È arrivato il momento per i calciatori di guadagnare di meno?

In un’intervista rilasciata alla testata locale El Pais, il centrocampista dell’Athletic Bilbao Raul Garcia ha manifestato il proprio appoggio ad un aumento delle tasse a carico dei calciatori per tutelare le classi meno abbienti.

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I calciatori rappresentano una categoria posta sempre sotto la luce dei riflettori. Giustificata dalla loro fama, ricchezza, notorietà e dal fatto che, per tanti aspetti, siano senza dubbio dei professionisti privilegiati.

Ma, non essendo mai oro tutto quel che luccica, è palese anche quanto questa considerazione e queste fattezze d’approccio agli atleti, specie se calcistici, conducano ad una visione demonizzante satura di cliché.

Finendo così col catalogare i giocatori associandoli unicamente alla propria professione e alle caratteristiche della stessa, ponendo in secondo piano e, spesso anche dimenticandosene, la personalità di ognuno.

Ora, a ricordare ad avventori, tifosi e appassionati che si può essere calciatori anche senza essere delle superstar senza scrupoli e coscienza ci ha pensato Raul Garcia, centrocampista spagnolo dell’Athletic Bilbao.

Durante un’intervista esclusiva con la testata locale El Pais, infatti, ha affrontato una tematica molto in voga in Spagna, riguardante cioè la tassa di solidarietà che il governo iberico avrebbe intenzione di imporre ai proprietari di grandi patrimoni per alleggerire i pesi fiscali gravanti sulle spalle delle classi meno abbienti, dei lavoratori e dei pensionati.

Un’iniziativa dell’esecutivo che potrebbe far storcere il naso a molti, ma non a Raul Garcia. Queste infatti le parole del giocatore che stanno facendo il giro del mondo, riscuotendo sorpresa e ammirazione: “Noi calciatori viviamo una situazione finanziaria confortevole, è ovvio, ma questo non mi impedisce di conoscere le situazioni che vivono i miei amici, la mia famiglia.

Io capisco che la vita non è quella che sto vivendo io: ecco perché bisogna essere solidali. Ci faranno pagare una tassa di solidarietà: se vogliamo uno Stato in cui tutti possano avere una vita dignitosa, dobbiamo capire il momento in cui ci troviamo.

Ci sono persone che non hanno un lavoro, che non riescono a sbarcare il lunario, che non hanno soldi per il cibo. Lo vedo nei miei amici. Alcuni vengono affogati da un mutuo all’improvviso, pur avendo in casa due persone che lavorano. Io capisco se mi fanno pagare delle tasse. Addebitare no, riscuotere in modo che tutti possano beneficiarne sì, e voglio che sia così”.



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Per poi aggiungere: Non dico di essere d’accordo su tutto. Ci sono cose come l’imposta sul patrimonio che trovo difficili da capire, per via della doppia imposizione. Ma sono felice che le mie tasse aumenteranno se vanno a ciò che penso dovrebbero andare. È vergognoso che ci siano persone che non possano vivere una vita degna.

Noi calciatori non abbiamo alcuna importanza nella società. Importanza ce l’ha un professore che si impegna a educare e a insegnare valori”.

Cos’è la tassa di solidarietà

Il governo spagnolo guidato dall’economista Pedro Sanchez si è posto come obbiettivo quello di varare una riforma sul fisco che possa condurre ad un risparmio pari a 700 euro l’anno in favore dei redditi bassi.

Elaborando come strategia per arrivare a tal fine l’imporre, appunto, una tassa di solidarietà sui grandi patrimoni, alleggerendo al contempo lavoratori e pensionati.

Piano politico, quindi, palesemente rivolto anche ai calciatori de LaLiga, rientranti a pieno merito nelle classi più agiate.



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