Dalla capienza record al 5G: la storia del Da Luz di Lisbona

Lo stadio che ha ospitato due finali di Champions League negli ultimi 8 anni è uno dei più all'avanguardia d'Europa.

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Ospitare un’edizione di un Mondiale o di un Europeo è sempre una grande occasione per una Nazione, a partire da ciò che riguarda l’ambito delle infrastrutture sportive.

Un'importante iniezione di fondi permette di rinnovare o costruire in primis gli stadi, consentendo upgrades importanti che permangono anche dopo lo svolgimento di tali eventi.

E se, storicamente, a volte le occasioni sono state sprecate - vedi Italia90 - c’è chi è riuscito a farne tesoro, garantendosi delle opere che anche a distanza di anni sono ancora all’avanguardia.

È, per esempio, il caso del Portogallo che nel 2004 ospitò la dodicesima edizione degli Europei.

Dieci furono le arene che ospitarono i 31 incontri di EURO2004, vinto a sorpresa dalla Grecia: la più grande, teatro anche dell’atto finale che vide gli ellenici prevalere sui padroni di casa, fu il rinnovato Estádio da Luz di Lisbona.

La demolizione e la ricostruzione

Di proprietà del Benfica, lo stadio venne demolito e ricostruito nel periodo immediatamente prima degli Europei del 2004. Il precedente, costruito nel 1954, era ormai vetusto e non adatto ad ospitare una manifestazione del genere.

Da sempre conosciuto come Da Luz, in realtà il suo nome originario fu Estádio de Carnide.

I lavori iniziarono il 14 giugno del 1953; un anno e mezzo dopo lo stadio era completato: si scelse di costruirlo nell’originaria zona di nascita del club, ovvero il quartiere Benfica, che dà anche il nome ad una delle due squadre della capitale portoghese (l’altra è lo Sporting).

Uno spazio adatto venne trovato nella zona nord della città, all’incrocio tra il bairros di Benfica, appunto, e quello di Carnide, che diede la primissima denominazione all’impianto.

L’inaugurazione avvenne il primo dicembre 1954 con un’amichevole fra Benfica e Porto, terminata con la vittoria per 3-1 degli ospiti davanti a 40.000 spettatori, cioè la prima capienza dell’impianto.



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Infatti, la portata dello stadio divenne ben presto un problema: il Benfica negli anni ’50 e ’60 era delle squadre più forti d’Europa, in cui vinse due Champions League consecutive (1961 e 1962). Nel 1960 iniziò così la prima fase di costruzione del terzo anello, che portò la capienza inizialmente a 70.000 posti e vide partecipare a livello economico l’intera tifoseria.

Tutti i lavori furono completati solo un quarto di secolo dopo: nel 1985 si arrivò all’estensione massima, pari a 120mila spettatori che fecero del Da Luz l’impianto più grande d’Europa.

La decisone della UEFA nel 1992 di rimodulare le capienze e obbligare le sedute negli stadi tagliò oltre 40mila posti e la capienza scese a 78.000 spettatori.

Sul finire del millennio, quando al Portogallo fu assegnata l’edizione del 2004 degli Europei, si dibatte a lungo sul futuro del Da Luz. Dopo averne considerato il restyling, con due progetti presentati ma scartati, il 28 settembre del 2001 l’assemblea generale dei soci del club decise di costruire uno stadio del tutto nuovo, sulle ceneri del vecchio.

L’ultima stagione in cui il Benfica giocò nel vecchio impianto (già parzialmente demolito) fu quella del 2002-2003, con l’ultima partita tenutasi fra Benfica e Santa Clara il 22 marzo 2003.

La doppia finale europea

Il nuovo Da Luz, da 64.642 posti, ha sin da subito riscosso un grande successo, assicurandosi la Finale della manifestazione per la quale era stato costruito, Euro2004.

Il sipario sugli Europei non spense però la popolarità di un impianto bellissimo e all’avanguardia addirittura oggi, a quasi vent’anni dalla sua inaugurazione (25 ottobre 2003, amichevole fra Benfica e Nacional, vinta dalle Águias per 2-1).



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A certificare quanto affermato, infatti, è stata la disputa di due finali di Champions League in sei anni: nel 2013-2014 ospitò Real Madrid-Atletico Madrid, prima volta in assoluto in cui all’ultimo atto si sono trovate di fronte due squadre della stessa città.

Nell’atipica stagione 2019-20, segnata dalla pandemia di coronavirus, il Da Luz venne scelto l’8 luglio come stadio sostitutivo dell’Atatürk Olympic Stadium di Istanbul, anche in virtù della scelta straordinaria dell’UEFA di far giocare la final-eight della competizione tutta in Portogallo.

Il 5G allo stadio

Fra le tante innovazioni dell’impianto, nel 2021 vi è stata quella legata al 5G. L’Estádio Da Luz di Lisbona è infatti diventato il primo impianto sportivo portoghese a dotarsi di tale tecnologia.

Una possibilità nata da una collaborazione fra Benfica e NOS, azienda portoghese di telecomunicazione mobile molto attenta al mondo del calcio e già sponsor del club e del massimo campionato lusitano.

Una rivoluzione digitale che permette ai 65mila spettatori del Da Luz di avere una connessione dieci volte più veloce del solito, con punte di connessione superiori a 1 Gb/s.



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Il tutto grazie ad un sistema di antenne posizionate su ogni tribuna, che garantiscono la copertura completa su ogni spazio dello stadio, ed è completata da un sistema di celle 5G per garantire il segnale nelle aree interne dell’edificio, come le sale VIP, la sala stampa e il box presidenziale.

Un salto in avanti nel futuro che evita a chi frequenta lo stadio di imbattersi nei canonici problemi di linea telefonica negli impianti.

Un upgrade che, peraltro, il Benfica ha progettato nei mesi in cui la pandemia ha tenuto gli appassionati lontano dagli stadi.

Scheda

  • Nome: Stadio da Luz (Estadio do Sport Lisboa e Benfica);
  • Inaugurazione: 25 ottobre 2003;
  • Prima partita: Benfica-Nacional Montevideo 2-1;
  • Beneficiario: Benfica SL;
  • Proprietario: Benfica SL;
  • Capienza: 64 642 posti;
  • Indirizzo: Av. General Norton De Matos 1500, Lisbona;
  • Architetto: Damon Lavelle.


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