allora Presidente della Roma Gaetano Anzalone. Siamo nel 1973-1974, l’anno del primo scudetto della Lazio. 

Decisivo per la vittoria biancoceleste un favore sportivo da parte della Roma. E’ il 5 maggio 1974 la Lazio lotta punto a punto con la Juventus che però cade all’Olimpico per mano dei giallorossi.  

Vantaggio romanista con Domenghini, pari di Anastasi, nuovo vantaggio giallorosso con Negrisolo, ancora pari juventino con rete di Anastasi e rete decisiva di Prati al 74’

Sette giorni dopo la Lazio batte il Foggia con gol di Chinaglia su rigore e diventa Campione d'Italia. Lovati, da grande signore qual era, a fine stagione, in qualità di direttore sportivo biancoceleste, consegnò simbolicamente un "mezzo scudetto" di stoffa al presidente giallorosso. Scene di altri tempi.

Il Capitano della Roma venduto alla Lazio

Come è di altri tempi quello che accade nel calciomercato edizione 1976-1977 quando lo storico Capitano della Roma, Franco “Ciccio” Cordova, dieci anni di militanza in giallorosso condita da 212 partite, 9 reti, una Coppa Italia e un clamoroso terzo posto, viene ceduto alla Lazio. 

I motivi spiegherà Cordova in varie occasioni erano totalmente personali, non poteva lasciare la Capitale, ma l’evento fu clamoroso. Oggi che il Capitano della Roma venga ceduto alla Lazio sarebbe impossibile.

L'amichevole in memoria di Vincenzo Paparelli

Ed arriviamo all’ultimo curiosità. Una curiosità legata ad un evento triste e drammatico, l’assassinio del tifoso laziale Vincenzo Paparelli per mano dell’ultras romanista Giovanni Fiorillo, avvenuta il 28 ottobre 1979 prima del derby.

Il giorno in cui la morte entrò (non invitata) allo Stadio, il giorno in cui la storia del derby di Roma cambia per sempre. Era la fine degli anni di piombo, il clima era terribile e per abbassare i toni e il clima violento due grandi presidenti come Dino Viola e Umberto Lenzini, non a caso due che a Roma hanno portato lo Scudetto, decidono un match amichevole il cui incasso va interamente devoluto alla famiglia Paparelli.

Il match vede in campo due squadre miste create con i calciatori delle rose di Roma e Lazio. Il match si gioca all’Olimpico il 18 novembre 1979, 19.000 spettatori sugli spalti, maglie con i loghi di Roma e Lazio quasi sovrapposti e in campo una mista di calciatori romani, dove spiccavano Tassotti, Spinosi, Rocca, Manfredonia, Bruno Conti, Giordano, Di Bartolomei e D'Amico, contro una mista di calciatori nati nel Resto d’Italia guidati tra gli altri da Tancredi, Santarini, Wilson, Turone, Benetti, Pruzzo e Ancelotti. Vinsero i non romani per 1-2 doppietta di Pruzzo e gol di Giordano, nemmeno a dirlo.

Come ricorda la testata ioGiocoPulito, “agli ingressi dello stadio furono distribuiti migliaia di garofani con un cartellino che riportava una scritta: “Se proprio vuoi, lancia un fiore”

Rivali sempre, nemici mai proprio come dovrebbe essere sempre un match di calcio, anche se è il Derby della Capitale


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