Fino al 26 ottobre 2025 “Stadi. Architettura e Mito” al MAXXI di Roma: la mostra che celebra gli stadi come simboli di sport e cultura, con i trofei azzurri di Mondiali ed Europei, un viaggio tra architettura e passione calcistica, in collaborazione con la FIGC
(Photo by Claudio Villa/Getty Images for FIGC)
Fino al 26 ottobre 2025, il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma ospita la mostra Stadi. Architettura e Mito, un’esposizione unica che celebra gli stadi come luoghi iconici, intrecciando architettura, cultura e passione calcistica. Patrocinata dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), l’iniziativa mette in luce il ruolo degli impianti sportivi come simboli di identità collettiva, capaci di raccontare l’evoluzione sociale e urbana delle città. Al centro della scena brillano i trofei della Nazionale italiana, autentici emblemi della gloriosa storia azzurra, esposti in collaborazione con il Museo del Calcio di Coverciano.
Curata da Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri, sotto la direzione di Lorenza Baroncelli del Dipartimento di Architettura e Design contemporaneo del MAXXI, la mostra offre uno sguardo inedito sugli stadi come “strutture antropiche” che trascendono la loro funzione sportiva. Come sottolinea l’antropologo Marc Augé, gli stadi sono “luoghi di senso, di controsenso e di non-senso”, simboli di speranza, ma anche testimoni di errori e tragedie. Il percorso espositivo ripercorre la loro evoluzione, dalle antiche pietre dello stadio Panathinaiko di Atene fino ai capolavori architettonici contemporanei, come gli impianti avveniristici progettati per ospitare grandi eventi internazionali.
L’esposizione esplora gli stadi non solo come teatri del calcio, ma come spazi complessi che riflettono dimensioni architettoniche, urbanistiche, economiche, socio-antropologiche, politiche e artistiche. Attraverso installazioni, immagini e documenti, i visitatori possono immergersi nella storia di questi luoghi, che hanno segnato l’immaginario collettivo, ospitando momenti di gioia e drammi indimenticabili, come la tragedia dell’Heysel del 1985, ricordata dalla FIGC in un recente omaggio commemorativo.
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Un elemento centrale della mostra è l’esposizione dei trofei vinti dalla Nazionale italiana, un vero e proprio viaggio nella memoria calcistica del nostro Paese. I visitatori potranno ammirare le Coppe Rimet conquistate nel 1934 e nel 1938, sotto la guida di Vittorio Pozzo, che consacrò l’Italia come potenza mondiale del calcio. In mostra anche le Coppe del Mondo del 1982, alzata al cielo da capitan Zoff a Madrid, e del 2006, vinta a Berlino con l’indimenticabile rigore di Fabio Grosso. Non mancano i trofei degli Europei del 1968, conquistato a Roma, e del 2020, celebrato a Wembley nel 2021 dopo il successo contro l’Inghilterra.
L’esposizione dei trofei segue un calendario preciso:
Dal 29 maggio al 31 agosto 2025: le Coppe Rimet del 1934 e 1938.
Dal 1° al 30 settembre 2025: le coppe degli Europei 1968 e 2020.
Dal 1° al 26 ottobre 2025: le Coppe del Mondo 1982 e 2006.
Questi cimeli, custoditi abitualmente al Museo del Calcio di Coverciano, rappresentano non solo i successi sportivi, ma anche momenti di coesione nazionale, come ricorda il presidente della FIGC Gabriele Gravina, che ha sottolineato l’importanza di preservare la memoria calcistica per le generazioni future.
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La mostra non si limita a celebrare l’aspetto sportivo, ma invita a riflettere sul ruolo degli stadi come catalizzatori di emozioni e cambiamenti sociali. Dagli impianti storici come lo Stadio Olimpico di Roma, che ha ospitato i Mondiali del 1990 e numerosi eventi internazionali, agli stadi moderni progettati con criteri di sostenibilità e innovazione, l’esposizione evidenzia come queste strutture siano molto più che luoghi di gioco. Il riferimento ai Mondiali del 1990, ad esempio, richiama un’occasione mancata per l’Italia, con stadi concepiti in modo non sempre adeguato alle esigenze di un calcio in trasformazione, come evidenziato dalla FIGC in un’analisi storica.
Stadi. Architettura e Mito si rivolge non solo agli amanti del calcio, ma a chiunque sia interessato a esplorare il legame tra architettura, cultura e società. La collaborazione con la FIGC e il Museo del Calcio di Coverciano arricchisce l’esperienza, offrendo un’occasione unica per avvicinarsi alla storia degli Azzurri e delle Azzurre.
Per i tifosi, l’esposizione rappresenta anche un modo per rivivere le emozioni legate ai trionfi della Nazionale e per riflettere sull’importanza di preservare il patrimonio calcistico italiano. Come dichiarato da Gravina in occasione del 40° anniversario della tragedia dell’Heysel, “la memoria ci definisce come individui e come movimento”. Un invito a non dimenticare, ma anche a celebrare il calcio come fonte di passione e unità.