Luis Munoz, 13 anni, entra all’85’ contro il Bayern e diventa il giocatore più giovane di sempre nella storia della UEFA Youth League, superando il record di Liam Payas e confermando l’Arsenal come fabbrica di talenti precoci
Luis Munoz Instagram
L'Arsenal continua a sfornare talenti precoci che fanno invecchiare i calendari del calcio europeo. Martedì sera, nella cornice della UEFA Youth League – la competizione riservata alle squadre Under 19 dei club impegnati in Champions League – il club londinese ha centrato la sua prima vittoria in questa edizione, superando per 4-2 il Bayern Monaco. Ma al di là del poker dei Gunners, i riflettori si sono accesi su un nome: Luis Munoz, il centrocampista tredicenne che, entrando in campo all'85° minuto, ha riscritto i libri dei record diventando il giocatore più giovane di sempre a esordire nella manifestazione.
Nato il 18 dicembre 2011 a Londra, Munoz – nazionale inglese Under 15 – ha toccato palla a 13 anni, 11 mesi e 15 giorni (o, equivalentemente, 13 anni e 343 giorni), superando il precedente primato detenuto da Liam Payas. Il giovane gibiltarino dei Lincoln Red Imps aveva debuttato all'età di 14 anni, 3 mesi e un giorno (93 giorni precisi) nel settembre 2024, in una gara della fase a gironi contro una formazione ucraina. Munoz, che compirà 14 anni il prossimo mese, è entrato come attaccante negli ultimi minuti di una partita già in cassaforte, adattandosi con naturalezza a un ruolo non suo nonostante il suo profilo naturale da centrocampista centrale. Un esordio lampo, durato appena cinque minuti, ma sufficiente a segnare un'epoca per il vivaio dei Gunners.
Non è un caso isolato per l'Arsenal, che sembra specializzato in exploit anagrafici. La gara contro il Bayern è stata illuminata anche dalla doppietta di Max Dowman, l'altro gioiello di 15 anni che sta vivendo una stagione da sogno. Dowman, entrato nella storia lo scorso 23 agosto con l'esordio in Premier League a soli 15 anni e 235 giorni – secondo più giovane di sempre dopo Ethan Nwaneri – ha proseguito la sua ascesa il 4 novembre, diventando il calciatore più giovane a debuttare in Champions League a 15 anni e 308 giorni. Nato il 10 febbraio 2010, Dowman aveva già esordito nella Youth League a 14 anni, 8 mesi e 19 giorni, e si è distinto come il più giovane marcatore della competizione all'epoca, siglando una rete decisiva contro il Manchester City. Ieri, le sue due reti hanno aperto le danze per il 4-2 finale, confermando il suo status di "qualcosa di speciale", come lo ha definito il club in una nota ufficiale.
One for the history books 📚
— Arsenal Academy (@ArsenalAcademy) November 26, 2025
Luis Munoz becomes the youngest player to feature in the UEFA Youth League ⭐ pic.twitter.com/ZhBPDlubBQ
Accanto a Munoz e Dowman, dalla panchina è emerso anche Emerson Nwaneri, 15 anni, fratello minore del centrocampista della prima squadra Ethan Nwaneri – l'ex recordman dell'esordio PL più giovane, a 15 anni e 181 giorni nel 2022. Emerson, versatile interprete capace di agire sia a centrocampo che come terzino destro, ha contribuito a blindare il risultato negli sprazzi finali, resistendo alla pressione bavarese. Pochi giorni fa, all'inizio di novembre, Nwaneri era stato protagonista assoluto nella vittoria dell'Under 16 dell'Arsenal nelle finali nazionali della Premier League: contro l'Aston Villa, ha trasformato il rigore decisivo nel 2-1 che ha consegnato il trofeo ai Gunners, con Mikael Yetna a completare il tabellino marcatori. Munoz faceva parte proprio di quella squadra U16, un collettivo che ha dimostrato coesione e talento in un torneo dominato dalla trafila londinese.
Per l'Arsenal Under 19, questa vittoria – seppur tardiva – arriva dopo un avvio stentato: quattro sconfitte nelle prime cinque partite di girone, che rendono improbabile l'accesso alla fase a eliminazione diretta. Contro il Bayern, il tecnico ha optato per una formazione sperimentale, con diversi giovani meno esperti in campo per offrire minuti preziosi e visibilità in Europa. Un approccio filosofico che riflette la strategia dei Gunners: non puntare solo ai risultati immediati, ma coltivare i semi del futuro. Come ha dichiarato Per Mertesacker, direttore dell'Academy, in un'intervista recente sul sito ufficiale del club: "Stiamo costruendo pilastri per la prima squadra, e questi ragazzi ne sono la prova vivente".
Luis Munoz, cresciuto nei vivai dell'Arsenal fin dai primi calci al pallone, incarna alla perfezione questa filosofia. Inglese di origini spagnole – il cognome lo tradisce – il ragazzo ha già attirato sguardi da osservatori internazionali, grazie a una tecnica raffinata e a una visione di gioco che lo rendono un classico "regista" in erba. La sua trafila è un esempio di come il club londinese investa in percorsi personalizzati: dalla U14 alla U16 in tempi record, con Munoz che ha saltato categorie per il suo potenziale esplosivo. Ora, con questo esordio continentale, il suo nome riecheggia nei corridoi della UEFA, dove i record giovanili si accumulano come trofei. In un calcio sempre più globalizzato, dove i talenti sbocciano precoci, l'Arsenal si conferma fucina d'eccellenza. Dowman, Nwaneri e Munoz non sono solo numeri su una pagina di storia: sono il domani dei Gunners, pronti a vestire il rosso e bianco della prima squadra. E chissà, tra un compleanno e un trofeo, non ci sia già chi scommette sul prossimo record da spezzare.