DAZN rompe il contratto da 83 mln/anno con la Pro League belga: Lega in rivolta, arbitrato d’urgenza e rischio blackout immediato
(Photo by Daniela Porcelli/Getty Images)
Nel cuore del Belgio calcistico, si annuncia una tempesta perfetta: la piattaforma streaming DAZN ha ufficialmente rescisso il contratto con la Pro League, il massimo campionato nazionale, invocando le norme della legge belga. Una mossa drastica che getta ombre sul futuro delle trasmissioni e rischia di ridisegnare gli equilibri del settore dei diritti televisivi non solo in Belgio, ma potenzialmente in tutta Europa. La concorrente, che aveva paventato l'ipotesi di un'azione legale contro il colosso dello streaming per preservare l'intesa, ora osserva con apprensione le possibili onde d'urto di questa frattura. La rottura potrebbe influenzare profondamente la gestione degli accordi sui diritti sportivi a livello continentale, ponendo interrogativi su sostenibilità economica e obblighi contrattuali. Da parte sua, DAZN non ha lasciato spazio a interpretazioni: il ritiro è stato inevitabile. L'azienda spiega che il bando di gara emesso dalla Pro League le imponeva, in quanto detentrice esclusiva dei diritti, di stipulare partnership di trasmissione economicamente valide – un obiettivo che, nonostante sforzi prolungati, si è rivelato irraggiungibile. "Abbiamo cercato in modo costruttivo una via d'uscita", si legge nel comunicato ufficiale, "ma non avevamo altra opzione se non constatare la risoluzione del contratto con la Pro League".
La società con quartier generale a Londra tiene a ribadire di aver onorato integralmente gli obblighi finanziari e di aver garantito la copertura completa di tutte le competizioni sino a questo momento critico. Tra i contributi forniti, spiccano le 15 giornate della Jupiler Pro League, le 14 della Challenger Pro League, le 10 della Lotto Super League, l'intero 32° turno della Croky Cup e la Supercoppa. Un impegno che, secondo i dati ufficiali, ha permesso di raggiungere centinaia di migliaia di abbonati belgi, anche se limitato all'app DAZN senza accordi con i grandi operatori telecom come Proximus e Telenet. Nonostante la delusione, DAZN si dice aperta a proseguire le trasmissioni, purché sotto un nuovo patto che tuteli tutti gli stakeholder, evitando così che i tifosi restino privati di un contenuto tanto amato. A esprimersi con parole nette è Massimo D'Amario, Amministratore Delegato di DAZN Belgio: "Siamo delusi di essere giunti a una situazione in cui, nonostante i vari tentativi di risolvere la questione, DAZN non ha altra alternativa che osservare la risoluzione del contratto ai sensi della legge belga. Nessuna azienda dovrebbe essere costretta a operare in perdita. Semplicemente non è un'attività sostenibile... Restiamo fedeli al calcio belga: alla sua passione, alla sua gente e all'equità che merita".
The Pro League submitted a request for urgent arbitration to CEPANI, the Brussels arbitral tribunal, and asks that DAZN be obliged to fulfil its contractual obligations towards Belgian clubs until a decision on the merits has been reached.
— Pro League (@ProLeagueBE) November 26, 2025
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Dall'altra parte della barricata, la Pro League non nasconde lo stupore e l'amarezza, bollata questa mossa come un fulmine a ciel sereno e una palese infrazione contrattuale. La lega accusa DAZN di mollare per mano un'intesa pluriennale da circa 83 milioni di euro (96 milioni di dollari) a stagione, valida dal 2025-26 al 2029-30, proprio perché incapace di stringere alleanze distributive. "Questa decisione ha affondato il calcio belga", tuona la Pro League in una nota ufficiale, promettendo di attivare "le misure legali necessarie" per obbligare lo streaming a rispettare quanto sottoscritto. E non si tratta solo di parole: la lega ha già avviato un arbitrato d'urgenza presso il CEPANI (il Centro Belga di Arbitrato e Mediazione), richiedendo che DAZN continui a produrre e trasmettere le partite almeno fino a una sentenza definitiva, per scongiurare il caos immediato. Il contratto, assegnato a DAZN nel dicembre 2024 per un minimo di 84,2 milioni di euro annui, rappresentava una boccata d'ossigeno per i club belgi, che dipendono in gran parte da questi introiti per bilanciare i bilanci – un fattore cruciale in un campionato che ha sfornato talenti come Kevin De Bruyne o Thibaut Courtois, ma che lotta per competere con i giganti europei.
Ora, in questo limbo giuridico, club, appassionati ed emittenti navigano a vista, con il timore palpabile di un blackout totale dei diritti televisivi già dal prossimo weekend. Rimborsi agli abbonati – potenzialmente obbligatori, come ammonito dal ministro belga per la Tutela dei Consumatori Rob Beenders – e ricorsi in tribunale all'orizzonte trasformano la contesa in qualcosa di più grande di una mera bega legale: è un test cruciale per misurare i limiti di resistenza tra piattaforme digitali e leghe professionistiche, quando i numeri smettono di quadrare e la mera sopravvivenza delle società calcistiche entra in gioco. Beenders ha definito la situazione "drammatica" per i tifosi, esortando a una soluzione rapida, mentre il ministro fiammingo per i Media Cieltje Van Achter ha sottolineato come l'impatto travalichi i soli utenti DAZN, toccando l'intero ecosistema sportivo belga. Come un derby ad alta tensione, questa partita fuori dal campo potrebbe decidere le sorti del calcio belga per anni a venire.