Thomas Müller, l’addio di una leggenda: il Bayern saluta il suo simbolo eterno

Thomas Müller e il Bayern Monaco si dicono addio dopo una vita insieme lasciando un’eredità scolpita nella storia del calcio

Photo by Johannes Simon/Getty Images

Il 5 luglio 2025, sotto le luci dello stadio Mercedes-Benz di Atlanta, Thomas Müller ha indossato per l’ultima volta la maglia del Bayern Monaco, quella che è stata la sua seconda pelle per un quarto di secolo. La sconfitta per 2-0 contro il Paris Saint-Germain nei quarti di finale del Mondiale per Club ha chiuso un capitolo leggendario, non solo per il club bavarese, ma per l’intero calcio mondiale. Müller, simbolo di un’era, è entrato al 35’ del secondo tempo al posto di Kingsley Coman, disputando i minuti finali di una partita che ha segnato il suo addio. Un cameo breve, quasi simbolico, che non rende giustizia alla grandezza di una carriera che ha ridefinito il concetto di fedeltà e versatilità nel calcio moderno.

Da Pähl al tetto del mondo: la nascita di un mito

Nato a Weilheim, cresciuto a Pähl am Ammersee, Müller è entrato nelle giovanili del Bayern nel 2000, a soli 11 anni. Il suo debutto in prima squadra, nell’agosto del 2008, è arrivato in una partita di Bundesliga contro l’Amburgo, quando Jürgen Klinsmann lo fece entrare al posto di Miroslav Klose. Da quel momento, il giovane attaccante ha iniziato a costruire un percorso che lo avrebbe portato a diventare il giocatore con più presenze nella storia del club: 756 partite, 250 gol e 276 assist. Numeri che raccontano solo in parte la sua influenza. Müller non è mai stato un fenomeno alla Messi o un atleta alla Ronaldo, ma la sua intelligenza tattica, il fiuto per il gol e la capacità di aprire spazi invisibili agli altri lo hanno reso unico. “Se Messi è un mago, Thomas è il cilindro. Non si sa mai quale sorpresa potrà uscire”, disse una volta Joachim Löw, ex allenatore della Germania, cogliendo l’essenza di un calciatore che ha fatto dell’efficienza e dell’istinto le sue armi migliori.

Un palmarès da record e un carisma unico

La sua bacheca è un monumento al successo: 13 campionati tedeschi, un record assoluto in Bundesliga, 6 Coppe di Germania, 8 Supercoppe di Germania, 2 Champions League (2013 e 2020), 2 Supercoppe UEFA e 2 Mondiali per Club. A questi si aggiunge il Mondiale del 2014 con la Germania, dove Müller fu protagonista con 5 gol, inclusa una tripletta al debutto contro il Portogallo e il gol d’apertura nell’indimenticabile 7-1 contro il Brasile in semifinale. Sul campo, Müller era ovunque: segnava gol apparentemente impossibili, serviva assist con una visione fuori dal comune e trascinava i compagni con un carisma che non si insegna. Fuori dal campo, era l’anima dello spogliatoio, capace di ridere di sé stesso e di non prendersi mai troppo sul serio, come sottolineò Pep Guardiola: “Thomas corre ad abbracciare i compagni, non verso i tifosi per essere festeggiato”.

Un addio amaro: la scelta del Bayern

Eppure, l’addio al Bayern non è stato privo di ombre. Già ad aprile 2025, Müller aveva annunciato la separazione attraverso un post su Instagram, chiarendo che la decisione non era stata sua. “Avrei potuto benissimo immaginarmi a fare questo anche la prossima stagione. Tuttavia, il club ha deciso di non negoziare un nuovo contratto”, scrisse, lasciando trasparire un pizzico di amarezza. Il Bayern, preoccupato di ridurre il monte stipendi e di puntare su una rosa più giovane, ha scelto di non rinnovare il contratto del suo numero 25, che guadagnava 17 milioni di euro all’anno. Una scelta pragmatica, ma che ha spezzato il cuore di molti tifosi e dello stesso Müller, che in un’intervista a DAZN dopo la partita contro il PSG ha dichiarato: “Sono ancora completamente in modalità lavoro, ma ovviamente sono consapevole che è stata la mia ultima partita”.

La notte del PSG e il futuro incerto

La gara contro il PSG, decisa dai gol di Désiré Doué e Ousmane Dembélé, non è stata solo l’epilogo della sua avventura bavarese, ma anche una serata segnata dal dramma dell’infortunio di Jamal Musiala, vittima di una frattura al perone e alla caviglia dopo un duro scontro con Gianluigi Donnarumma. Müller, interrogato su un possibile prolungamento di sei mesi per sopperire all’assenza del giovane compagno, ha risposto con un misto di diplomazia e disagio: “La domanda mi mette a disagio. Prima di tutto, voglio pensare a Jamal e augurargli una pronta guarigione”. Un’ultima dimostrazione della sua umanità, quella che il Bayern ha celebrato in una lunga lettera d’addio pubblicata il 6 luglio: “Müller è diventato una leggenda perché è sempre rimasto umano”.

Ora, a 35 anni, Müller si trova di fronte a un bivio. Il ritiro è un’opzione, ma non sembra la più probabile. Prima della partita contro il PSG, aveva dichiarato a CBS: “Voglio capire il futuro nelle prossime due settimane. Se non troverò la soluzione perfetta, forse deciderò di smettere. Ma sono aperto a tutto”. Tra le ipotesi più concrete c’è un trasferimento in MLS, con i Los Angeles FC che avrebbero offerto 4 milioni di dollari all’anno per portarlo negli Stati Uniti. Anche il Manchester United è stato accostato al suo nome, ma il richiamo dell’America, in vista del Mondiale 2026, sembra essere la pista più calda. “L’America è un paese ospitante interessante. Vedo un grande potenziale per il calcio lì”, aveva detto Müller a giugno, anticipando il Mondiale per Club.

Un’eredità scolpita nella storia del calcio

La sua ultima apparizione nel calcio tedesco, il 10 maggio scorso, è stata accompagnata da una cerimonia commovente all’Allianz Arena, in occasione dell’ultima partita casalinga della stagione regolare di Bundesliga, una vittoria per 2-0 del Bayern Monaco contro il Borussia Mönchengladbach. Quel match ha segnato il festeggiamento del titolo di Bundesliga 2024/2025 e l’addio ufficiale di Müller al club davanti ai tifosi bavaresi in un evento particolarmente emozionante. I tifosi hanno creato un mosaico spettacolare sugli spalti con un’immagine gigante di Müller e il messaggio “25 anni a dare tutto per i nostri colori”. Prima del fischio d’inizio, il presidente del club Herbert Hainer ha consegnato a Müller un riconoscimento speciale per i suoi 34 trofei vinti, tra cui 13 campionati di Bundesliga e 2 Champions League. Müller è uscito dal campo all’83º minuto, ricevendo un’ovazione e un’onoranza di guardia dai compagni, un momento profondamente commovente. 

E nonostante la sconfitta, alla fine del match contro il PSG,I tifosi che lo hanno amato per la sua schiettezza e il suo spirito bavarese, hanno salutato un giocatore che non sarà mai solo un nome tra i 90 Thomas Müller presenti tra i soci del club. La sua eredità, fatta di gol, assist e un’allegria contagiosa, rimarrà scolpita nella storia del Bayern Monaco. Mentre il mondo del calcio attende di scoprire il suo prossimo passo, una cosa è certa: ovunque andrà, Thomas Müller porterà con sé quel mix di istinto, intelligenza e passione che lo ha reso una leggenda indimenticabile.

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