Vito Cozzoli (Foto Sport e salute)
È stato presentato ufficialmente presso The Dome, Campus Luiss di Viale Romania a Roma, “L’anima sociale e industriale dello sport” (edizioni Piemme 2025), l’ultimo libro di Vito Cozzoli.
Parliamo della fatica letteraria di una figura spicco del management italiano.
Cozzoli dal 2024 è Amministratore delegato di Autostrade dello Stato S.p.A. ma dal 2020 al 2023 ha ricoperto la carica di Presidente e Amministratore delegato di Sport e salute S.p.A.
Una figura, pertanto, che ha visto da vicino, da molto vicino, nei suoi tre anni di presidenza, l’evoluzione, le potenzialità e i limiti da superare dello Sport italiano.
Un’esperienza che ha raccolto e raccontato nel libro, con prefazione di Giuseppe Marotta che definisce lo sport «un ecosistema complesso che richiede visione strategica, competenze manageriali e sostenibilità», e dove intreccia visione, valori e storie per raccontare il potere trasformativo dello sport e il suo duplice volto: quello industriale, motore di innovazione e crescita economica, e quello sociale, che contribuisce alla creazione di comunità sane.
Lo sport inteso non solo come attività fisica o intrattenimento, ma come diritto universale, farmaco per il corpo.
A presentare il libro di Cozzoli nella mattinata romana Paolo Boccardelli Rettore, dell’Università Luiss Guido Carli, Stefano Meloccaro Giornalista di Sky Sport che ha presieduto e moderato il dibattito, Vittoria Gozzi Presidente di WyLab, Sportech Incubator and Digital Coworking, Marco Tardelli ex calciatore ed allenatore, Campione del Mondo con l’Italia a Spagna 1982 e Massimo Vallati Fondatore di Calciosociale.
Come evidenziato in diverse fonti di stampa durante il mandato di Vito Cozzoli, Sport e Salute ha attivato investimenti per 3,2 miliardi di euro, in gran parte a fondo perduto, per sostenere il tessuto sportivo di base durante e dopo la pandemia.
Nel solo 2022, la società ha registrato un +20,6% di fatturato, piazzandosi al quinto posto tra le partecipate pubbliche.
Al tempo stesso, ha valorizzato asset immobiliari e immateriali come il Foro Italico e gli eventi internazionali trasformandoli in driver economici e turistici.
Basti pensare alla moltiplicazione di valore di eventi come gli Internazionali di tennis, il Sei Nazioni di rugby, il Concorso ippico di Piazza di Siena.
Quindi non sono solo spettacolo, ma una vera e propria leva per attrarre investimenti, muovere flussi e rafforzare il brand Italia.
Il libro, ovviamente, non è un bilancio autocelebrativo, ma un vero e proprio manifesto politico e manageriale che indica lo sport come diritto universale ed infrastruttura strategica per il sistema Paese.
Nel libro Vito Cozzoli lo scrive con chiarezza: «Lo sport è lavoro, business, progettualità, innovazione, sostenibilità, progresso». Non un semplice enunciato ma un concetto materiale, sostanziale come è possibile riscontare dai dati a partire dalla creazione dell’Acceleratore di startup sportive WeSportUp.
Ma lo sport, ovviamente, accanto alla dimensione industriale ha una forte missione sociale e la capillarità degli interventi promossi da Sport e Salute – 412 progetti nelle periferie, 100 iniziative nelle carceri, il programma Sport di Tutti nei parchi, nei quartieri e nei centri anziani – compone un’azione sistemica di welfare leggero e prevenzione – ne sono la testimonianza diretta.
Un manifesto per il futuro «Sicuramente dobbiamo migliorare le nostre grandi infrastrutture – ha dichiarato Cozzoli a L’Economista, inserto de Il Riformista – ma il Paese ha anche bisogno di piccoli impianti per i cittadini luoghi che avrebbero un impatto positivo sulla vita delle persone». Un’azione di sviluppo economico e di welfare materiale, un’azione di futuro.