La FIFA rivoluziona il calendario 2026/27, sostituendo le varie soste con un’unica pausa tra settembre e ottobre
(Photo by Harold Cunningham/Getty Images)
Il calendario del calcio internazionale è da sempre un puzzle complesso, che cerca di bilanciare le esigenze delle competizioni nazionali con quelle delle rappresentative. Le soste per le nazionali, però, spesso generano dibattiti accesi tra tifosi, allenatori e dirigenti, a causa delle interruzioni dei campionati e dei rischi legati a infortuni o stanchezza dei giocatori. La FIFA, consapevole di queste dinamiche, ha annunciato un’importante innovazione per la stagione 2026/27, che promette di cambiare il ritmo del calcio mondiale.
Per la stagione in corso, il calendario internazionale segue uno schema ormai consolidato. Sono previste quattro soste dedicate alle nazionali: il 7 settembre 2025, il 12 ottobre 2025, il 16 novembre 2025 e il 29 marzo 2026. In ciascuna di queste finestre, le squadre nazionali disputeranno due incontri, che possono essere amichevoli o partite valide per le qualificazioni a tornei come il Campionato Europeo o il Mondiale. Queste pause, pur fondamentali per il calendario internazionale, spesso creano tensioni nei club, costretti a interrompere i campionati e a gestire l’assenza di giocatori chiave, con il rischio di infortuni o cali di forma al rientro.
A partire dalla stagione 2026/27, la FIFA introdurrà una svolta significativa. Addio alle due soste separate di settembre e ottobre: al loro posto, ci sarà un’unica pausa prolungata, in programma dal 21 settembre al 6 ottobre 2026. Questa finestra, che comporterà l’interruzione di due weekend di campionato, permetterà alle nazionali di disputare ben quattro partite, anziché le due previste attualmente in ogni sosta. L’obiettivo è ottimizzare il calendario, concentrando gli impegni internazionali in un periodo più compatto e riducendo il numero complessivo di pause durante la stagione.
Colombia, Paraguay and Uruguay are heading to FIFA World Cup 26! 🏆
— FIFA (@FIFAcom) September 5, 2025
The six direct qualification spots for @CONMEBOL nations are now taken.
🇦🇷 Argentina
🇧🇷 Brazil
🇨🇴 Colombia
🇪🇨 Ecuador
🇵🇾 Paraguay
🇺🇾 Uruguay pic.twitter.com/Sx5nPVdpGE
Con questa riforma, la FIFA punta a rispondere alle critiche dei club, che da anni lamentano l’eccessiva frammentazione dei campionati a causa delle soste internazionali. Nella stagione 2026/27, le pause per le nazionali saranno ridotte a tre: la nuova sosta di settembre-ottobre, una a novembre e quella tradizionale di giugno, a campionati conclusi, spesso dedicata a tornei come la Nations League o le fasi finali di competizioni internazionali. Tuttavia, la concentrazione di quattro partite in poco più di due settimane rappresenta una sfida per i giocatori, chiamati a un tour de force fisico e mentale, e per i club, che dovranno gestire con attenzione il recupero degli atleti.
Questa rivoluzione si inserisce in un contesto più ampio, con il Mondiale 2026 che si terrà negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, e che vedrà un format allargato a 48 squadre. Questa competizione rappresenterà un evento storico, con un numero record di partite e un calendario ancora più fitto. La sosta unica di settembre-ottobre 2026 sarà cruciale per le qualificazioni e per testare le squadre in vista del torneo iridato, ma potrebbe anche amplificare il dibattito sull’equilibrio tra impegni di club e nazionali.
Sebbene la FIFA non abbia ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulle reazioni di federazioni e leghe, il cambiamento ha già suscitato interesse. Fonti vicine all’UEFA, come riportato da Sky Sport, suggeriscono che l’organizzazione europea stia valutando come adattare le proprie competizioni, come la Champions League, al nuovo calendario internazionale. Intanto, i tifosi si preparano a un 2026 in cui il calcio di club subirà meno interruzioni, ma con pause più lunghe che potrebbero influire sul ritmo delle stagioni nazionali.
In conclusione, la decisione della FIFA di introdurre una sosta unica da settembre a ottobre 2026 rappresenta un passo verso una gestione più fluida del calendario calcistico, ma non senza nuove sfide. Resta da vedere come club, giocatori e tifosi accoglieranno questa novità, in un panorama calcistico sempre più globale e intenso.
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