Storia di come è nata davvero l’ammonizione per l’esultanza senza maglia

No, il caso Vieri e Sweet Years non è stato il motivo dell’istituzione della regola.

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Una delle immagini maggiormente scalfite nella testa degli appassionati di calcio italiano a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni zero, è senza dubbio l’esultanza di Christian Vieri dopo un gol alla Sampdoria nel 2003.

L’esultanza è resa iconica dall’attaccante per essersi spogliato della maglia da gioco e aver messo in mostra una canotta firmata Sweet Years, il brand di abbigliamento fondato insieme a Paolo Maldini. È proprio il sito sweetyears.it ad etichettare quell’episodio nella sezione “about-us” come la prima uscita mediatica del marchio.

Un’esultanza talmente iconico che ha ispirato il soggetto di un successivo spot della Tim con la showgirl Adriana Lima in cui la canotta sotto la maglia da gioco di Vieri viene modificato per fare il gioco dello sponsor del campionato.

È il 2003 e la regola dell’ammonizione per chi si toglie la maglietta dopo un gol non è ancora in vigore e non è nemmeno nell’orbita di organismi di politica sportiva come la FIFA o la UEFA.

Proprio lo stesso Vieri aveva ragionato sulla nascita della regola che prevede l’ammonizione dopo l’esultanza senza maglia nel podcast Muschio Selvaggio. Secondo l’attaccante la regola potrebbe essere stata introdotta dalla Lega Serie A per questioni legate al marketing.

Il ragionamento di Vieri, seppur non banale e specchio di quanto il volto principale della Bobo Tv sia sensibile a certi aspetti commerciali e di intrattenimento (a fine lettura godetevi il video “THE ORIGINS OF BOBO VIERI'S LIVE CHATS on INSTAGRAM! “), risulta errato per diversi motivi.

In prima battuta a smontare l’ipotesi ci pensa l’ordine cronologico degli eventi. L’esultanza di Vieri avviene nel 2003, mentre la regola verrà introdotta più di un anno dopo.

Prima di quella data sono davvero diversi i calciatori che hanno reso celebre o memorabile la propria esultanza caratterizzandola con il gesto di togliersi la maglia. Era un vezzo dell’ucraino Andrij Ševčenko che ad ogni gol si copriva il volto con la maglia, così come lo era per “Penna Bianca” Fabrizio Ravanelli.

È diventata iconica la canotta di Francesco Totti con la scritta “6 unica” mostrata dopo un gol in un derby della Capitale pirotecnico, ed è ancora vivido il momento in cui il brasiliano Kaka mostrò in ginocchio dopo un gol la maglia con la scritta “I belong to Jesus”, a rafforzare anche in pubblico la sua già nota credenza religiosa. 

Tutto ciò è stato reso possibile proprio dall’assenza della regola che prevede il cartellino giallo e l’enorme esposizione di cui gode il calcio durante la trasmissione delle partite.

Quindi no, non è stato il caso Vieri-Sweet Years ad incentivare la creazione di una regola contro l’esultanza senza maglia. Così come non sono stati influenti gli episodi appena citati.

È molto curioso scoprire che la nascita della regola la si deve al comportamento ritenuto scorretto di un altro calciatore italiano, per giunta molto amico dello stesso Vieri. Il primo cartellino giallo della storia per l’esultanza senza maglia ha come protagonista, infatti, Antonio Cassano e dall’altra parte della barricata uno dei migliori arbitri della storia di questo sport, ovvero Pierluigi Collina.

L’episodio è l’esultanza senza maglia in una partita contro la Juventus con annesso calcio (e rottura in due parti) della bandierina del calcio d’angolo.

Sono quindi uno dei migliori talenti del calcio italiano degli ultimi 30 anni e il miglior arbitro italiano della storia ad aver creato il precedente trasformato in regolamento universale dalla UEFA qualche settimana dopo.

Simpatica la scena di Collina che dopo aver raggiunto il gruppo di calciatori in festa dopo il gol composto da Totti, Samuel, Chivu, Dacourt e ovviamente Cassano, si rivolge a quest’ultimo con un “Cosa hai fatto lì” indicando la bandierina spezzata.

Tre settimane dopo si tiene l’International Board FIFA del 28 febbraio 2004 dove si discute della questione con una decisione che troverà tutti d’accordo: dal primo luglio 2004 FIGC e UEFA e le altre federazioni internazionali decidono che togliersi la maglia come esultanza comporterà il cartellino giallo.

Lo stesso viene deciso per chi mostra scritte o foto sotto la maglia anche sollevata semplicemente sopra al petto o per coprire la testa.

Fun Fact: proprio qualche settimana prima del caso Cassano, un altro amico di Vieri ma anche del barese si rese protagonista di una storia legata all’esultanza dopo il Gol. Lele Adani si tolse la maglietta dopo un gol per mostrare una canotta con la scritta “Francesco Torna”. Il motivo era la fuga da casa di un ragazzo di 15 anni di Bergamo tifoso dell’Inter. Adani viene informato dell’accaduto da un giornalista e decide di realizzare in fretta e furia la maglia. Il difensore segnerà contro la Juventus in Coppa Italia e riuscì a mostrare la maglia a quanto pare utile, dato che Francesco tornò a casa dopo qualche giorno.

La modifica al regolamento, probabilmente per questioni di marketing

Ciò che probabilmente ha indotto Vieri a pensare a motivi di marketing come pretesto per la creazione di una regola ad hoc, potrebbe essere con molta probabilità l’upgrade di 4 anni dopo che verrà posto alla regola.

Dal 2008 infatti l’ammonizione è prevista anche per chi mostra ogni tipo di messaggio dopo il gol.

Questo è un fatto conducibile ad episodi come la sanzione data a Nicklas Bendtner dopo che il danese aveva mostrato gli slip griffati Paddy Power successivamente ad un gol contro il Portogallo. Oltre al giallo per l’attaccante anche una multa da 100K euro (che pagò il brand di scommesse irlandese).

Dopo l’espulsione arrivata a Giroud nel turno di campionato che ha visto vittorioso il Milan all’ultimo respiro contro lo Spezia, si è parlato molto di questa regola che ha causato l’espulsione del francese per doppia ammonizione.

L’attaccante del Milan si è giustificato spiegando che nella foga e nel pieno dell’adrenalina ha dimenticato di essere stato ammonito in precedenza. Quella del cartellino giallo dopo un esultanza senza maglia resta una di quelle regole molto singolari rispetto ad altri sport.



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