Da Spalletti, candidato numero uno per la panchina, a Mancini e Palladino: nasce la nuova Juve
Luciano Spalletti (Photo by Timothy Rogers/Getty Images)
Nella mattinata di lunedì 27 ottobre la Juventus ha ufficializzato l’esonero dell’allenatore croato Igor Tudor, chiamato a portare la squadra in Champions League l’anno scorso dopo l’esonero di Thiago Motta. Complici prestazioni al di sotto delle aspettative, la dirigenza ha preferito cambiare guida tecnica già a fine ottobre. Tre i principali indiziati a sostituirlo, Luciano Spalletti, Roberto Mancini e Raffaele Palladino.
Il candidato numero uno è Luciano Spalletti: allenatore da quasi trent’anni, in cerca di riscatto dopo un’esperienza non positiva come Commissario Tecnico dell’Italia. Durante questo periodo, il tecnico toscano ha sperimentato il 3-5-2 (modulo tra l’altro utilizzato dalla Juventus di Tudor), risultato però poco coerente con le sue idee e non ha portato grandi risultati.
Dunque, in caso di approdo alla Juventus, Spalletti potrebbe tornare al 4-2-3-1 di cui è stato l'ideatore o al 4-3-3, modulo che l’ha reso vincitore di uno scudetto storico in terra partenopea.
Con Di Gregorio tra i pali, in attesa di Bremer la difesa potrebbe essere composta da Joao Mario a destra o Kalulu, Gatti e Kelly con alternative Rugani e lo stesso francese ex-Milan, a sinistra Cambiaso; in mezzo al campo, Locatelli-Koopmeiners-Thuram e in attacco spazio al tridente Conceicao/Zhegrova, Vlahovic o David e Kenan Yildiz a sinistra, per non dimenticare Lois Openda come jolly alla Raspadori.
Roberto Mancini, altro candidato forte alla panchina bianconera, non allena dal 2024, dopo l’esperienza con la nazionale saudita. Per Mancini sarebbe un ritorno ad una squadra di Club, esperienza che manca dal 2018, anno in cui viene chiamato ad allenare l’Italia, portando gli azzurri al successo di Wembley nel 2021.
Mancini ha sempre dimostrato grande abilità ad adattarsi ai giocatori a disposizione; dunque potrebbe usare lo stesso modulo utilizzato da Tudor, 3-5-2 o 3-4-2-1.
Dopo il no al Nottingham Forest, Mancini dunque potrebbe tornare in serie A. La sua Juventus potrebbe giocare con Di Gregorio in porta, Kalulu, Bremer e Gatti in difeas con Kelly e Rugani pronti a subentrare e far rifiatare il trio, a centrocampo Locatelli-Thuram e sulle fasce spazio a Cambiaso e Joao Mario, in attacco Yildiz, Conceicao, David o Vlahovic, con Zhegrova e Openda pronti a scalare le gerarchie.
Raffaele Palladino è il candidato outsider a ricoprire il ruolo di allenatore di Madama. Reduce dall’esperienza con la Fiorentina, ha saputo valorizzare durante la sua carriera tanti giocatori, ultimo fra tutti Moise Kean, infatti l’anno scorso l’attaccante ex Juve ha realizzato la sua migliore stagione realizzativa sotto la guida proprio di Palladino.
Una capacità che alla Juve serve tanto, poiché l’attacco è reduce da 0 gol nelle ultime quattro partite e con importanti investimenti nel calciomercato estivo. Palladino, dunque, potrebbe adattare una Juve a 4, simile a Spalletti, ma con la capacità di valorizzare gli attaccanti.
Di Gregorio, Kalulu, Gatti, Bremer, Cambiaso, Locatelli, Thuram, Conceicao, Yildiz, Openda, David. Una sorta di 4-2-3-1 con tre giocatori di talento a supportare il canadese ex-Lille. (Articolo a cura di Domenico Casciabanco)