Un lampo dell'ucraino stese i giallorossi in una domenica tipicamente primaverile a San Siro. Pillole nostalgiche per accompagnare il big match del 2 novembre
Photo by Phil Cole/Getty Images
“Le due squadre che hanno messo più numeri da record. Totti e Sheva. Cassano e Kakà. Le migliori difese, i migliori attacchi. La sfida decisiva. La finale del campionato…”, con queste parole il celebre telecronista Sky Fabio Caressa presentava quel Milan-Roma del 2 maggio 2004. L'estate era alle porte e al Meazza ci si giocava una stagione intera in novanta e più minuti.
Un'annata esaltante per entrambe le contendenti. Da un lato il Milan di Carlo Ancelotti, reduce dalla stagione precedente culminata con il trionfo in Champions League nella finale tutta italiana di Manchester contro la Juventus, forte di una rosa fantasmagorica figlia degli ultimi segnali di vita dell'era targata Berlusconi-Galliani. Dall'altro la Roma guidata in panchina ancora da Don Fabio Capello, traghettatore del passato tricolore nel 2000-2001, impreziosita da illustri interpreti come capitan Totti, Cassano, Emerson, Samuel e non solo.
Rievochiamo, per meglio entrare nel clima di quel palpitante campionato, l'esito della gara di andata giocata allo stadio Olimpico. Era il 6 gennaio 2004. In quella occasione fu il Diavolo a prevalere con il risultato di 1-2. In gol per gli ospiti proprio lui, Andriy Shevchenko con una pregevole doppietta. Effimero per i capitolini il momentaneo pareggio timbrato da Cassano. Forse quella notte al Foro Italico venne scritta la prima pagina del libro che i rossoneri completarono a distanza di quattro mesi.
Ricordate le due formazioni? No? Allora ci pensiamo noi a rinfrescarvi la memoria. Milan disposto con un 4-3-1-2 tanto caro al Cavaliere Silvio. Il ‘pendolino’ ex di turno Cafu, Nesta, Maldini e Costacurta davanti a Dida. In mediana Gattuso, Pirlo e Seedorf. Kakà all'altezza della trequarti per imbeccare la coppia Tomasson-Sheva. Rispondeva la Roma con un pragmatico 4-4-2 ordinato da Capello. Pellizzoli tra i pali. Linea difensiva composta da Panucci, Zebina, Samuel e Candela. Centrocampo formato invece da Mancini, Emerson, Dacourt e Lima. Di punta la premiata ditta Totti-Cassano.
Il vantaggio rossonero fu un lampo in avvio e inaspettato ovviamente per i capitolini. Cafu per Kakà. Il fantasista brasiliano supera agevolmente un uomo sulla corsia destra e calibra un cross preciso per la testa di Shevchenko. L'ucraino ex Dinamo Kiev colpisce alla perfezione tutto solo e insacca per l'1-0. I tifosi del Milan scoppiano in una fragorosa esultanza sugli spalti. I 10mila sostenitori romanisti, al contrario, ammutoliscono. Ospiti frastornati. Il Diavolo attacca ancora e corteggia anche il raddoppio con Seedorf e Pirlo senza precisione. La prima chance giallorossa arriva al 39' con un tentativo di Candela in piena area che trova la parata a terra di Nelson Dida. Poco dopo sempre Sheva sfiora il palo alla destra di Pellizzoli con un rasoterra di collo.
Nella ripresa gli uomini di Capello provano ad invertire la rotta, ma la strada ormai sembra tracciata. Al quarto d'ora circa Cassano tocca per Totti una punizione in area dei rossoneri. Il tiro del capitano è forte e preciso, ma Costacurta si immola e sventa la minaccia deviando in corner. Insiste nel forcing la truppa ospite con un traversone di Mancini per la testa di Cassano che non inquadra lo specchio della porta. Alla mezz'ora pure Nesta si lancia in avanti calciando al volo sugli sviluppi di un angolo, ma Pellizzoli smanaccia. Quasi allo scadere Totti prova l'ultima disperata conclusione su calcio di punizione, la sua specialità. Il suo destro a girare non minaccia eccessivamente Dida che si stende e para. Al Meazza non c'è più tempo. Il Milan vince di misura e si erge a +9 in vetta proprio dalla Roma. Per il Diavolo è il diciassettesimo scudetto della storia.
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