Adidas incontra Pierluigi Collina, il "capo" del Team One

Uno dei partner principali della FIFA, il brand tedesco adidas, ha dato spazio a quello che la stessa organizzazione ha definito il “Team One”, ovvero quello degli arbitri intervistando il presidente della Commissione Arbitri della FIFA, Pierluigi Collina.

Senza la loro presenza e il loro supporto non ci sarebbe una gara di calcio.

La contesa tra due squadre ha bisogno di un arbitro che il dizionario nella concezione sportiva del termine definisce: “Ufficiale di gara che ha il compito di far rispettare le norme e i regolamenti, di vigilare sul normale svolgimento della competizione, di convalidarne il risultato e, talvolta, di decretare il vincitore”.

 Questa definizione fa capire il valore e il ruolo fondamentale di queste figure, riconosciute dalla FIFA come “Team One”, la squadra fondamentale su cui si poggio questo sport.



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Uno dei partner principali dell’organizzazione guidata da Infantino è il brand tedesco dello sportswear adidas, che ha incontrato e intervistato in Qatar il Presidente della Commissione Arbitri della FIFA, Pierluigi Collina.

L’ex fischietto bolognese dal 1997 al 2005 si è aggiudicato il titolo di “Miglior arbitro AIC” in sette occasioni e quello di miglior arbitro dell’anno dall’IFFHS 6 volte e tutt’oggi molti tra tifosi e calciatori lo definiscono il miglior arbitro di sempre.

Con adidas Collina ha parlato degli arbitri donne durante la Coppa del Mondo in Qatar, fatto storico per tutto il movimento calcistico mondiale e per il mondo degli arbitri: “Durante la Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 abbiamo visto per la prima volta in assoluto una partita dei Mondiali maschili arbitrata da una squadra di sole donne. Ma la mia speranza è che in futuro questo diventi una normalità, perché il genere è irrilevante: sono tutti arbitri”.  



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Viste le recenti innovazioni Collina ha detto la sua sull’uso della tecnologia che aiuta molto: “Nella Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022, la FIFA ha implementato la tecnologia del fuorigioco semi-automatico. Un aspetto cruciale di questa tecnologia consiste nel pallone connesso realizzato da adidas. Un pallone che è in grado di fornire immediatamente i dati relativi al momento esatto in cui la palla è stata calciata: un dettaglio determinante per stabilire correttamente l’esistenza di una posizione di fuorigioco. Quindi, in questo Mondiale, la tecnologia del pallone connesso ha indubbiamente aiutato nella precisione sulle decisioni riguardanti le posizioni di fuorigioco”.  

Collina è stato anche il secondo arbitro italiano a dirigere una finale dei Mondiali.

Il primo fischietto italiano ad avere questo privilegio è stato Sergio Gonella che fu designato per la finale di Argentina ’78, gara tra i padroni di casa dell’Albiceleste e l’Olanda. Nel 2014 il terzo arbitro italiano a dirigere una finale Mondiale è stato Nicola Rizzoli che in Brasile arbitrò la finale Germania vs Argentina.



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A Collina invece la chiamata è arrivata per la finale tra Brasile e Germania ai Mondiali di Corea e Giappone del 2002: “Essere selezionati per un Mondiale è un momento straordinario per un arbitro, la finale è l’apice di tutto il torneo, quindi è necessario essere pronti e preparati per essere al livello richiesto per l’arbitraggio di una gara così importante”. 

Confermando che arbitrare questo tipo di partite è la sfida più impegnativa: “Spesso mi viene chiesto cosa rende difficile una partita. Ma tutto dipende dal tipo di partita che si sta arbitrando. Per esempio, la finale di Coppa del Mondo, essendo la partita più importante di tutte, crea maggiore pressione sugli arbitri. Ho avuto l’onore di provare questa esperienza in occasione della finale di Coppa del Mondo nel 2002. È stato difficile, ma se sei stato scelto per farti carico di una partita di quella portata, vuol dire che hai le caratteristiche per farlo. Se hai sicurezza in te stesso e ti senti pronto per quell’occasione, allora puoi farcela”.  



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Ma secondo Collina quale è l’aspetto peggiore dell’essere arbitro, È difficile dire quale sia l’aspetto più difficile quando si arbitra, perché ogni partita presenta delle difficoltà. Per avere successo come arbitro, è necessario approcciarsi a ogni gara come se fosse una finale”.  

Oggigiorno, il ritmo con cui vengono giocate le partite è molto più serrato rispetto a quanto avveniva in passato e questo ha reso più difficile il lavoro degli arbitri”, ha concluso il capo degli arbitri FIFA, “Per rispondere alle esigenze del calcio, anche gli arbitri devono essere essenzialmente degli atleti, quindi la loro preparazione atletica è importantissima. Però, combinando la preparazione fisica a una profonda conoscenza e alla comprensione della partita che si sta per arbitrare, niente potrà coglierli di sorpresa”.  



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